TUTTI SANNO CHE IL PREMIER NON TORNERA’ INDIETRO La rabbia degli ebre i della Striscia « Lo abbiamo votato, ci ha traditi»
martedì 3 febbraio 2004 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME
SHARON ha passato il Rubicone, e non tornerà indietro: inizierà
presto gli
sgomberi unilaterali e andrà fra pochi giorni a spiegare a Bush che
questo
aiuta la sua politica Mediorentale di pacificazione dopo la tempesta
irachena. Questa volta la gente a Gaza ci crede, ed è in stato di
schoc; gli
abitanti dei venti principale insediamenti di Gaza sono 5776, il
doppio di
quello che erano nel 1990. Pochi fra loro si consolano dicendo « l’ ha
già
annunciato mille volte, Sharon non ci abbandonerà » . La maggioranza si
sente
nuda e abbandonata. Già Pinhas Wallerstein il capo di Moetzet Yesha,
l’ organizzazione dei coloni gonfia il petto: « Ci prepariamo a una
grande
campagna di resistenza e di spiegazione, che però non ci porterà a
atti di
resistenza violenta contro i soldati. Però è dura essere attaccati da
un
uomo di destra, eletto da noi» . Furioso è il viceministro Zvi Hendel:
« Nè
l’ Unione Nazionale nè il Mafdal (i partiti di estrema destra ndr)se
ne
andranno dal governo: cacceremo via Sharon, e con ignominia» .
Molte famiglie risiedono a Gaza da tre generazioni, ovvero da quando
Ariel
Sharon, trentacinque anni fa, attaccò a fondo le organizzazioni
terroriste
che dalla Striscia si infiltravano in Israele; le foto lo mostrano
vittorioso fra le palme, mentre dichiara (a suo fianco Shimon Peres)
che per
evitare il terrorismo non resta che insediarsi dentro Gaza, che
Netzarim è
indispensabile alla difesa, e che Israele non si sposterà mai più .
Adesso
Sharon ordina, proprio così , ordina che Gaza si svuoti della presenza
ebraica, ovvero vita collettiva intensa ancorchè blindata,
coltivazioni
lungo il mare a perdita d’ occhio, serre che producono verdure
pregiate,
case, scuole, migliaia di tetti rossi e giardini, mucche, cani,
automobili e
camion, vite che devono essere smontate, impacchettate, spedite
altrove.
A Sharon, dicono spaventati i settler, si può credere: fu lui, il
padre
degli insediamenti, che quando fu firmata la pace con l’ Egitto,
sgomberò
Yamit e gli altri insediementi nel Sinai, assediandola e
letteralmente
espugnandola. Oggi nella pianura ventosa su cui si avventa la
mareggiata di
Gaza, a Neve Dekalim, sorge addirittura una muraglia-monumento
dedicata a
Yamit, per dire che mai Gaza verrà sgomberata, e parla anche a nome
degli
assassinati del Gush Katif (17 uccisi) nel Nord(2) a Netzarim stessa
(2)
durante l’ Intifada (fino a agosto). Nessuno può dimenticare l’ attacco
all’ autobus di bambini che nel novembre 2000 uccise due alunni e la
maestra,
e tagliò di netto le gambe a tre bambini.
Netzarim è per la popolazione palestinese a Gaza un coltello nel
cuore: i
soldati impediscono gli spostamenti e la vita normale mentre la
popolazione
pullula, si moltiplica; le coltivazioni palestinesi che impedivano la
visuale della strada per Netzarim sono state distrutte per duecento
metri
per ogni lato della strada per garantire che i terroristi non si
avvicinino
alle case; d’ altra parte, Hamas e in genere il terrorismo si
riproduce e
impazza, riceve armi dall’ Egitto, spara cannonate sugli insediementi,
attacca nottetempo. Il 24 ottobre scorso un attacco a Netzarim uccise
due
soldatesse e un soldato di guardia, e la popolazione della Linea
Verde reagì
con un generale « fino a quando?» che di nuovo è risuonato quando una
terrorista suicida pochi giorni ha ucciso tre soldati e un civile al
posto
di blocco di Eres, a Gaza: infatti già 9 soldati sono stati uccisi
per fare
la guardia alle famiglie di Netzarim, e Sharon sa che per quanto
doloroso e
controverso possa apparire, questo sgombero è per la maggioranza del
Paese
inevitabile. Dunque si capisce come Giora Eiland, il generale
incaricato da
Sharon solo pochi giorni fa di preparare un piano di sgombero insieme
all’ economista Abramovich abbia individuato Gaza come prima tappa.
Sharon
già ieri ha di nuovo menzionato anche la Giudea e la Samaria come
oggetto
certo di un ritiro unilaterale. Ma la « West bank» è attaccata alle
grandi
città , ha avuto (fino all’ agosto scorso) 168 morti in attentati
terroristi,
è ben più popolata di Gaza (i coloni sono 236.381). Un vantaggio per
gli
sgomberi l’ avrebbe: molti abitanti dell’ area hanno già stabilito una
trattativa col governo cercando di far valutare le case fino a
600mila
dollari a unità , mentre il governo pensa a 150mila a famiglia, e
sanno che
prima o poi bisognerà decidersi. Gli abitanti di Gaza, invece, se
hanno
resistito in quell’ inferno tanto tempo, certo non si faranno
intimidire nè
cacciare via.Una cosa è certa: Sharon andrà avanti. Anche se
Wallertsein
dice « non avremo nè la pace, nè la fine del terrorismo, al contrario,
sar di
nuovo il disastro di Oslo» , lo stato d’ animo di Sharon è simile a
quello di
Barak quando, con tutti i rischi e le difficoltà decise di tentare il
tutto
per tutto. Speriamo abbia più fortuna.