Sotto il naso dell'Unifil
lunedì 21 luglio 2008 Panorama 5 commenti
Il rinnovo del mandato dell’UNIFIL nel sud del Libano dovrebbe avere luogo in agosto. Ma proprio in questi giorni estivi, forti rumori di guerra mettono in dubbio il suo destino. Il primo ministro libanese Michel Suleiman minaccia Israele di un attacco per conquistare le famose “Shebaa farms”, un fazzoletto di terra sabbiosa che non era mai stata oggetto di scontro fino a che nel 2000 Israele si ritirò da tutto il Libano: allora gli Hezbollah cominciarono a menzionare la minuscola zona, contesa anche con la Siria, per dichirarsi “resistenti”. Il governo appena nato e presieduto da Fouad Siniora, nel quale gli Hezbollah hanno diritto di veto secondo gli accordi di Doha, potrebbe opporsi al patto di rinnovamento dell’UNIFIL. Inoltre i servizi segreti israeliani hanno informato il governo che Nasrallah vede lo scambio di questa settimana fra i corpi dei soldati rapiti Regev e Goldwasser e i loro uomini come “lo scambio Mughnje” ovvero la vendetta per l’assassino del loro arciterrorista tre mesi fa, l’inizio di una nuova guerra: ovvero, intenderebbe usare i giorni della fine di questa settimana per iniziare a cambiare le regole del gioco con l’UNIFIL, indurlo di fatto all’impotenza, eventualmente rapire altri soldati e attaccare il nord, e colpire obiettivi ebraici all’estero. Insomma, sgombrare il campo dai disturbatori, dato che l’Iran preme per un confine davvero aggressivo.eper la fondazione dell’Unione Mediterranea: giovedì scorso ha tenuto una rara riunione di gabinetto sul riarmo degli Hezbollah, che possiedono ormai 40mila missili a nord e a sud del Litani e si sono riorganizzati in quasi tutti i villaggi di confine. Le armi di provenienza iraniana vengono dalla Siria, pare,ogni settimana. Due anni fa Nasrallah si vantava di potere colpire Tel Aviv. Adesso dice che può arrivare a Dimona, fino agli impianti nucleari. Che fare dunque di fronte al riarmo della longa manus dell’Iran? Sin dall’inizio si sapeva che la risoluzione 1701 non avrebbe disarmato gli hezbollah e che anzi, affidando al giudizio dell’esercito libanese i carichi sospetti, li riarmava. Ma nessuno, neppure gli israeliani osavano dire male dell’UNIFIL, perchè Olmert, con la coda di paglia dell’insuccesso, voleva almeno un risultato. Alla fine però Tzipi Livni ha lanciato all’ONU una campagna per disarmare gli hezbollahetramite un ampliamento delle regole di ingaggio dell’UNIFIL che dovrebbe agire nei villaggi e usare la forza. Adesso però si è corretto il tiro: magari l’UNIFIL non ha nessuna intenzione di combattere un guerra? Dunque, perchè non chiedere alla Siria di bloccare le forniture di armi? Da parte di Assad sarebbe una bella prova di indipendenza dall’Iran, una fuoriscita dall’Asse del Male. Qualcuno potrebbe dire: ma i buoi sono già fuggiti, con 40mila missili! La guerra è comunque dietro la porta.Nei giorni scorsi non si è fatto che parlare di Bashar Assad di Siria e della scelta di Sarkozy di farne un divo in mostra al Grand Palais invece che un rais prono ai desideri dell’Iran e legato agli Hezbollah per i suoi interessi in Libano: ma per ora si sa che Assad ha riempito Sarkozy di disappunto rifiutando di tenere con Olmert a Parigi l’atteggiamento urbano e pacifista previsto. Ma Assad sa che ha ancora una carta molto buona da giocare col mondo intero: quella del pericolo Libano, che tutti temono più del conflitto israelo siriano, per ora silente: si chiama Hezbollah il punto vero per cui Assad può sperare di evitare il processo per l’uccisione di Rafik Hariri comminatogli dal tribunale internazionale. Israele ha sollevato il tema nelle settimane precedenti il summit di Parigi per la fondazione dell’Unione Mediterranea: giovedì scorso ha tenuto una rara riunione di gabinetto sul riarmo degli Hezbollah, che possiedono ormai 40mila missili a nord e a sud del Litani e si sono riorganizzati in quasi tutti i villaggi di confine. Le armi di provenienza iraniana vengono dalla Siria, pare, ogni settimana. Due anni fa Nasrallah si vantava di potere colpire Tel Aviv. Adesso dice che può arrivare a Dimona, fino agli impianti nucleari. Che fare dunque di fronte al riarmo della longa manus dell’Iran? Sin dall’inizio si sapeva che la risoluzione 1701 non avrebbe disarmato gli Hezbollah e che anzi, affidando al giudizio dell’esercito libanese i carichi sospetti, li riarmava. Ma nessuno, neppure gli israeliani osavano dire male dell’UNIFIL, perché Olmert, con la coda di paglia dell’insuccesso, voleva almeno un risultato. Alla fine però Tzipi Livni ha lanciato all’ONU una campagna per disarmare gli Hezbollah tramite un ampliamento delle regole di ingaggio dell’UNIFIL che dovrebbe agire nei villaggi e usare la forza. Adesso però si è corretto il tiro: magari l’UNIFIL non ha nessuna intenzione di combattere un guerra? Dunque, perché non chiedere alla Siria di bloccare le forniture di armi? Da parte di Assad sarebbe una bella prova di indipendenza dall’Iran, una fuoriscita dall’Asse del Male. Qualcuno potrebbe dire: ma i buoi sono già fuggiti, con 40mila missili! La guerra è comunque dietro la porta.
martedì 29 luglio 2008 12:05:07
Non la accuserò di mistificare signor Ingrosso visto che io so e lei non sa perchè non ha visto. Perdonato. Invece le faccio una lezioncina. I generali italiani, europei, americani etc etc non sono più quelli che obbedivano sbattendo i tacchi. Pur indossando una divisa sono orientati politicamente per far carriera, invece di sbattere i tacchi sbattono gli uffici stampa. Sono m-a-n-a-g-e-r-! Poi finiscono sopra e sottosegretari. E lei è simpatico ma distratto perchè sono stati rimossi dai contingenti quando era cambiata la condizione politica e quando non erano d'accordo con la linea del governo...o meglio non erano stati incaricati dal governo entrante. E' successo agli USA, alla Gb e succederà presto anche in Libano. Sicuro! A meno che il generale italiano e quello spagnolo di fede prodiana e zapaterista non fanno mea culpa. Ma sono segnati, signor Ingrosso. E non c'è Unifil, ONU, Nato che tenga. Sono P-O-L-I-T-I-C-I.n.b.Professionisti veri ovviamente gli spagnoli, gli italiani, i francesi. Tenendo conto quello che hanno fatto invece truppe onu e unifil di eserciti del terzo mondo, in africa, asia, bosnia che invece di difendere le popolazioni locali si sono anche schierati con gli aggressori.Perfettamente d'accordo invece con il signor Ingrosso sull'eliminazione eutanasica del governo prodi. Una liberazione senza intervento di truppe.
umberto ingrosso , italia
giovedì 24 luglio 2008 16:47:40
Cambiare il generale Italiano e quello Spagnolo con chi?Col Francese,come sognano HAARETZ e quel sincero nemico dell'Italia che è Kouchner? Se lo sognino:bisognava cambiare il Governo Prodi,e si è fatto.Il resto verra' da sè.Ma disarmare gli Hezbollah non è possibile:chi afferma il contrario è un mistificatore.Deve dirci come,e come sarebbe possibile affrontare la guerra che ne seguirebbe,e che coinvolgerebbe Israele,oltre all'Italia.
flavia , roma
giovedì 24 luglio 2008 11:34:53
Pur concordando con il suo pensiero voglio confermare al signor Ingrosso che ciò che ha scritto Haaretz appartiene alla verità e mi sembra che già qualcuno in questo blog lo aveva scritto... Ho vissuto in libano quasi due anni, ci ho lavorato con la mia azienda e posso tranquillamente dire che tutti sapevamo quello che ha visto anche Google ma che non si può pubblicare. Soldati italiani sull'attenti davanti ad Hizbollah che passano con le armi. Ho vissuto a Beirut e ho tanti amici che possono confermarlo. La situazione è peggiore di quanto sembra. Unifil come le truppe dell'Onu in Bosnia, incapaci di agire e anche manovrate.Bisogna innannzitutto cambiare il generale italiano e anche...quello spagnolo. Poi fare quello che leiafferma che è giusto. Ma le assicuro signor Ingrosso che Hizbollah hanno appoggio dei soldati occidentali. Non le auguro di vivere li per scoprirlo. Creda a me.
Daniele Coppin , Napoli
giovedì 24 luglio 2008 06:09:38
Nei fatti l'UNIFIL è stata schierata per scoraggiare infiltrazioni di Hezbollah in Israele e le relative rappresaglie israeliane. Uno degli obiettivi principali della Risoluzione 1701, il disarmo di Hezbollah, è stato mancato per il semplice motivo che risulta impensabile che l'Esercito libanese (cui spetta concretamente tale compito) sia disposto a farlo, sia per la presenza di sciiti al suo interno che per la stessa composizione del governo del Libano che, d'altra parte, in occasione dello scambio dei soldati israeliani (morti) con i terroristi (vivi e morti) ha dimostrato quale sia la sua reale volontà di contrastare le formazioni terroristiche. A tale proposito aggiungo che il saluto dei soldati italiani al passaggio delle bare di terroristi uccisi nel corso di azioni che hanno fatto vittime civili, non è stata una dimostrazione di credibilità del nostro Paese nella lotta al terrorismo.
umberto ingrosso , italia
martedì 22 luglio 2008 16:35:24
Dobbiamo dircelo a chiare lettere:disarmare gli Hezbollah in casa loro non è possibile.La risoluzione 1701 non prevede affatto il loro disarmo da parte UNIFIL:prevede che le truppe UNIFIL,se insospettite,avvertano l'esercito Libanese,il quale provvede ad eventuali perquisizioni.Lo ha fatto? I 40 mila missili di Hezbollah dimostrano che non solo l'Esercito,ma l'intero Paese è loro ostaggio,e che la pretesa della Livni è inconsistente:se il disarmo fosse possibile,Tsahal non se ne sarebbe andata dal Libano.Qualche tempo fa,HAARETZ,versione Israeliana del noto foglio antitaliano INTERNATIONAL HERALD TRIBUNE,stampato(oh,i casi!),a Parigi,organizzo' una montatura accusando gli Italiani di UNIFIL di non avere avuto il coraggio di perquisire gli Hezbollah.Sarebbe bene che la Livni non desse spazio,a queste manovre diffamatorie,sostenedo che basterebbe cambiare le regole di ingaggio per disarmare gli Sciiti.D'altronde,i Francesi dell'UNIFIL hanno riempito il Libano di armi pesanti e postazioni antiaeree,evidentemente destinate a contrastare Israele:è cosi' che qualcuno interpreta il Peacekeeping.Prendersela con Israele e diffamare gli Alleati è piu' semplice che mettere le mani sugli Hezbollah.