Su D'Alema Mr Pesc non siamo tutti d'accordo
Cari amici,
alcuni di voi hanno espresso il proprio disappunto per una frase dell'articolo di Maurizio Caprara sul Corriere di ieri, che ho fatto circolare per sollecitare un dibattito sulla candidatura di Massimo D'Alema ad Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell'Unione Europea: ovvero, nell'articolo vengo qualificata come "deputata del «Popolo della libertà» di religione ebraica".
Ora, io sono ebrea. Trovo che il menzionarlo sia non solo una descrizione della realtà, ma anche un motivo di orgoglio.
Certo, dipende da chi scrive, non siamo ingenui. Ma nelle parole di Maurizio Caprara, che è un amico, non c'è nessun elemento discriminatorio.
Penso semmai che ci si debba concentrare di più sul contenuto dell'articolo di Caprara. Stanno giungendo parecchi commenti, seguitate a dirmi cosa ne pensate.
Segnalo l'articolo uscito sul Foglio di oggi.
Massimo impegno
La lobby dalemiana in Europa alle prese con la contro spinta
Il Foglio, 13 novembre, p. 1
Roma. I giochi sono sempre meno fatti, a Bruxelles, nel grande gioco che porterà al nome del ministro degli Esteri europeo (“più nomi che posti”, dice il presidente svedese dell’Ue Fredrick Reinfeldt). I giochi non sono fatti per il candidato Massimo D’Alema – che pochi giorni fa appariva favorito anche per l’Economist, specie dopo l’ufficializzazione dell’endorsement berlusconiano. Certo D’Alema può ancora contare sul sostegno europeo ufficiale di Martin Schulz e di Paul Nyrup Rasmussen (con cui l’ex premier ha contatti diretti), sull’opera di indefessa sponsorship di Piero Fassino e sul sostegno ufficioso di chi, negli ambienti politico-economici internazionali, perora la sua causa tra Roma e l’Europa (un nome per tutti: Andrea Peruzy, segretario generale della dalemiana Fondazione Italianieuropei e membro del cda Acea).
Ed è vero che due giorni fa i socialisti e i democratici europei hanno diramato un comunicato congiunto – firmato da Gianni Pittella, vicepresidente del Parlamento europeo, da David Sassoli, capodelegazione europea pd già veltroniano e ora per forza di cose dalemiano, e da Gianluca Susta, vicepresidente del gruppo socialisti e democratici – in cui si esprimeva “profonda soddisfazione” per l’unanimità raggiunta su D’Alema. Ma forse tanta soddisfazione è giustificata anche dal lavorio sotterraneo necessario a smorzare le (numerose) perplessità sul nome di D’Alema, da un lato noto in medio oriente per la teoria dell’equivicinanza – che poco piace a Israele – e dall’altro lato noto all’est per il suo passato nel Pci, poco digeribile per la nuova Europa orientale, meticolosamente anticomunista e iperatlantista anche nelle componenti socialiste. Ora che la partita passa ai governi, alla propulsione delle lobby dalemiane si contrappone dunque un movimento frenante (e multinazionale) di perplessi. Ieri lo stesso Gianluca Susta raccontava al Foglio di una “difficoltà” all’interno del gruppo socialista: “Qualcuno aveva dei dubbi, soprattutto nell’area dell’est europeo”. Il governo polacco, pochi giorni prima, si era affrettato a smentire le perplessità del proprio rappresentante nell’Ue, Jan Tombinski.
Intanto, sulle pagine del quotidiano israeliano Yediot Aharonot, il giornalista Menachem Gantz analizzava la candidatura in un articolo intitolato “il dilemma D’Alema”. Nel pezzo si definiva il candidato “problematico per Israele” (“dal suo punto di vista non c’è differenza tra Israele e Hamas”, scriveva Gantz) e si elencavano gli altri ostacoli che D’Alema potrebbe incontrare, prima di tutto sulla soglia “del numero 10 di Downing Street”. E se è vero che Gideon Meir, ambasciatore d’Israele in Italia, ha detto al Corriere della Sera di non avere “una posizione su queste nomine. Sono una questione europea, Israele ne è fuori”, e che Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica romana, ha mostrato favore verso la candidatura, è anche vero che D’Alema si è dato da fare per “costringere i suoi naturali oppositori a fare dichiarazioni”, come scrive Gantz. Ci sono stati infatti “contatti” tra ambienti dalemiani e ambienti dell’ambasciata nei giorni precedenti alle dichiarazioni dell’ambasciata stessa.
L’altro punto del dilemma israeliano su D’Alema è la missione Unifil di interposizione antihezbollah in Libano, opera prodian-dalemiana, e la riconferma del generale Unifil Claudio Graziano (il mandato è in scadenza, ma Israele preme per il bis). A complicare il quadro, ieri giungeva la dichiarazione dell’ambasciatore dell’Autorità nazionale palestinese a Bruxelles, Leila Shahid: “D’Alema piace ai palestinesi”. La posizione di D’Alema in tema “medio oriente” è proprio ciò che ha spinto la giornalista Fiamma Nirenstein, deputato del Pdl, a pronunciarsi contro la candidatura in commissione Esteri, di cui è vicepresidente. Nonostante “il buon curriculum di D’Alema – dice Nirenstein – “non si vede come l’ex premier possa essere il grande mediatore dell’Europa nel conflitto mediorientale. Sarei entusiasta all’idea di una soluzione italiana e bipartisan, ma ci sono nomi migliori, per esempio Piero Fassino”. Il giornalista e deputato del Pd Furio Colombo, che da sinistra si è trovato spesso in disaccordo con D’Alema in tema di conflitto israelo-palestinese – e l’ha ribadito ieri al Foglio – non vuole però sottoporre l’ex premier a “processi preventivi che avrebbero l’aria di un giudizio psicologico e non politico. Se la mettiamo su questo piano non c’è alcun politico che non sia pregiudicato”.
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12 novembre 2009
Cari amici,
vi segnalo il pezzo di Maurizio Caprara di oggi sul Corriere, nel quale, in una situazione di consenso generale sulla candidatura di Massimo D'Alema alla carica di Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell'Unione Europea, viene segnalato come io abbia espresso invece una posizione diversa. Così ho fatto in un articolo sul mio giornale la settimana scorsa e così è stato ieri nell'ambito di un'Audizione del Ministro Frattini davanti alle Commissioni Esteri e Unione Europea di Camera e Senato in seduta congiunta, in un intervento a braccio che vi farò avere non appena sarà pronto il resoconto stenografico. La vostra opinione, come sempre, è gradita...
Fiamma
"Sul candidato italiano dubbi dalle donne del Pdl"
Maurizio Caprara, Corriere della Sera, 12 novembre 2009, p. 17
ROMA — Prima degli esami pubblici che vorrebbe la Polonia per i candidati alla carica di alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di Sicurezza, non ancora previsti, Massimo D’Alema, Pd, è stato sottoposto ieri a un assaggio di prova nelle commissioni Esteri di Senato e Camera. Fiamma Nirenstein, deputata del «Popolo della libertà» di religione ebraica, ha sostenuto che sì, l’ex presidente del Consiglio ha un curriculum adatto per l’incarico dell’Ue aggiungendo: «Però non vedo come D’Alema potrebbe essere il grande, equilibrato mediatore dell’Europa nel conflitto mediorientale». Critiche simili da Margherita Boniver, stesso partito. «Non ho citato la passeggiata di D’Alema a Beirut nel 2006 con uno di Hezbollah, ma a quello mi riferivo », diceva Nirenstein all’uscita.
L’assaggio di esame, per D’Alema, è stato in contumacia. L’aspirante alto rappresentante era altrove. La sua difesa, d’ufficio, l’ha compiuta Franco Frattini, Pdl. Da Bruxelles, D’Alema sarebbe capace di rappresentare «tutte le sensibilità europee», è stata la tesi del ministro degli Esteri. Presto, se D’Alema sarebbe equilibrato tra palestinesi e israeliani, tra arabi e Stato ebraico è diventata materia di discussione anche fuori.
Tra gli israeliani c’è chi non esclude che risparmiando ostacoli a D’Alema si possa ripetere quanto si ottenne da Gianfranco Fini: quando nel 2003 fu accolto a Gerusalemme l’ex capo di un partito con radici fasciste come il Movimento sociale, aiutandolo a darsi un nuovo profilo, lo si fece scommettendo che sarebbe risultato uno degli alleati più attivi. Così è stato. In pubblico, l’ambasciatore a Roma Gideon Meir ha sottolineato l’estraneità del suo Paese alle cariche europee, senza attaccare D’Alema. Nirenstein, che abitava in Israele, si è mossa in altro modo.
Il candidato per l’Ue che viene dal Pd otteneva ieri scudi dal centro-destra. «Ogni posizione è legittima, si figuri se non capisco quella di Nirenstein.
Ma adesso bisogna fare 'sistema-Paese'», ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa, uno degli addetti ai lavori ascoltati dal Corriere.
«Nirenstein? Parere personale », affermava Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera. In una inusuale sintonia con un avversario, Antonio Di Pietro: «Da ex ministro degli Esteri e uomo delle istituzioni, D’alema ha la qualità per non far fare brutta figura all’Italia». Pier Ferdinando Casini, Udc: «D’Alema mandò i militari in Libano facendo un favore a Israele e agli arabi. E’ il candidato ideale». Giudizio simile da Marta Dassù, già consigliere di D’Alema a Palazzo Chigi: «Il governo israeliano tiene e a quei soldati, lo dimostra la fiducia risposta nel generale Graziano».
Non un coro, tuttavia. L’ex ministro della Difesa Arturo Parisi, Pd, non ha nascosto difficoltà di D’Alema: «E’ un politico puro, può sostenere anche altre linee tenendo conto delle evoluzioni della realtà. Crede in alcune, presenti nel centro-sinistra, che ha esitato a riproporre nel tempo. Che Nirenstein lo ricordi indica che una parte del mondo ebraico non gradisce». Lo pensa anche Furio Colombo, Pd: «A ogni candidato può esser mancata equidistanza. Ho un giudizio vicino a quello di Nirenstein. Non so se lo utilizzerei se fossi in una giuria».
Quell’amicizia con Hezbollah pesa come un macigno
Fiamma Nirenstein, Il Giornale, 1 novembre 2009
Massimo D’Alema commentando ieri l’ipotesi che egli, ex ministro degli esteri italiano diventi ministro degli esteri europeo, secondo Repubblica ha detto una delle sue frasi classiche, quelle in cui da del cretino a un po’ di gente: «Una nomina italiana a ministro degli Esteri d’Europa è una questione di grande interesse nazionale, non un pastrocchio da piccolo interesse di bottega. Se qualche imbecille non lo capisce, peggio per lui». Ha ragione. E io sono, mi sembra, fra questi imbecilli. Una scelta per D’Alema implica una quantità di piani politico-ideologici: parla di scelte che riguardano la politica italiana; di Weltanschauung, la sua visione del mondo; delle attuali scelte degli italiani per l’Europa. Non c’è dunque solo la questione che è stata maggiormente messa in rilievo, il segnale di buona volontà fra le parti politiche, la buona novella che quando si tratta dell’interesse nazionale si deve e si può sotterrare un’ascia di guerra ormai insanguinata. Da questo punto di vista sarebbe una buona cosa che tutti concordassero su una candidatura italiana quale che ne sia la parte politica. Ma c’è di mezzo l’Europa e il messaggio che l’Italia le vuole lanciare in un momento che non è delicato solo per noi, ma per il Vecchio Continente alla ricerca di ruolo, di spazi, di significato.
Durante la sfortunata discussione che ha portato all’esclusione di Tony Blair dal ruolo di premier europeo, il primo ministro ungherese Gordon Bajnai l’ha detto chiaramente: forse innanzitutto dovremmo definire il contenuto che attribuiamo al ruolo, e poi scegliere l’uomo di conseguenza. Tony Blair è stato, credo, messo da parte per il suo altissimo profilo, perché la sua storia di sostegno alla guerra in Iraq, la sua figura energica e aggiornata nella lotta al terrorismo non corrisponde a un’attitudine ancora volutamente fumosa e tecnocratica dell’Europa, di queste 27 nazioni in cerca d’autore che non sanno ancora dove sono dirette e quindi scelgono spesso l’ovvio rispetto alla politica. Data la dinamica per cui la cancellazione di Blair dalla presidenza consente ai socialisti europei la poltrona del ministro degli esteri, è apparso, fra altri candidati importanti, anche il nome di D’Alema.
Ora D’Alema ha sicuramente un curriculum straordinario per le sue qualità di politico e per le magnifiche sorti e progressive della nostra sinistra: la sua caratterizzazione riguarda, e penso che lui stesso concorderebbe, molto di più il suo spirito che le sue idee, e disegna di fatto un personaggio molto peculiare, con tratti che lo rendono contrapposto a quelli che potrebbero essere oggi i fini ideali dell’Italia in Europa. L’attuale elettore del governo in carica è nettamente atlantista, la politica estera che suggerisce nasce in contrapposizione netta con quella del governo Prodi e con quella di D’Alema; rompe, anche se ha un grande interesse per il mondo arabo e per il Mediterraneo e vi costruisce alleanze, con la antica politica andreottiana, la sua politica non è di «equivicinanza», come tante volte ha proclamato D’Alema, perché non ci può essere la stessa distanza con una democrazia e con una dittatura.
L’anno scorso a un convegno dell’Aspen il ministro Franco Frattini e Massimo D’Alema ebbero a discutere della questione israeliano-palestinese: il fine era due stati per due popoli, ma Frattini aveva un’evidente propensione a considerare Israele parte del suo, del nostro paesaggio interiore e i palestinesi responsabili di ogni futuro sviluppo di un processo di pace, mentre per D’Alema cadeva su Israele tutto l’onere della pace e sui palestinesi brillava la stella dell’innocenza. Per D’Alema Arafat è stato un amico, mai ha condannato le sue responsabilità nell’Intifada del terrore e del rifiuto di Camp David; il fatto che gli Hezbollah avessero rappresentanti in parlamento li rese per il suo giudizio esenti dall’accusa di terrorismo, e glieli ha fatti scegliere come compagni nella famosa passeggiata di Beirut dopo la guerra del 2006; icona, mi dispiace, indimenticabile.
Quanto a Hamas, D’Alema conosce le cronache del terrorismo e ne ha certo letto anche la Carta antisemita, pure ha ripetuto alquanto che occorre dialogarci e pensa di estrarne accordi, di nuovo perché sono stati eletti. Una visione impraticabile politicamente nell’era della diffusione di massa dell’estremismo islamico; inoltre Hamas proprio per iniziativa italiana è stato collocato nella lista delle organizzazioni terroriste. L’invincibile profonda convinzione di un torto originario di Israele è forse quello che porta D’Alema a chiamare la guerra di difesa israeliana a Gaza «spedizione punitiva» anche se ha sempre ritenuto invece che i 500 morti civili serbi sotto le bombe Nato siano stati legati a una guerra giusta, quella voluta anche da lui.
L’Europa ha davanti responsabilità colossali: l’Iran ci sfida con indicibile arroganza, il terrorismo internazionale e ci inonda di sangue in Afghanistan e in Pakistan, come è accaduto la settimana scorsa, Hamas rifiuta l’accordo don Abu Mazen... se D’Alema sarà il ministro degli Esteri europeo, se vale la speranza che questo ristabilisca qualche concordia a casa, una volta che poi egli compia le scelte che gli sono tipiche, stavolta come ministro degli Esteri europeo, non creerà questo invece un insanabile scontro di visioni del mondo nell’ambito dell’Europa stessa e proprio fra noi italiani?
Segnalo questo commento di Sergio Minerbi, già ambasciatore israeliano presso la Comunità Europea, apparso oggi su Informazione Corretta:La mia impressione su D’Alema dopo un breve contatto personale, è quella di un individuo altezzoso, superbo; pieno di sè, incapace di discutere urbanamente, sicuro di aver sempre ragione anche sui temi che di tutta evidenza gli sono stranieri. Questo è D’Alema. Forse però è l’uomo ideale per rappresentare la politica estera dell’Unione Europea. Pieno di vanità ma vuoto di contenuto, egli può essere l’esponente di una inesistente politica estera comune. Sulle questioni medio-orientali egli ha già mostrato a Beirut le sue simpatie per l’Hizbollah. L’equidistanza non ha senso per lui. E questo è l’uomo migliore che l’Italia può candidare? Stento a crederlo. Forse è solo la prova che l’Italia ufficiale non crede nelle politiche europee. Se D’Alema sarà scelto egli aggiungerà un contributo negativo a una politica europea che preferisce il Hamas e quindi, se seguìta, porterebbe allo sfacelo la presenza europea nel Medio Oriente.Sergio Itzhak Minerbi
Sharon , Roma
Segnalo un bell'articolo sull'argomento comparso su Libertiamo:"La lunga marcia di D'Alema verso Bruxelles.Forza D’Alema, dì qualcosa di europeo!" di Martin Schultheshttp://www.libertiamo.it/2009/11/13/forza-d%e2%80%99alema-di-qualcosa-di-europeo/
ben , Italia
la pace si fa con i nemici, ma chi sono i nemici di sig. D'alema?forse prima lui puo fare la pace con israele vedendo che lui è un amico d'un gruppo di terrore.
Tiziana Ficacci , Italia
Sulla sua visione su D'Alema e il MO ovviamente sono d'accordo anche io ho scritto una cosa sul sito www.nogod.it: http://www.nessundio.net/blog/2009/11/03/2914/Ho trovato molto fastidioso nell'articolo di Caprara la qualficazione della sua appartenenza religiosa, non citata per le altre persone sentite.Dal mio post:"Massimino D’Alema da un po’ di giorni si sente tre metri sopra il cielo. Il premier infatti ha deciso, per una volta, di comportarsi come un politico normale e ha dichiarato che se ci sarà un gradimento europeo sponsorizzerà baffino all’importantissimo ruolo. Certamente toglierselo dalle scatole sarebbe una opportunità per la politica italiana, in primis per il neosegretario del Pd, altrimenti costretto a tenersi il corvaccio sul groppo. [...] Il post comunista italiano non è stato, da ministro degli Esteri, molto equilibrato, anzi ha sempre parteggiato per una parte ad esempio nel conflitto israelo-palestinese (in linea con la tradizione d.c. – p.c.i. che è il brodo di coltura del politico) [...]"
annalisa rossi , milano-italia
Con le stesse parole parole di una “autorevole” stampa estera, dico che D?Alema è unfit a ricoprire il ruolo di ministro esteri U.E.La sua famosa equivicinanza darebbe ancor più vigore alle forze oscure che stanno demolendo passo dopo passo la nostra civiltà, sarebbe ancor più difficile combattere il terrorismo , blaterando di dialogo, o peggio legittimando i terroristi come interlocutori indispensabili.Mi piace pensare che ,ome siamo riusciti a non portare un antisemita alla guida dell’UNESCO, così sventeremo anche questo attacco.Annalisa rossi
ben , Italia
Per essere contro Israele è sempre facile, perche è una Democrazia, pero' a me sig. D'Alema mi fa pensare che forse lui non voule più fare nulla per il suo paese, Italia, e cerca il potere in posti diversi. pensate su questo
Boaz Senator , Milano\Voghera
D'alema sostiene che l'occidente deve dialogare con i Taleban, secondo lui la pace si fa con il nemico. Quindi Adolf Hitler avrebbe dovuto essere invitato alla conferenza di Yalta? Hamas ha ripetuto senza sosta che la sua organizazione non riconoscera Israele eppure D'Alema farà di tutto per legitimare Hamas. La visione di politica estera di D'alema è infantile e non pragmatica.
cecilia nizza , gerusalemme
Cara Fiamma,hai perfettamente ragione. Che un governo difenda "la ragion di Stato", sostendendo la candidatura di D'Alema è comprensibile, meno lo è la posizione timida e dimessa della comunità ebraica italiana e estera che si barcamena invece di prendere aperta posizione contro una candidatura che ancora una volta mette l'Europa in una posizione ambigua nei confronti di un conflitto che potrebbe risolversi se solo venissero una volta per tutte denunciate le responsabilità arabo-palestinesi nel fallimento delle trattative, affermando: "Sveglia, ragazzi, se volete un vostro Stato, che viva in pace accanto a Israele, sedetevi al tavolo, senza assurde precondizioni". Comunque, da israeliana devo dire che la faccenda non mi scuote più di tanto. Come cittadina europea invece sono preoccupata, perché da questa incapacità di capire i problemi del mondo emerge il declino del nostro continente.Cecilia Nizza Gerusalemme
Franco , Italia
Purtroppo la politica europea si sta spostando verso un amicizia, immune da ogni possibile critica, verso gli estremismi arabi. Che fare? D`Alema sarebbe certamente il piu` adatto a rappresentare certe posizioni ex sovietiche filo arabe. Possibile che non si possa trovare per quella carica persona meno schierata per Hesbollah? Perche` nessuno ha pensato ad esempio ad Emma Bonino che pur essendo di sinistra sa anche essere oggettiva? Preferire D`Alema a Blair dimostra quanto certe sinistre, anche a livello europeo, non siano obiettive quando si tratta di scegliere persone gradite agli estremisti arabi. Che sia la potenza del denaro e del petrolio a far fare certe scelte?Franco
Marco , firenze
Appena 3 giorni fa si è festeggiato a Berlino l’abbattimento del muro, quel monumento plumbeo al ‘Dio che è fallito’, quel muro che ha sequestrato mezza Europa nel recinto dell’ateismo e del totalitarismo. Si è festeggiato la morte del comunismo, il comunismo originario, quello della grande utopia e della grande violenza, quello che ha prodotto decine di milioni di morti. La cifra complessiva lascia inorriditi e senza parole: nell’insieme il potere comunista ha eliminato oltre cento milioni di morti.E’ un offesa a queste decine di milioni di morti affidare a un comunista o ex comunista quale è Massimo D’Alema, la carica di rappresentare l’’Europa.E’ una violenza inaccettabile per tutti i paesi dell’est che hanno vissuto condizioni di estrema miseria economica nel quadro di una dittatura terroristica e poliziesca.Ancora non ho sentito dire dalla bocca di D’Alema una chiara disapprovazione del comunismo.D’Alema, nella sua miopia politica, non ha mai rinnegato il suo passato, non ha mai condannato il comunismo e la sua sudditanza verso l’Unione Sovietica, puntando tutta la sua politica sulla carta della furbizia.La storia ha insegnato che gli infingardi primo o poi vengono scoperti.
buffone carmine , firenze
Gentile sig.ra Nirestein,la prego considerarmi insieme a lei fra quegli imbecilli che rfiutano l'idea che D'Alema possa divenire ministro eurpeo per la politica estera.aspiravano,Per me D'Alema è uno di quella del vecchio PC e non credo che uno vissuto in un partito come il PC imbevuto sin dalla tenera età di comunismo,proveniente da una famiglia di pari fede allevato a Mosca possa rinnegare il tutto.Non mi fido di questi personaggi.Dia battaglia per quanto può.Con stima dott.Buffone Carmine
Steiner , italiana
Gent.Sig.Nirestein ebbi già modo di evidenziarle il mio dissenso alla iattura D'Alema , ma provi ad immaginare la candidatura caldeggiata dal premier come una merce di scambio dove la controparte sia intervenire sulla magistratura guardi che l'idea non è pellegrina,ne tanto meno campata in aria se dovesse succedere qualcosa in qualche regiona cara e se un prezzo da pagare sia un viatico di parte per averne un altro altrove in politica l'impossibile si realizza a volte .... distinti e cordiali saluti
mario coccia , genova, Italia
penso che d'alema a capo della diplomazia della ue possa solo essere un pericolo per quella democrazia in cui dice di credere.si è rivelato amico degli arabi, specie se estremisti, non ho ancora sentito una sua parola che condanni un arabo anzichè Israele, e non batte ciglio se gli immigrati ( in gran parte islamici) deviano dalle regole ( eufemismo), delinquono, stuprano, ecc ecc.in questi casi è di un mutismo assoluto.se trasferiamo il tutto alla ue a mio avviso non facciamo sistema-italia, ma ci autocondanniamo a diventare la terra di chi grida più forte degli altri-e questo non è che mi faccia piacere......
Daniele Scalise , Roma
Cara Fiamma,perdona la brutalità, ma non ne posso fare a meno. Ritengo la scelta di D'Alema una scelta completamente insulsa e politicamente dannosa. Ritengo la politica estera di questo governo - di cui per altro non sono ostile - grottesca, come l'ha già definita qualcuno. Parole al vento, lo so bene. Vincerà (ma non è detto) la ragion di Stato. Il che non mi farà cambiare idea su quel signore che considero uno dei peggiori ministri degli Esteri che abbiamo avuto. Come sempre ti abbraccio e penso che a volte la solitudine è un dovere delle persone per bene.Daniele Scalise
Roberto , Italia
Gentile Fiamma, visto che me lo chiedi io ti dico cio' che penso: D'Alema e' quel lestofante levantino grazie al quale non fu fatta la sacrosanta legge sul conflitto di interessi quando si poteva e doveva. E' quindi anche grazie a lui che abbiamo questo governo. In piu' e' un vero antisemita nella piu' pura tradizione cattocomunista. Forse puo' essere degno rappresentante di questo paese e della nostra classe politica ma dell'Europa credo e spero proprio di no...
Magda Menchini , Firenze, Italia
Quando hanno regnato i nostri amici "compagni" non ci hanno lasciato neanche un tappetino liso, nella loro avidità di occupare l'occupabile. Inoltre trovo che D'Alema non sia il più idoneo a rappresentare l'Italia, troppo algido, troppo indisponente, troppo altezzoso e, last but not least, inaffidabile e non neutrale.Vorrei gentilmente chiedere se si prevede una data dalla quale non ci sentiremo più sinistro-dipendenti, ma autonomi in grado di portare avanti ogni genere di comparti, compresa la cultura.Comunque ho già capito che, per dire le cose ad alta voce, ci vuole il coraggio di donne in gamba. come, in alcuni casi e, in altri campi, sta accadendo.Ringrazio se, eventualmente, ci sarà una rusposta.Magda Menchini
carlo , bergamo
No signora Nirenstein. D'Alema, che non amo, in questo ha ragione. Israele è responsabile della mancanza di pace nella regione. D'Alema fa benissimo a proporre di negoziare con Hamas. Il PLO corrotto e venduto non serve gli interessi dei palestinesi. Nè, credo, quelli di lungo termine degli israeliani
Massimo DeGiorgis , Torino,Italia
Gentilissima Signora Nirenstein,ha perfettamente ragione Lei,il sig.Dalema è assolutamente inadatto,io saro un imbecille,ma quando vedo una persona che va a braccetto con un criminale,beh questo non va,speciamente quando si inventa storielle raccontando che è cambiato e segue la pace.Sosno stato in Israele e sono stato da dio,paese veramente da vedere!Grazie della cortesia,Max DeGiorgis
luigi , senago
potrebbe essere una bella mossa per eliminarlo dalla scena politica italiana in europa e fuori c'è una baraonda tale che non conterebbe nullasaluti luigi
Fabrizio Carbone , Roma, Italia
Ex di quasi tutto, da Presidente del Consiglio (aveva giurato che lo avrebbe fatto solo se eletto), a ex comunista, ex ministro, l'on. Massimo D'Alema non ha mai dato garanzie di imparzialità, di serietà. Tutto il resto (hezbollah compresi) vale poco. Speriamo che nessuno prenda sul serio la sua candidatura. Amche perchè, questo il mio punto di vista, l'appoggio dell'Utilizzatore finale (lasciamelo chiamare così, Fiamma) in Europa è un marchio di...garanzia (non un avviso).
giuseppina marrone , Siracusa- Italia
Cara signora Nirenstein, sono d'accordo con lei! D'Alema e` una persona che non mi piace:quando esprime una opinione bisogna tradurla dal politichese, lo so che e`la lingua ufficiale dei politici, ma lui si mantiene sempre in una sorta di equilibrio, come in un limbo troppo poco chiaro, mi da` l'idea del burattinaio...butta il sasso e ritira la mano, opp. come si dice dalle mie parti, fa come la seppia: butta il nero e nella confusione si ritira.......
germani giuseppe , oristano
Se Israele continua a costruire insedia=menti nei territori occupati vuol dire chela pace non la vuole.Mi sembra lampante.Cordialmente.
Aurelio , Milano
Gentile Signora,studiando un po' la storia dello Stato di Israele, ho notato come, a mio avviso, l'impazienza di concludere abbia portato a forzare le cose, ovvero a non ottenere il consenso convinto della controparte.Questo, se pure vogliamo chiamarlo così, torto originario di Israele e dei suoi "sponsor", è stato felicemente superato da tutti gli Stati che hanno relazioni diplomatiche di Israele.Anch'io nutro grande simpatia per il popolo ebreo e per Israele e rabbrividisco per certe affermazioni del leader iraniano.Però, diciamo così, posso comprendere che chi ha subito "in loco" quella forzatura originaria, abbia molta più difficoltà ad accettare il fatto e, sfortunatamente, è gente con la memoria lunga: i 60 anni trascorsi per loro sono nulla.Senza entrare nei singoli casi, in generale Israele ha diritto a una legittima e proporzionata difesa. Ma, parallelamente a questo, esiste uno sforzo da parte degli israeliani per costruire rapporti umani, positivi, con i palestinesi dei territori occupati? Che so, aiutandoli a trovare modalità di approvvigionamento idrico...So che parlo di cose difficilissime...ma non pensa anche Lei, Signora, che siano necessarie?GrazieAurelio
LUIGI MASSARA , PALERMO
d'alema è sempre un comunista, non si è mai dissociato dall'ideale rosso, e ha vissuto, è cresciuto ( non solo fisicamente) alla scuola comunista, duro e puro. il fatto che lo si possa proporre per la carica di ministro degli esteri e anomalia tipicamente italiana. più anomalo ancora è l'atteggiamento di fini.non si è mai dissociato dal logo politicamente corretto dello stato di israele oppressore dei palestinesi. non conosce la storia del medio oriente, non conosce le lingue, forse non ha letto neanche carlo marx. per sterzare sempre a sinistra si accorderebbe anche con shaytan. e poi, vogliamo finirla con il buonismo una volta per tutte. hezbollah non perdona, e forse d'alema farebbe bene a leggere quel che ha scritto l'egregia buonanima di khomeyni.in ogni caso, se fosse eletto a quella carica, penderebbe sempre per la causa dei poveri palestinesi, che sono cresciuti a spese dell'europa, dell'america e dello stato d'israele, non difenderebbe l'identità europea con la forza necessaria.e poi, quale visione del futuro politico immediato ha quest'uomo? l'iran da bravo sciita usa la " taqyya" e l'occidente non comprende o non vuole comprenderecullando l'idea che il dialogo risolve tutto.quale dialogo, se le lingue sono diverse, le culture diverse, le fedi diverse? non credo che d'alema possa rappresentare l'europa come ministro degli esteri. ideologicamente è già fuori tempo. quando non servirà più, hezbollah gli darà il benservito, e non vorrei che lo desse anche a noi.
Loris , Bolzano
Sono allibito per la proposta del governo italiano di candidare l'onorevole Dalema alla carica di ministro degli esteri della commissione europea. Già come giovane docente supplente ho delle pesanti riserve sulla bislacca riforma della scuola presa da codesto governo, atta solo a non assumere e tagliare personale insegnante( è non assumendo che si pensa di uscire dalla crisi e rilanciare l'economia????), ci mancavano ora gli sforzi della maggioranza al sostegno di una candidatura apertamente ostile ad Israele in questo momento cruciale per Israele ,il Medio-Oriente e di conseguenza per tutto il Mondo. Non posso fare altro ,quale elettore di questo governo, che dimostrare la mia palese insoddisfazione e contraietà a tale proposta . Chiedo alla onorevole Fiamma Nierenstein di battersi fortemente ,siamo con Lei!!!
Adriano Romaldi , Falconara Marittima - Italia
Gent.le Sig.ra Fiamma quando il 12 maggio 2007, mi ricordo benissimo perché il 13 maggio abbiamo festeggiato la Madonna SS. a Betania, sulla sommità del Succòt, spero si dica così, una famigliola di Israeliani che veniva dalla Sinagoga alle ore 17,30, si fermò; c'era una pioggia fitta fitta di quelle che si ricordano per chi sprovvisto di ombrello.Ebbene, il padre di un bambino che avrà avuto non più di due anni ha tolto il pannolino al figlio mentre questi si divertiva a fare lo scivolo sul cemento.Anche questo è Israele; i nostri bambini lì con la campana di vetro e guai anche a chi ce li guarda.Per un senso di vea giustizia c'è una grande differenza ra il modo di educare il bambino Ebreo e quello italiano, figurarsi il palestinese.Questo D'Alema non lo ha visto perché lui ha frequentato solo i Palestinesi "poverini" e così si è persa l'occasione per vedere ciò che, azl contrario, io ho vistoFare una colpa ai Palestinesi non me la sentirei, ma trasformare il loro odio in guerra di liberazione questo giammai.A noi cristiani è dato di vedere alcune sfumature del Tutto ma di una cosa sono sicuro; se fosse per "qualche" musulmano prima sarebbero fatti fuori gli Ebrei quindi si passerebbe direttamente ai cristianiSono stanco di cristiani o di "battezzati" che non riconoscono più la loro radice e D'Alema mi sembra un ottimo rappresentante di questa parte; se Berlusconi deve pensare a tutto ed a tutti, stiamo freschi; che cosa fate voi N7S ELETTI; DATE UNA SCOSSA A QUESTO GROVIGLIO DI RAGNATELE E "MATTATE IL RAGNO".cON STIMA aDRIANO rOMALDI
isacco , israele
Sono completamnete d'accordo con LEI, cara Fiamma, a proposito del DALEMA.Bisognerebbe piuttosto proporre AZNAR come ministro europeo degli esteri o uno francese, ma non il Kouchner, troppo demagogo.Cordiali salutiib
buffone carmine , firenze
Gentile Signora,condivido pienamente quanto esposto nel suo scritto.D'Alema è stato un comunista e tale è restato per come vorrebbe risolvere i problemi medio orientali.Deludono sempre di pù certe scelte di Berlusconi che crede di poter ricavare qualche cosa da questa nomina senza rendersi conto che da D'Alema non ci si può aspettare segni di gratitudine perchè è un uomo di apparato e pertanto pensa solo quello che lui può ricavare da certe nomine.Speriamo che l'Europa scelga un altro soggetto.Con questo augurio la saluto cordialmente.dott.Buffone
Daniel Fuss , italia
Sono daccordo
Maria Grazia Fracazzini , Borgomanero (NO)
Sono pienamente d'accordo con la Sua analisi. Mi vengono i brividi al solo pensiero che l'On.D'Alema possa avere quella carica. Tifo contro perchè sono come Lei una "imbecille". Buon lavoro
Giuseppe Casarini , Binasco (MI)-Italia
Gentile Signora,così scrivevo in una lettera a Informazione Corretta nel settembre 2006 a proposito della nostra missione UNIFIL LIBANO e non credo, anche se mi auguro fortemente di sbagliarmi, che a distanza di tre anni il giudizio di D'Alema sia cambiato o possa cambiare su Hetzbollah:"Le intenzioni di chi trama nelle aree medio-orientali sono chiare e sotto gli occhi di tutti meno che a qualcuno in Italia.Hetzbollah non ha nessuna intenzione di essere disarmato, la risoluzione dell'ONU é carta straccia, il suo " imperativo categorico" dettato dal despota iraniano ed approvato dal compare di Damasco é uno ed uno solo: " La distruzione di Israele".Ecco perché ritornando al D'Alema don Chisciotte "rovesciato" i nostri soldati dovranno stare accorti, non é una scampagnata come stanno allegramente documentando le TV di Stato compiacenti ed ormai asservite in toto al Governo Prodi: non sono mulini a vento quelli che si dovranno affrontare o meglio sono mulini camuffati in cui si sta allestendo l'atomica, mulini pieni di armi, mulini da cui partono ordigni mortali, ossia mostri orrendi, anche se il nostro Ministro degli Esteri, non dalla sella di uno sfatto Ronzinante, ma da una comoda e lussuosa imbarcazione certo abbagliato dal sole li vede come pacifiche e tranquille macchine intente a tramutar grano in farina."
Gianfranco Massi , Tarquinia
Cara Fiamma, credo che lei sottovaluti la capacità degli ex comunisti di trasformarsi e adattarsi alla natura del terreno su cui si muovono. In particolare D' Alema, il cui obiettivo è stato sempre il potere, fin da quando, come giovane comunista, imparava il mestiere di politico, senza ideali.
Francesco , Roma Italia
Rileggendo le dichiarazioni del nostro deputato, ex Ministro degli Esteri, D’Alema, il quale, durante l’ultima, giusta e legale reazione dello Stato d’Israele, nel 2008, al sistematico e giornaliero bombardamento, con missili Qassan e Grad, del proprio territorio, per un totale di 15.000 bombardamenti; quando si accorse che gl’israeliani stavano travolgendo quei terroristi, con uno discutibile e confuso sentimento di pietà per questi rinomati assassini, anche della loro gente, ebbe infine ad affermare che "Non e' Hamas che chiede la tregua, e non e' un caso. La chiedono i moderati, Abu Mazen, i moderati egiziani e arabi" In effetti, alla fine, non fu proprio così, perché sia Abu Mazen che fu immediatamente inascoltato da Hamas, e sia Mubarak che insistette per giorni e giorni, per giungere ad un accordo di pace tra Hamas ed Israele, alla fine dovette desistere pure lui, per il famigerato “non assenso” giunto ad Hamas da parte dell’Iran di Ahamadinejad. Sempre, nell’ambito delle guerre o della politica, in genere, sembra che si stia giocando una partita a poker, dove i giocatori sono portati a non farsi scoprire le carte in loro mani, e che stiano in attesa del comportamento dei loro avversari, presenti intorno al tavolo, mentre, alcuni di essi, cercano il sostegno morale e mediatico che gli possa giungere da un gruppo di fans, sparsi tra il pubblico… Ebbene, il comportamento di Hamas s’identifica con quello del “giocatore dilettante”: Questo giocatore, stanzia una bella somma di denaro che egli è disposto a perdere. Infatti, gioca per diletto; è disposto a “buttare sul tavolo verde” le abbondanti ricchezze che gl’inviano i suoi genitori che risiedono in Iran. Se perde, poco male, saprà di aver perso una notte di giocate. Se vince, sarà più probabile che lo vediate andar via con le sue vincite piuttosto che provare a rigiocare. Non si pone di conoscere il problema del perché delle perdite, o quello delle vinci
Boaz Senator , Milano
D'alema Massimo, Non vorrei vederlo in nessuna carica in Italia o fuori. D'alema sostiene che bisogna parlare con terroristi e Taliban. I Taliban che nulla hanno a che fare con l'umano. il piu basso grado dell umanità. D'alema sostiene che si dialoga con il nemico. Quindi Hanno fatto male Churchil, Stalin e Rusvelt a non chiamare Hitler alla conferenza di Yalta, dopo tutto la pace e il dialogo si fa con il nemico.Stupidita priva di pragmatismo, bla bla sinistroide.
Elisabetta Covini , Torino/Italia
Nel momento stesso in cui ho sentito della candiadatura di D'Alema mi è venuta in mente l'immagine di lui a braccetto con hezbollah.Mi autodenuncio quindi come una degli imbecilli che non capisce l'interesse nazionale di avere D'Alema come ministro degli esteri europeo. Anzi, a dire il vero, io lo ritengo proprio controproducenti per gli interessi della nazione e dell'Europa. Cordiali saluti
steiner , italia
Stimata e Gent. Signora Nirestein è tutto vero quello che dice nella sua analisi a proposito di Dalema ,ma in sintesi per lui e per noi meglio sentirsi stupidi in un mondo d'intelligenti che essere un intelligente in un mondo di emeriti stupidi,solo che la sua presunta intelligenza lo porta solo a circumnavigare il suo piccolo mare popolato da filibustieri arabi nuovi e vecchi in pozzanghere di vecchio comunismo in uno sbiadito orizzonte che lui si prefigge ,la ritinteggiatura del comunismo e gli interessi internazionali in salsa terzomondista ...guardi una pena ..un poveraccio e più poveracci di lui chi pensa che sia una possibilità Cordiali saluti