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SUI SUSSIDI RESTA LO SCONTRO TRA PRIMO E TERZO MONDO Primo sì a Johan nesburg: agricoltura pulita entro il 2020 Sostanze chimiche al bando e un’ inte sa per curare i mari dagli eccessi della pesca

mercoledì 28 agosto 2002 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein inviata a JOHANNESBURG Nel diluvio di chiacchiere virtuose che promettono di cambiare il mondo, ieri il summit di Johannesburg sembra aver fissato due punti fermi. Come si sa, la bozza preparatoria è coperta per un quarto da parentesi quadre su cui si tratta all'impazzata. E ieri ne sono volate via alcune molto importanti. Nella sala del « Vienna Setting» , in cui si compone il puzzle dell'accordo fra Usa, Europa, G77 e Cina, si è dichiarato la morte prossima ventura di quella che gli ambientalisti chiamano « la sporca dozzina» : l’ annuncio è che « si mira ad ottenere che entro il 2020 i prodotti chimici siano usati e prodotti in modo che non causino effetti significativamente avversi alla salute» . E non non solo: si è stabilito anche un piano d'azione per salvaguardare la fauna marina e assicurare un futuro al pesce come alimento per gli esseri umani. Accordo importante anche perché fissa una data: quella del 2015, scadenza entro la quale le maggiori riserve del pianeta verranno curate e « riequilibrate» , considerato il loro stato di esaurimento causato da indisciplinate e continue azioni di pesca selvaggia. Per la chimica in agricoltura, c'è chi dice che la formula è blanda, ma l'impegno ai più appare chiaro: entro il 2020 tutto il mondo dovrà aver messo da parte per sempre molte sostanze chimiche, prima di tutto i cosiddetti « Pops» (« Persistent organic polluter), vale a dire pesticidi clorurati, con i quali si producono il Ddt e i Pcb, componenti di oli di macchine pesanti: sono veleni micidiali, perchè restano mescolati nell'ambiente per sempre. Vengono utilizzati anche per moltiplicare la produzione vegetale e restano annidati in frutta e verdura, nel nostro organismo e in quello degli animali, oltre che nell'acqua potabile e da irrigazione e nei suoli, causando cancro, mutazioni genetiche e gravissime malattie. Questi « Pops» sono stati oggetto di discussione alla convenzione di Stoccolma del 2000, tenuta dall'Onu e nella quale si stabilì che l'Europa li avrebbe eliminati entro il 2010. Adesso si ritardano i tempi, ma intanto l'Europa ha in gran parte già compiuto il suo lavoro e il mondo, se sarà realizzato questo primo accordo importante, arriverà tutto insieme al traguardo. E non solo: vi arriverà prendendo in considerazione non solo « la sporca dozzina» , ma anche altri prodotti chimici dannosi. Quali? Ancora non è specificato, ma tinte, colle e altri antipatici soggetti sono già nell'obiettivo. Questo impegno è stato preso mentre l'assemblea generale dei delegati discuteva di agricoltura e, nonostante i toni si siano alzati per la richiesta dei paesi del Terzo Mondo di un maggiore impegno economico e dell’ eliminazione delle barriere protezioniste da parte del Primo Mondo, si è ripetuta all'infinito la necessità di concentrarsi sulle tecniche di coltivazione: tutti vogliono eliminare i prodotti chimici. Intanto, si è affacciato un motivo di conflitto e nasce da una voce di corridoio, per altro molto insistente, di cui il Wwf, gli Amici della Terra e i sostenitori della campagna per la riforma della Banca Mondiale si dicono certi. In slang la chiamano « la truffa delle rinnovabili» . In una parola, l'Europa starebbe tradendo il grande accordo per la riduzione dei gas serra, vale a dire il Protocollo di Kyoto, che prevede l’ adozione di energie rinnovabili. Gli europei sarebbero disponibili a cancellare il paragrafo che fissa l'entrata in vigore del Protocollo « preferibilmente entro il 2002» (anche questo sta per ora in una parentesi quadra) in cambio dell'impegno Usa a concordare un tetto del 14% per le energie rinnovabili, da prodursi con il sole, il vento, il gas naturale. Gli ambientalisti non sono per niente d'accordo, perchè ritengono che le energie rinnovabili, se non c'è un impegno specifico, potrebbero essere prodotte in modo anomalo: i governi potrebbero lanciarsi nella costruzione di immense dighe, come quelle del Terzo Mondo che spesso distruggono interi ecosistemi. E poi - sottolinea il Wwf - la triste realtà è che già oggi le dighe e i sistemi di combustione di rifiuti (superinquinanti, ma comunque fonti di energia alternativa) sono già circa il 14% del totale. Alla fine, l'accordo potrebbe rivelarsi una vera presa in giro. Ma lo scontro più forte della giornata è stato quello sui sussidi all’ agricoltura. « Non cederemo fino a quando non avremo ottenuto un compromesso concreto sulla loro riduzione progressiva» , ha dichiarato Ana Elisa Osorio, ministro dell’ Ambiente del Venezuela, che guida la delegazione del G77. Infatti, una mucca europea riceve finanziamenti superiori di almeno una volta e mezza rispetto a un contadino del Terzo Mondo. E questa - secondo i delegati africani e asiatici - è una delle cause principali della loro povertà . Nella nottata, poi, si è dibattuto il più avvincente di tutti i temi, il denaro che l'Occidente deve impegnare negli aiuti al Terzo Mondo e le barriere commerciali. La verità è che su questo argomento si decide la riuscita o il fallimento del megavertice.

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