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Tappeti rossi per la Albanese. Entra nelle Camere l'odio anti-Israele

mercoledì 30 luglio 2025 Il Giornale 0 commenti
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Il Giornale, 30 luglio 2025
 
Dopo l’autogrill, il parlamento. Uno spintone qua, uno là, l’antisemitismo avanza. Qui un gruppo di bruti contro un padre e il suo bambino di sei anni perché indossavano la kippà; là, invece, la più alta istituzione della Repubblica italiana. La Albanese, di cui il nostro alleato americano ha descritto e provato l’antisemitismo per il quale l’ha dichiarata persona non grata richiedendo invano all’ONU di liberarsene come ricercatrice, è arrivata nella casa della democrazia e ha chiacchierato parecchio nel suo stile mostrificando gli ebrei e Israele insieme ai suoi ospiti parlamentari di sinistra: un’incoronazione. Gli appassionati di Francesca Albanese ne hanno fatto la leader del movimento antisraeliano-antiebraico. Forse una prossima eletta. È la loro zarina, persino nemica degli USA oltre che di Israele, non per le sue caratteristiche culturali, l’eloquio, la conoscenza dell’argomento, ma per l’appartenenza “tecnica” all’Onu, il grasso e grosso nemico di Israele, che perché le spara come piacciono alla gente. Siamo in piena battaglia dal 7 di ottobre. I suoi protagonisti, da Hamas all’Iran al Qatar a Erdogan fino al backstage russo cinese, sperano che ancora la grande spinta anti-israeliana e antioccidentale costringa in ginocchio Gerusalemme. Francesca Albanese fa la sua parte. Raccoglie i consensi dei più accaniti nel volere vedere affondare Israele nella melma dell’odio, ha twittato persino che i soldati israeliani sparano ai bambini in testa e nei testicoli.

È una groopy di prima fila dell’invenzione che Israele cerchi il genocidio, nel suo rapporto questa parola è citata 57 volte in 38 pagine. Ignora che Israele è impegnata in una guerra di difesa e di recupero degli ostaggi dopo la carneficina del 7 ottobre; che l’uso colossale, programmato di uno scudo umano mette in prima fila i civili in modo mai visto sopra centinaia di km di gallerie in cui soffrono gli ostaggi. La Albanese propone al parlamento italiano come il leader Ghazi Hamad che i palestinesi siano “un popolo di martiri”. Sparito l’odio, il terrorismo, le atrocità... resta il colonialismo inventato. Gli ebrei per lei, il popolo indigeno tornato dopo tanto soffrire, sono un popolo crudele. I suoi seguaci si sono moltiplicati, Macron propone all’ONU lo Stato palestinese, l’Europa vuole espellere Israele dalla ricerca scientifica: non si può proprio sopportare che gli ebrei che di fronte alle persecuzioni non hanno mai potuto difendersi, oggi combattano senza indietreggiare. Alla Camera e al Senato l’hanno invitata Laura Boldrini del PD, il deputato AVS Angelo Bonelli, Ascari di Cinque stelle... La Albanese dice cose semplici, ha molto mercato: la lobby ebraica comanda gli Stati Uniti, Israele è simile alla Germania Nazista, l’occupazione, i settler, i soldati che vanno a caccia di bambini da ammazzare sono Israele; anzi diceva ieri, l’economia di occupazione è stata trasformata in economia di genocidio. Boh. Ma Israele non ha mai perseguito il genocidio, né la fame. Ha fatto passi senza precedenti per limitare il danno ai civili: messaggi, telefonate, spostamenti, cancellazioni.

I soldati sparano solo se in pericolo o in combattimento. Si cita la fonte di Hamas nel dire che ci sono stati 58mila morti con 18mila bambini, ma sono bambini fino ai 18 anni, le famiglie denunciano più volte i loro morti, la metà del numero è fatta di combattenti: quindi la proporzione fra combattenti e civili è fra le più basse della storia e Israele ha un accumulo di migliaia e migliaia di morti per attacchi terroristi e caduti in guerra, e di suoi civili colpiti dai missili. Infine, molti esperti concordano sul fatto che la fame nasce dal fatto che Hamas ha rubato immense quantità di aiuto per i suoi scopi. Ma nella Striscia il cibo c’è, si dovrebbe distribuirlo senza che Hamas lo rubi. L’Albanese può suggerirlo e anche che, se Hamas restituisce gli ostaggi, la guerra finirebbe. Non lo dice mai.   

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