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TORNA LA GUERRA DI RELIGIONE

lunedì 29 ottobre 2001 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein I diciotto cristiani oranti che ieri sono stati uccisi sono vittime né più né meno che di una guerra di religione, la stessa che, nonostante gli scongiuri che la chiamano con mille nomi, impesta il mondo da ben prima dell'11 settembre. Ha avuto alterne vicende, ha visto confrontarsi le armate cristiane e islamiche per secoli; i cristiani presero il sopravvento dopo che gli islamici a lungo calpestarono le nostre praterie e solcarono i nostri mari, li respinsero sulle mura di Vienna e successivamente, attraverso alterne vicende, imboccarono, dopo la vittoria, la strada della divisione fra Stato e Chiesa. Così oggi riconosciamo i diritti di ogni religione, prima di tutto quelli dei nostri ospiti islamici. Nell'Islam invece, con le sue antiche tradizioni di tolleranza, la divisione mai avvenuta fra potere politico e religioso si è scaldata al calore dell'integralismo rampante. La guerra di religione è tornata. E la Chiesa non ha mai denunciato il fenomeno fino in fondo per la preoccupazione di gettare benzina sul fuoco. Ma in almeno 60 paesi, i cristiani soffrono persecuzioni; si calcola che 250 milioni vivano minacciati da persecuzioni e che ogni anno ne vengano uccisi 160 mila. Fra il 1990 e il 2000 sono stati uccisi 604 missionari. Filippine, Libano, Nigeria (duecento vittime in un pogrom poco più di una settimana fa), Sudan, non c'è latitudine che non conosca le persecuzioni dei cristiani. Degli assassini di ieri si parla perché sono parte di un conflitto su cui il mondo ha gli occhi puntati: ma nessuno ricorda Akiir Maduok Dengt, 7 anni, Deng Yel Bol, 5 anni, Anei Mabior Anguok, 10 anni, uccisi con altri tre coetanei il 7 ottobre scorso direttamente dal governo del Sudan in un villaggio cristiano dopo che il vicepresidente Ali Osman Taba ha chiamato alla Jihad contro i non musulmani nel paese. La guerra di religione deve essere innanzitutto denunciata, e poi, senza vergogna, dato che da noi ospitiamo religioni diverse, la Chiesa deve chiedere reciprocità al clero delle altre religioni: che invitino alla tolleranza e scomunichino i violenti, i terroristi, coloro che diffondono odio con le parole e gli scritti.

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