Fiamma Nirenstein Blog

Trump vede Kim (e pensa all'Iran). Prove generali del dossier Iran

martedì 12 giugno 2018 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 12 giugno 2018

Nelle ultime ore prima del summit fatale di Singapore,  il Segretario di Stato Mike Pompeo ha fatto balenare la speranza che il mondo può guardare con ottimismo all'incontro fra Trump e Kim Jong-un. Trump può farcela dove i suoi predecessori hanno fallito e in questo caso lo sberleffo maggiore è dedicato naturalmente al fallimento proverbiale di Obama con l'Iran, il Paese che dopo un decennio di trattative dopo l'accordo ha seguitato a progettare sotto il tavolo la bomba nucleare, e sopra ha inaugurato con missili balistici e invasioni territoriali una politica imperialista che non aveva mai osato. Questo nesso fra l'atteggiamento americano verso le due potenze nucleari più pericolose del mondo, non si limita all'ieri, ma investe l'oggi e soprattutto il domani. Tutto il mondo è ansioso di ritrovare un filo di speranza verso la pace, la denuclearizzazione, la risoluzioni di problemi decennali o addirittura secolari. E nessuno come il Medio Oriente ne sa qualcosa di questa necessità, specie da quando le "primavere" sono state seguite dagli attacchi seriali dei  califfi, con l'Isis, e degli ayatollah, con l'Iran e gli Hezbollah col coltello fra i denti come non mai specie in Siria, in Iraq, in Yemen, e qui la cosa si fa bollente, sul confine di Israele cui l'Iran ha giurato distruzione e morte.

Ed è per questo che Israele, ma il resto dell'area, guarda all'incontro del suo migliore amico Trump con Kim Jong-un come fosse suo: trasmissioni continue in diretta, corrispondenti e commentatori tutti mobilitati persino durante le ore in cui un nuovo attacco terrorista ha quasi ucciso una diciassettenne a Afula, e mentre brucia la discussione su Gaza da cui seguitano a partire gli aquiloni incendiari e gli assassini organizzati.

Se Trump riesce a fare un accordo con la Corea del Nord, fondamentale per Israele potrebbe essere, rispetto al pericolo iraniano che balena all'orizzonte, se esso conterrà un impegno di Kim a cessare di distribuire know how sulle armi nucleari all'Iran e alla Siria, e prossimamente, sembra, anche all'Egitto e forse all'Arabia Saudita. Questo sarà un aiuto pratico molto cogente e effettivo. Se poi si avvia un processo di pace con una lunga trattativa, ovviamente al contrario di quella di Obama con l'Iran dovrebbe disegnare  anche la cancellazione dei missili balistici e la censura di ogni tentativo di espansione territoriale: questo può tracciare la strada per la nuova trattativa, per una svolta prossima ventura con l'Iran. Perché questa è la vera strada che Trump disegna per segnare la storia dei rapporti internazionale: la Corea del Nord è un passo importante, teso a disegnare nuove relazioni con la Cina, già avviate come si vede dall'atteggiamento nord-coreano; ma soprattutto in realtà è una prova generale del vero grande cambiamento mondiale che Trump vuole conseguire. Cioè il ridimensionamento di una potenza, l'Iran, che non ha come nemici lontani abitanti dell'Oriente, ma gli amici strategici degli USA, Israele e i Paesi sunniti. Un mondo in cui il regime degli ayatollah e il loro messaggio di odio fossero finalmente battuti insieme a quello di Kim, sarebbe un mondo da premio Nobel per la Pace.  

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dolores cascione , Roma
 mercoledì 13 giugno 2018  11:04:29

Gentile Fiamma,Le scrivo per comunicare ciò che penso in relazione, non all'argomento in calce, ma alla partita amichevole con l'Argentina, annullata per minacce.In primo luogo a sbagliare è stato Israele, che doveva semplicemente comunicare che la partita si sarebbe dovuta giocare in Gerusalemme, senza precisare alcunché. Se non è ovvio per tutti gli Israeliani che Gerusalemme non può non essere - e diventare anche sulla "carta" - la capitale, come può diventare ovvio per il resto del mondo?Si doveva annunciare sic et simpliciter che la partita si sarebbe giocata in Gerusalemme. L'ovvietà non si comunica!!!!! La dichiarazione "perché Gerusalemme è la capitale" il mondo e specialmente i nemici di Israele, l'hanno recepita come dichiarazione di arroganza.E' stato controproducente: i pii di Israele sanno ciò che intendo dire.L'evento, inoltre, era sportivo e non doveva essere utilizzato politicamente. L'Argentina ha assecondato una minaccia terroristica e, quindi, ha dato possibilità al "mostro" di alimentarsi e crescere. Doveva forse non far giocare Messi e mandare la squadra a giocare. Ha avuto paura, questo è sicuro.Ora il Mostro sarà in agguato!!!! L'occidente ha letto il "LIBRO" e sa perfettamente quale città sia l'effettiva capitale di Israele.Certamente Gerusalemme, anzi l'intera terra di Israele, è luogo Santo di tre religioni e questa Santità impegna Israele più di tutti gli altri popoli.Dovrà mostrare al mondo che la pace e la convivenza sono realizzabili e difendibili nella TERRA che per vocazione era e rimane SANTA!. Custode di questa Terra non è solo lo Stato. Sono credente , quindi, questa circostanza individua il perimetro entro cui si muove il mio pensiero e i miei discorsi.Quanto ho scritto sopra, l'ho scritto in perfetta buona fede. Se leggerà, mi dia riscontro di avvenuta ricezioneUn saluto cordialissimo.Dolores Cascione



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