Fiamma Nirenstein Blog

Un attentato al giorno. Attacco in Israele sul bus 12 accoltellati

giovedì 22 gennaio 2015 Il Giornale 3 commenti
Il Giornale, 22 gennaio 2015

Un altro giorno di ordinario terrorismo che il mondo non può ignorare. All'alba di ieri il giovane Hamza Muhammed Hasan Matrouk, 23 anni, lascia Tulkarem, dove si trova anche se in genere vive con la madre a Ramallah, capitale politica dell'Autonomia Palestinese, prende un coltello ben affilato e raggiunge Tel Aviv. E' qui che sull'autobus numero 40, sul quale sale alla vecchia stazione, riesce in pochi minuti a fare dodici feriti di cui 2 molto gravi. E' un mare di sangue, di urla, un mostro terrorista che si getta su tutti, uno a uno. I viaggiatori si ammonticchiano sul fondo, il guidatore colpito per primo chiama un amico raccomandandogli il suo bambino. Quando finalmente si riesce ad aprire le porte la furia non si è esaurita: il giovane insegue la preda, brandisce il coltello e si getta su una donna in fuga e la colpisce al collo e colpisce ancora finché la polizia lo ferma e lo cattura.

Matrouk, che è un 23enne con la collanina, abituato a introdursi in Israele in cerca di lavoro, ha spiegato in maniera confusa di avere tre ragioni: anche lui, come gli altri terroristi in tutto il mondo, è convinto di compiere una giusta vendetta. Stavolta è per la guerra di Gaza. Spiega che si batte per la Moschea di Al Aqsa, una stella popolare della fantasia islamica, un luogo di perenne offesa e cospirazione, su cui il mantra ripete che gli ebrei vogliono strapparla al mondo islamico. Infine, Matrouk, dice di essere uscito di casa con l'idea sicura che sarebbe morto nell'operazione, che si aspettava il paradiso, come ogni buon islamico martire, e pare che abbia accennato anche alla promessa delle 72 vergini destinate a ogni shahid. Le prime indagini ci descrivono Matrouk uguale a tanti altri terroristi fanatici: un personaggio in cerca di autore, fanatizzato, solo, che realizza l'attentato avendo respirato un odio diffuso e consistente nel mondo di origine, afferra il primo strumento a sua disposizione, e uccide il nemico infedele. Tutto il mondo ha ormai subito attacchi con automobili, asce, coltelli, fucili, quello che è a disposizione o che ha potuto trovare. Sullo sfondo due motori propulsori: il primo quello dell'eccitazione legata all'insorgenza internazionale del terrorismo islamista. Si sa che sono una trentina almeno i terroristi palestinesi passati in Siria per combattere con l'Isis, a Haifa è stata scoperta una cellula di sette terroristi e a Hebron una di tre.

Sono state lente e difficoltose la condanne a mezza bocca dell'attacco a Charlie Hebdo dell'Autorità palestinese nonostante la marcia di Abu Mazen a Parigi, e giustificate al pubblico dal fatto che i palestinesi dovevano essere grati alla Francia per il riconoscimento dello Stato palestinese. La seconda ragione è quella di una insistente, quotidiana, totale nuvola di odio che copre i media, le scuole, i discorsi pubblici e che esalta il terrore senza un attimo di sosta. Ci sono piazze, corsi scolastici, programmi tv per bambini di educazione al terrore. Hamas, alleato di governo di Fatah, è parte dello schieramento internazionale del terrorismo sunnita con finanziamenti dal Qatar. Subito dopo l'attacco di Tel Aviv l'agenzia Shebab ha disegnato un coltello sorridente che gronda sangue e dice "Good morning Palestine" e un altro un autobus che gronda sangue dalle porte.

Gerusalemme e Tel Aviv ricevono la loro porzione quotidiana di terrore come il resto del mondo, non si vede il nesso fra l'aspirazione a uno Stato palestinese e questo attacco, o quello che ha ucciso quattro israeliani in preghiera a colpi di ascia e di fucile il 18 novembre, o l'attacco del 22 ottobre in cui un'auto che si è buttata sulla folla ha ucciso una bimba di tre mesi e una ragazza. Israele da sempre in realtà è il primo della fila perché rompe la regola della shariah che non ammette nessuna presenza estranea alla propria religione su territorio islamico. E' sempre stato il piccolo Hans col dito nella diga, ma ora che le onde sono altissime non ce la fa più a combattere da solo per tutti.

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CLARA CARPIO , NAPOLI. ITALIA
 martedì 27 gennaio 2015  15:05:55

Cara Fiamma ho già scritto al suo indirizzo un messaggio di affetto e solidarietà per il popolo ebraico che è per me davvero un popolo speciale forte, coraggioso,che è riuscito a superare prove tremende. Oggi è davvero importante la testimonianza di tutti coloro che possono definirsi uomini al di là del credo, della nazione, della fede politica.Insegno ai miei alunni il rispetto e l'amore per gli ebrei che sono i nostri fratelli, anche questo è un modo per ricordare e non dimenticare!!!



Silvio Riva , MILANO - ITALIA
 giovedì 22 gennaio 2015  18:14:48

Cara Fiamma, queste scene di follia diventata “ordinaria” fanno capire il grado di “intossicazione spirituale” indotta dal terrorismo.----- E' come dicono sia in guerra: ti emozioni, ti angosci, ti deprimi, ti spaventi, provi dolore, pietà, rabbia, odio, ma poi è solo abitudine.----- Vedi morti interi e a pezzi, sangue, distruzioni e in parte ne sei anche autore ma dopo un po' sei come anestetizzato e cerchi solo di restare vivo, intero e senza ferite.-- Non è più neanche questione di coraggio, “eroismo”.----- Poi ci sono gli “attentatori suicidi”, con la loro smania fra l'allucinato e il drogato, qualcosa di compulsivo che si scarica su chi capita.----- Ma sono proprio le vittime a stupire di più: in un Paese da decenni in una guerra “sporca”, NESSUNO DI LORO (non militare) gira armato, tipo West americano, e quindi NESSUNO spara al giovane attentatore appena estrae il coltello e si avventa.----- Eppure sanno che cose così possono succedere (e SONO SUCCESSE).------ Che dire ? ------ Onore a loro per il loro quieto coraggio nell'affrontare una “vita in prestito”.----- Ma forse cambiare le loro abitudini e portare armi non sarebbe sbagliato.



peter sammut , southampton inghilterra
 giovedì 22 gennaio 2015  18:11:24

Cara Fiamma,Il presidente Obama, John Kerry con altri schiffosi dell` EU vogliono che Israele deveritirarsi alle terre di 1948, e deve fare la pace con i palestinesi per accontentare a questi assassini .A si vogliono questo.. un`altro scoa per gli Ebrei.Questo non succedera` mai.Never again will there be another Holocaust against the JEWS. NEVER AGAIN



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