Stefania Craxi raccoglie l'invito di Fiamma: "Israele siamo noi"
mercoledì 10 ottobre 2007 Generico 19 commenti
In "Israele siamo noi" scrivevo:
"La storia della sinistra italiana è un caso di studio esemplare per indicare la centralità della questione, la sua cinica irrinunciabilità, l'incoscienza con cui Israele è stato trasformato in un reciproco, basilare pegno per tenere la sinistra in vita. Sarebbe bello se Andreotti, ormai anziano, carico e responsabile di questa esperienza, desse per primo, di fronte alla ferocia di Hamas e di Ahmadinejad con i loro annessi, un segno di resipiscenza: credo sia l'unico che potrebbe esserne capace. Ma forse anche Stefania Craxi, che cammina sul sentiero di suo padre Bettino, potrebbe ex post cercare di rimediare ai suoi errori; [...]". (p. 228).
Sul Giornale di oggi, Stefania Craxi scrive un articolo in cui raccoglie il mio invito. Eccone il testo:
Craxi, Israele e l’eterno errore sinistro
Stefania Craxi
Il Giornale, 10.10.2007
Non ho difficoltà ad accogliere l’invito di Fiamma Nirenstein a rivedere, io che porto il nome di Craxi, il giudizio che la sinistra, non solo italiana, ha costantemente dato del conflitto tra israeliani e palestinesi: un giudizio sempre favorevole ai palestinesi e di condanna di Israele. Fiamma Nirenstein ha scritto un libro appassionato, dunque non esente da giudizi molto personali e perciò opinabili. Ma quando afferma (è il titolo del libro) Israele siamo noi, Fiamma ha cento volte ragione. Israele è un pezzo della nostra civiltà trapiantato in Medio Oriente; è il meglio delle nostre istituzioni democratiche, la migliore comunità di cittadini, il più alto senso della vita che si possa conoscere in un Paese civile. Questo va riconosciuto, va detto a voce alta. A Bettino Craxi, Fiamma Nirenstein dedica molte pagine di critica, spesso ingiusta, largamente mitigate da una evidente simpatia umana. Ma non si può attribuire a Craxi di aver sposato la causa palestinese per coprirsi le spalle a sinistra. È vero che parlar male di Israele e dell’America era un magnifico collante per i dissidi a sinistra, ma di certo Bettino un simile calcolo non l’ha mai fatto. Bettino vedeva nel Mediterraneo i maggiori interessi dell’Italia e lo voleva perciò pacificato, un mare di scambi e di commerci; e poiché capiva che il bubbone era in terra di Palestina, cercava di risolverlo con le armi della diplomazia. Il suo rapporto con Arafat (sul quale aveva più di un dubbio) nasce dalla necessità di dare all’Occidente un interlocutore credibile per il popolo palestinese; e quanto alla linea politica «pace contro territori», mi sembra appena il caso di ricordare che è stata anche ultimamente la linea di Sharon e di Olmert: e mio padre parlava quando furoreggiava il mito della Grande Israele. Ha ragione la Nirenstein: parlare oggi di pace contro territori è un assurdo dopo quello che è successo a Gaza, trasformata in un poligono di tiro contro Israele. Oggi il problema è battere il fanatismo islamico cui si è purtroppo convertito un buon numero di palestinesi. Meritate, dunque, meritatissime le stroncature delle varie iniziative del ministro D’Alema che va a braccetto con gli hezbollah, che vuole trattare con Hamas, e non disprezza, come Prodi, una chiacchierata amichevole con Ahmadinejad che promette la distruzione di Israele. Israele è continuamente minacciata nella sua esistenza. Basta leggere i romanzi dei suoi grandi scrittori - Oz, Grossman, Yehoshua - per capire l’angoscia che a Israele cova nel fondo degli animi. Una situazione che avrebbe bisogno di continue attestazioni di solidarietà e non riceve altro che schiaffi e denunce, siano singoli Stati, l’Unione Europea, l’Onu con le sue Ong, tutte rigorosamente antisemite. Le pagine di Israele siamo noi urlano contro questa ormai palese ingiustizia. Ha fatto bene, Fiamma, perché contro tanta viltà non resta che la denuncia. Alta, forte, come il grande atto d’amore che Fiamma Nirenstein dedica al suo popolo nel capitolo dedicato al sionismo. L’ebreo homo faber, che in ogni atto pensa al miglioramento, con un senso dello Stato e della collettività che fa vergognare noi individualisti, cinici edonisti. È una campagna che ci colpisce in viso: purtroppo meritata.
venerdì 30 luglio 2010 13:00:20
Bellissimo libro! Stefania Craxi dovrebbe avere il coraggio di compiere un ulteriore passo: ammettere che suo padre era anti-israeliano e che ha gestito in maniera pessima la questione dell'Achille Lauro. Però mi fa molto piacere che l'onorevole Craxi sostenga Israele come del resto tutti gli ex socialisti del pdl (così mi risulta). Ben venga questa discontinuità sulla politica estera dell'ex leader socialista, di Andreotti o di Moro.Quella politica fu nefasta e inaccettabile perché prevedeva accordi con i terroristi finalizzata a riparare l'Italia e gli italiani dagli attacchi dell'olp e poco importa se a farne le spese furono i dipendenti dell'El Al o un bambino di 2 anni ucciso davanti alla Sinagoga nello Shabbat, del resto costoro, secondo il cosiddetto Lodo Moro (di cui Cossiga ha affermato l'esistenza), non erano italiani (ma "semplici ebrei" o collaboratori dello Stato Sionista) e quindi non meritevoli di protezione. Alcuni dei personaggi di cui sopra sono morti in maniera tragica (e me ne dispiace), però finiamola di mitizzarli visto quello che hanno fatto e cerchiamo di rimediare agli errori fatti sostenendo Israele perché ne va della sopravvivenza della democrazia, dell'Occidente e naturalmente degli ebrei israeliani e non, ben venga la politica estera di questo Governo e ben venga il prezioso impegno dei socialisti alla causa israeliana.
El Charro , Reggio Calabria - Italia
mercoledì 25 giugno 2008 23:57:05
La mia idea circa il nodo da sciogliere, relativamente al conflitto perenne in Medio-Oriente tra israeliani e palestinesi e della scelta italiana a suo tempo di appoggiare Arafat piuttosto che Shamir o il Likud reazionario ed estremista, mi trova perfettamente concorde con quella linea politica, altamente strategica per la sicurezza nazionale del nostro Paese, che si trova al centro del Mediterraneo. Se poi valutiamo il contesto storico nel quale il conflitto ebreo-palestinese era strumentale agli equilibri internazionali nel gioco dei blocchi contrapposti tra USA e e URSS, non c'è dubbio l'Italia di Aldo Moro, di Andreotti e di Craxi giocò un ruolo di primaria importanza, di raffinata arte diplomatica e di ingegneria politica volta alla sicurezza dell'Italia e dei suoi cittadini. Considerato che l'incolumità fisica e la convivenza civile in linea di massima non sono stati intaccate all'epoca, a tal proposito non ci rimane che essere grati a quei nostri politici di allora rivolgendo loro un grazie di cuore per ciò che in politica estera hanno fatto.
cossunicola , siena italia
venerdì 30 maggio 2008 17:37:09
Signora Dafne, il suo ragionamento posto in questa ottica di pochi anarchici, liberali mi convince. Ha ragione. Ma ripeto pochi e buoni ma pochi... Speriamo che siate sempre di più. Auguri.Per quanto riguarda Stefania Craxi è sempre in ...prova... pentita ma in prova. Non c'è dubbio. Io che non ho amato nè il padre, nè i socialisti, ricordo gli articoli dell'Avanti quando all'inizio degli anni settanta erano filo israeliani, quando l'inviato per il medioriente si chiamava Pierfelice Bernacchi. Poi quando con Craxi ed Intini direttore arrivarono i petrodollari cambiarono parere e diventarono filo arabi. Carta canta. Spero siano cambiati definitivamente.
Dafne Eleutheria , Forli'
giovedì 29 maggio 2008 12:42:30
Signor Cossu, continuo a ritenere che la signora Craxi dovrebbe parlare per sé. Quando afferma: “Il suo rapporto con Arafat (sul quale aveva più di un dubbio)” sarebbe interessante conoscere la natura di questi dubbi, per esempio. Oppure quando afferma: “fa vergognare noi individualisti, cinici edonisti”, mi auguro che continui a parlare per sé. Tuttavia trovo piuttosto strano tutto questo discorso già alla radice. Infatti affermare: "La storia della sinistra italiana è un caso di studio esemplare per indicare la centralità della questione, la sua cinica irrinunciabilità, l'incoscienza con cui Israele è stato trasformato in un reciproco, basilare pegno per tenere la sinistra in vita” è allucinante, ma a quale sinistra si fa riferimento? Io sono una persona anarchica e libertaria, e in tanti ambienti anarchici si è sempre stati più indulgenti verso Israele che non verso i Palestinesi. Bisognerebbe principiare la questione con un “la storia di una certa sinistra italiana”, ma si sa, per certe persone che vedono o tutto bianco o tutto nero, questo non sempre è possibile.
cossu nicola , siena italia
martedì 27 maggio 2008 12:59:44
Perchè, signora Dafne, ad un atto di umiltà, tanto difficile per chi ha conosciuto i socialisti al potere, non si risponde con un atto di indignazione...che mi lasci dire, nasconde rancori sopiti...Ne abbiamo in molti, in Italia, verso i nostri socialisti... e le elezioni lo dimostrano. Non esistono più. E' bene che facciano mea culpa. Soprattutto quei socialisti e quelle socialiste, in questo caso, che 'rappresentano' ancora oggi movimenti, fondazioni, lobby, interessi economici importanti che le assicuro hanno una importanza che non è legata ad un solo nome. Auguri.
Dafne Eleutheria , Forlì
lunedì 26 maggio 2008 17:59:09
Signor Cossu, veramente il dottor Caracciolo ha semplicemente esortato la signora Craxi a parlare per sé. Effettivamente lei rappresenta solo sé stessa, quindi perché mai principiare la sua lettera con un “Non ho difficoltà ad accogliere l’invito di Fiamma Nirenstein a rivedere, io che porto il nome di Craxi (….)”
cossu nicola , siena italia
domenica 25 maggio 2008 23:29:12
E no caro Antonio, interessano tutti coloro che cambiano idea. Se Stefania ha cambiato idea a te che importa? E' la storia che decide. Non so se sei mai stato socialista e non so se Stefania Craxi lo è mai stata. Di una cosa sono certo. Lo stato di Israele lo è stato prima. Socialista. L'unico vero stato socialista fra un'ammucchiata di dittature arabe. Dedite tra l'altro anche alla pulizia etnica dei palestinesi.Amen.
Antonio Caracciolo , Roma
domenica 25 maggio 2008 18:30:07
A Stefania Craxi:Parla per te!E se vuoi istruirti un poco leggi anziché "Israele siamo noi” un ben diverso libro: "La pulizia etnica della Palestina”. Sono sicuro che tuo padre aveva un maggiore senso del pudore di quanto non abbiano i figli.
Gianfranco Pellegrini , Italia - Milano
mercoledì 17 ottobre 2007 15:01:25
Cara e simpatica Stefania, leggo per prima cosa i tuoi articoli (pochi purtoppo) sul Giornale e sento finalmente una voce aggressiva ed erede della più vera tradizione socialista. Oggi purtroppo in tanti di sinistra si appropriano del nome socialista, ma sono eredi del pci che non hanno mai avuto il coraggio di affrontare il loro Bad Godesberg o quello che Gianfranco Fini, coraggiosamente ha avuto il coraggio di affermare-Il fascismo è stato il male assoluto. Bene stai con Berlusconi che ti ha capito sino in fondo. Avanti così Gianfranco
Vincenzo Garzillo , Milano
giovedì 11 ottobre 2007 17:28:06
Sottolineo questo passaggio di Stefania Craxi: "(Israele) avrebbe bisogno di continue attestazioni di solidarietà e non riceve altro che schiaffi e denunce, siano singoli Stati, l’Unione Europea, l’Onu con le sue Ong". Tesi identica a quella di fiamma Nirenstein, che io condivido.Tuttavia a questo proposito mi meraviglia una cosa: non mi risulta che Olmert abbia mai bacchettato D'Alema e Prodi. Ma forse è successo e io me lo sono perso. Qualcuno di voi può dirmi se l'ha fatto o no? E se non lo ha fatto, perché non lo ha fatto? Forse per non rovinare i rapporti con l'Italia?
silvio brienza , bernareggio - mi
mercoledì 10 ottobre 2007 23:19:46
Il bel libro di Fiamma Nirenstein viene utilizzato per tirare l'acqua al proprio mulino, come al solito ! Craxi con i fatti di Sigonella volle semplicemente compiacere ad Arafat e ai terroristi palestinesi che comunque colpirono l'Italia dopo l'Achille Lauro, a Fiumicino, in Via Veneto a Roma e nel Ghetto di Roma. Pensò con l'orientamento filopalestinese che caratterizzava la sinistra e parte dei socialisti (Nenni ed altri erano per Israele, storicamente dimostrato) di mettersi in buona luce verso i palestinesi e i produttori arabi di petrolio. Il libro è passionale, bello, avvincente e va dritto alla sostanza delle cose, l'autrice è come al solito brava e chiara nel proporre concetti difficilmente contestabili con obbiettivita'. Ritrovo anche alcuni passaggi che nel libro di Furio Colombo, la fine di Israele, dovrebbero essere continuamente portati all'attenzione del pubblico: severe critiche a Israele e silenzio su Hamas e Hezbollah, il comportamento della stampa e della televisione che enfatizzano le azioni di Israele e minimizzano quelle dei palestinesi, la traballante politica estera italiana. Auguri a Fiamma !
fabio cangiotti , S.Angelo in Vado/Italia
mercoledì 10 ottobre 2007 21:31:56
Mi sembra molto sensato ed equilibrato il giudizio di Pier Paolo Baglioni, anche se ricordo un accenno di Ferrara in difesa di Bettino Craxi: in sostanza, egli fece un patto d'onore per lasciare libero Abbas e salvare il salvabile e non potè o non volle mancare a questa parola suppongo spesa con lo stesso Arafat. Va detto che non era facile nel clima ideologico del tempo fare di meglio: Montanelli protestò molto per la scelta di Craxi, ma non era ancora nelle grazie (tardive e strumentali) della sinistra... Comunque chiara e coraggiosa come al solito Stefania Craxi, e complimenti alla grande Fiamma Nirestein.
Enzo , Londra-UK
mercoledì 10 ottobre 2007 20:35:43
Questa e' veramente una bella notizia!Fa piacere leggere quello che ha detto Stefania, perche' e' la sacrosanta verita'.Ancora una volta...grazie Fiamma!
Giuseppe , Genova
mercoledì 10 ottobre 2007 16:38:04
brava stefania e bravissima come sempre fiamma. hold on
pier luigi baglioni , itakia
mercoledì 10 ottobre 2007 16:27:36
Post Scriptum. Garbato con Stefania va bene ma non voglio errere reticente con me stesso sul piano storico e culturale.Stefania Craxi -che ammiro e stimo al contrario del fratello- difende amorevolmente il padre per la sua defaillance alla linea liberale e occidentale, con l'equivicinanza (si dirrebbe oggi) ad Arafat ed indulgenza al mondo terrorista palestinese.Bettino era molto amico di Zine El Abidine Ben Ali presidente-dittatore della Tunisia che lo accolse come un Capo di Stato quando tutti lo avevano abbandonato. Egli, alla maniera stessa della DC, da Enrico Mattei ad Andreotti, stava con gli americani ma faceva una politica filoaraba condizionata dagli approvvigionamenti petroliferi. Fin qui si giustifica. Il nodo del giudizio contro viene con Sigonella, e la vicenda Achille Lauro. Quando salvò Abu Abbas dal giusto castigo che meritava.I comunisti di allora, per ragioni ideologiche e affinità politica coi palestinesi, si esaltarono del terrorista lasciato libero, osannando Craxi dopo averne detto peste e corna all'infinito. Ma Bettino agì strumentalmente, mi auguro, non per convinzione come loro: volle accreditarsi leader non nemico della causa palestinese, renddo di contro omaggio all'amicizia anzidetta con Ben Alì che ne perorò la liberazione.A sua scusante, ben sapendo quanto stava facendo; disse di non sapere nulla dell'assasinio proditorio del paraplegico ebreo americano. Non lo credo, e penso che il suo coraggio decisionista meritavanon miglior occasione.Annovero, anche io amorevolmente, l'atto di Bettino Craxi a Sigonlla nel tradizionale viscido e ambiguo giocare su due tavoli che permea la nostra Italia dall'unità ad oggi.Cultura dalla quale anche egli, come altri grandi statisti e uomini politici, non ha saputo sottrarsi.
guyciman , Bergamo
mercoledì 10 ottobre 2007 15:58:25
Trovo l'intervento di Stefania improntato alla ricerca di un cerchiobottismo che non porta a nessuna via d'uscita. Il suo babbo, che ho molto stimato, non è per mia conoscenza mai stato molto vicino allo stato d'Israele mentre è assai notoria la sua "vicinanza" al popolo palestinese. Ben dice Stefania quando parla di una odierna classe politica italiana incapace di imporsi come super partners mettendosi a braccetto con i gruppi estremisti palestinesi ed incapace di mediare contro quell'orribile quanto anacronistico muro della vergogna http://www.disinformazione.it/images/israelemappa2.JPGBene diceva De Michelis: "Una pace possibile!" non utopie.Con simpatia.Ciao, guycimanhttp://stazioneparadiso.simplicissimus.it/
pier luigi baglioni , italia
mercoledì 10 ottobre 2007 15:20:33
Stefania è una grande,che onora il suo cognome. Che ammiro e seguo trovandomi sempre all'unisono con quanto fa, dice, e scrive.
ANGELO CORTESI , PIACENZA ITALIA
mercoledì 10 ottobre 2007 15:19:21
Meglio tardi che mai. Brava Stefania! Tanti, troppi politici e "intellettuali" italiani e/o europei hanno inveito per anni contro lo stato "aggressore" di Israele e tanti, troppi continuano oggi a non accorgersi o facendo finta di non accorgersi di dove venga la minaccia non solo per l'intera civiltà occidentale ma anche per ogni altra civiltà fuorchè quella islamica ormai totalmente rappresentata dall'integralismo più spinto. Lo diceva ad alta voce Oriana Fallaci senza paura nonostante gli insulti e le minaccie da ogni dove ed io, nel mio piccolo, da oltre venti anni dico le medesime cose.....Israele è l'unico baluardo di civiltà e democrazia nel medio oriente, non difendere Israele è come non difendere noi stessi, un suicidio! Israele siamo noi!!!
Mara , Bologna
mercoledì 10 ottobre 2007 13:34:59
Fa piacere leggere quanto scrive Stefania Craxi; peraltro stimavo molto suo padre, fino all'episodio dell'Achille Lauro e sue conseguenze.....quella tragica vicenda fu per me uno shock. A proposito di Achille Lauro e dell'assassinio di Leon Klinghofer, Stefania mi sembra molto diversa, nel giudizio politico e nell'umanità, da suo fratello, che definì Klighofer un ebreo come tanti....una nullità, insomma.