Fiamma Nirenstein Blog

Un esercito in corsa contro il tempo

lunedì 8 aprile 2002 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein GERUSALEMME L'arrivo di Colin Powell in Medio Oriente è imminente, Sharon è molto nervoso dopo la telefonata di Bush a mezzanotte di sabato. Gentili parole, toni amichevoli, ma messaggio senza equivoci: uscire subito dalle zone A. Perché subito? Gli ha chiesto Sharon, spiegandogli che Israele sarebbe in grado in breve tempo di schiacciare la testa al terrorismo. Ma Condoleezza Rice è tornata sull’ argomento - proprio lei, considerata in Israele una paladina della lotta senza quartiere al terrore - chiarendo che « subito» non significa « fra qualche giorno» . Ormai, che si debba uscire è chiaro: Sharon, pur negandolo e dicendo che andrà fino in fondo, in una intervista al primo canale della tv lascia intendere in modo diretto il suo desiderio di andare d'accordo con gli « amici americani» e di voler affrettare quindi la conclusione della vicenda. Ma quando? Gli israeliani stanno decidendo in queste ore che cosa fare: Shaul Mofaz, il capo di Stato maggiore, ha alzato il prezzo dicendo che ci vorrebbero almeno 8 settimane per concludere « muraglia difesiva» , magari entrando a Gaza, ancora intonsa; il ministro della Difesa Ben Eliezer già un paio di giorni fa aveva parlato di due settimane, Peres parla sempre di tempi brevi. Il viceministro degli Esteri Melchior ieri ha usato toni particolarmente morbidi: « Non abbiamo intenzione di occupare niente, le ragioni della lentezza delle operazioni è dovuta al fatto che cerchiamo di evitare danni alla popolazione civile. Dobbiamo però combattere il terrorimso, non c'è altra via per noi. Sentiamo molto la Santità di Betlemme, non toccheremo mai la Chiesa. Cercheremo di facilitare il passaggio dei soccorsi e di tutti gli aiuti umanitari» . Il tono dell'esercito è simile: « Siamo in un durissimo combattimento - ha detto il generale Dan Harel -: i duecento uccisi in questa guerra erano nella maggior parte o terroristi suicidi o uomini dei tanzim o di hamas. A Nablus ci è corso addosso un terrorista suicida, a Betlemme abbiamo trovato sotto il pavimenti della piazza della Chiesa una grande bomba» . Gli uomini fermati, ha detto, sono 1300: fra loro una settantina sono importanti capi terroristi. Per il resto, ha detto, noi non abbiamo niente contro i poliziotti dell'Autonomia in quanto tale: « Se non sono legati al terrore, li mandiamo a casa» . I militari, rilevando la quasi-conclusione delle operazioni in varie zone, fanno immaginare che ci siano chiusure di fronti in vista, e che quindi le ritirate chieste dagli americani potrebbero avvenire almeno in qualche zona. Powell ha un piano preciso: cercare fino a venerdì , di spiegare ai marocchini, agli arabi sauditi e ai giordani, che sta per visitare, che bisogna invogliare gli israeliani alla pace con un piano generale per la zona. Gli americani non hanno più molte speranze che Arafat riesca a ottenere un reale cessate il fuoco e la fine del terrorismo: quindi, cercano di aggirarlo con una proposta complessiva di area. Per questo Powell visiterà il Medio Oriente fino a venerdì , poi sarà in Israele. In quel giorno è possibile che qualcuno da Gerusalemme annunci che l'operazione è finita almeno in una o due zone, e che si può cominciare a ritirare una parte delle truppe.

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