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Un incubo, ma almeno non e' guerra civile

lunedì 25 giugno 2012 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 25 giugno 2012

Il giudice Faruk Sultan ha parlato un’ora ai notabili egiziani e alla stampa prima di rivelare il nome del vincitore delle elezioni presidenziali mentre la piazza bolliva: con la sua cravatta e in suoi baffi bianchi, col tono di voce educato e profondo, pronunciava una ninna nanna istituzionale per rendere la folla malleabile, per convincerla del  risultato delle elezioni presidenziali. Cercava di convincere i sostenitori del perdente a accettare il terremoto, una marea di gente disillusa e molti anche spaventati dall’avvento di un nuovo mondo islamista, forse una prigione peggiore di quella di Mubarak. Lo devono aver pensato anche in tanti che avevano tenuto alle elezioni presidenziali per i Fratelli Musulmani, se Mohammed Mursi ha vinto per così poco, la metà dei voti più un punto.

Il paese è spaccato in due, l’Egitto entra in un periodo di passaggio in cui l’esercito, sostenuto dai laici, giocherà ancora molte carte per contenere la potentissima marea islamica contro cui già nei giorni scorsi invano e con gesto disperato ha lanciato una specie di colpo di stato militare cancellando la vittoria parlamentare della Fratellanza. Il robusto corpo creatosi durante il trentennio di Mubarak dovrà ora tentare la strada del compromesso, l’islamismo politico è il padrone di casa.

Non nascondiamocelo: con l’elezioni di Morsi il mondo intero vede inverarsi un incubo. Non c’è dubbio che i ragazzi della rivoluzione che hanno incantato l’Occidente non c’entrano niente con i fanatici barbuti, la Fratellanza che sa travestirsi da organizzazione moderata quando gli serve, è tuttavia la madre di gran parte della violenza che invade il mondo, e ha dato al mondo i peggiori terroristi, fra cui Bin Laden. I Fratelli Musulmani sono stati molto abili e precisi nel perseguire la vittoria politica: all’inizio della “Primavera” hanno scelto un tono casuale, un basso profilo. Nessuno li ha individuati fra le folle di facebook,  al fianco del ragazzo di Google Wael Gonim? Ci siamo accorti di loro soltanto quando hanno deciso di mostrasi in tutto il loro potere, hanno conquistato nel marzo 2011 la maggioranza in parlamento, nel luglio dello stesso anno hanno fatto loro piazza Tahrir buttando fuori (letteralmente) i laici.

Il tentativo dei militari di controllare l’Egitto usando la decisione della Corte Suprema di escludere dal parlamento un terzo degli eletti non durerà. Morsi nel suo nuovo ruolo potrà probabilmente reintegrare i suoi membri del parlamento, controllerà la scrittura della Costituzione da completare, spingendo con la forza della maggioranza verso un’islamizzazione: un presidente islamista, un parlamento islamista, una costituzione islamista... con tutta la sua abilità tattica la Fratellanza farà dell’Egitto ciò che vuole, a meno di un colpo di stato militare. Ambedue le cose escludono gli scopi della rivoluzione come si era disegnata nel febbraio 2011.

Ottantasette milioni di persone saranno soggette a un potere che certamente non rivelerà la sua ideologia immediatamente fino alla guerra contro Israele, essendo bisognoso dell’aiuto occidentale e cauto nella gestione del potere. Ma nel lungo termine la strategia dell’Islam politico di cui i Fratelli Musulmani sono protagonisti è disegnata, già Hamas lancia su Israele cento missili in pochi giorni perchè sa che la risposta dello Stato del popolo ebraico, ferito, sarà cauta comunque per non stuzzicare il nuovo governo egiziano. Forse come ha scritto Caroline Glick sul Jerusalem Post la difficoltà maggiore della parte laica è stata proprio la mancanza di strategia di fronte a un nemico invece assai motivato, i cui fini sono scritti nel Corano.

Così, il Paese da tanti anni in bilico fra Occidente e mondo arabo, che ha mantenuto la pace con Israele, che ha tenuto a bada Al Qaeda nel deserto del Sinai, che ha battuto vari colpi di stato dei suoi stessi Fratelli musulmani, e fra i più recenti anche uno degli hezbollah con l’Iran nel sottofondo, il Paese che ha contenuto Hamas per tanti anni e ha impedito così all’Iran di diventare una potenza regionale oltre la Siria e il Libano, non è più se stesso. Qualcuno ieri rideva al Cairo invitando a bere l’ultima birra prima dell’annuncio della vittoria di Mohammed Morsi: l’alcol è proibito dalla Sharia, come lo sono tanti altri usi occidentali, fra cui, per esempio, quello di considerare le donne come pari, di rispettare tutte le religioni, le idee, le tendenze sessuali.

La vittoria di Mursi forse evita un enorme spargimento di sangue, come lasciava capire la sua folla in guardia, eccitata e fremente, in piazza Tahrir, per il caso che il contendente fosse risultato vincitore: altro di buono non riusciamo a vedere nè per il Medio Oriente, nè per noi che rispettiamo le donne, i diritti umani, gli omosessuali, gli ebrei, i cristiani, i buddisti.....

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