Solo Bergoglio si ricorda della Siria
domenica 25 maggio 2014 Il Giornale 1 commento
Il
Giornale, 25 maggio 2014Il Giordano, fiume povero d'acqua,tuttavia fluisce potente nella mente dell'umanità intera, fonte battesimale di Gesù e dei suoi seguaci, polla vitale per tutta l'Area, confine fra stati, immemore linea blu di pace e di guerra nel rosso del deserto. Uno Stato ne deriva il suo nome, e Francesco, che da là ha cominciato la sua visita, lo ha onorato osando, con tutto il suo peso,affrontare un tema ormai diventato tabù, che Obama e Putin nemmeno più sussurrano, che l'Europa ormai non nomina se non in occasioni di circostanza. Il Papa ha detto il nome proibito, "Siria", grande scandalo morale del mondo contemporaneo, dove noi nazioni civilizzate lasciamo che si compia una mattanza quotidiana. No, il papa non ha divisioni ma ha la parola. E magari i suoi colleghi nel passato l' avessero sempre usata, quando si ammazzavano decine, centinaia di migliaia,milioni di persone nelle loro vicinanze.
Il Papa ha lodato la Giordania perché accoglie i profughi cristiani siriani. Vi ha aggiunto anche quelli iracheni e palestinesi: quando dici "profugo" e sei il papa ricorri agli stilemi classici: tutti però sanno che si parla di ere (1948 e '67, guerre fatali per Israele) e di motivazioni diverse (Saddam, Al Qaeda, violenza sciita):in Siria tutto è davanti ai nostri occhi, 160mila uccisi, 4 milioni di profughi, mentre la povera Giordania ne fa in parte le spese. Una marea fugge perché ha alle spalle crocifissioni, uso impunito di armi chimiche, un odio ideologico che porta il nome maledetto di Al Qaeda e la beffarda maschera di Assad. Le disfatte della diplomazia mondiale si spiaggeranno sulle incredibili elezioni che rieleggeranno Assad rais della Siria il 3 di giugno, dopo il fallimento a gennaio del summit mondiale cui hanno partecipato 39 Stati, logica conseguenza del "gran rifiuto di Obama" che, a San Pietroburgo a settembre, con un accordo con Putin che somigliava a un ricatto, ha accettato di dimenticarsi la sua "linea rossa" fatta di gas nervino.
Così, di attacchi col gas, ne abbiamo dovuto vedere ancora fino a questo maggio.La OHCHR, la commissione per i diritti umani dell'ONU ha annunciato che cessa di contare i morti; i camion con i soccorsi internazionali sono spesso rimasti fuori delle città assediate. C'è di che disperarsi. Forse il Papa ha pensato che quelle crocifissioni non poteva accettarle, che troppo gli ricordavano quella di Gesù. E ha parlato. Questo è un buon punto a favore del viaggio: per il resto, la diplomazia e gli speech writers, vogliono la loro parte.
lunedì 26 maggio 2014 02:01:39
Cara Fiamma, ho ricordi indelebili del pellegrinaggio fino al Giordano (e un ricordino: un blocchetto di sale staccato da uno scoglio del Mar Morto, su cui ho fissato un rametto di acacia spinosa di Masada)..Certamente il Papa fa bene a proporre la pace, ed il rispetto anche dell'Islam.Però, dopo l'ennesimo attentato, a Bruxelles, penso che il rispetto deva essere guadagnato con il comportamento.Anche a Milano ci sono esponenti religiosi islamici che nelle moschee fanno propaganda terroristica: ........ in nome di Allah, il misericordioso.......Del resto, questa cosa avviene da secoli.Non sono esperto esegeta del Corano, ma mi pare che Maometto abbia ritenuto la parte di Antico Testamento che più si confaceva alla mentalità delle tribù nomadi che pensava di aggregare per il suo progetto di conquista.I deliranti programmi di distruzione di Israele, così come di tutto ciò che attiene al cristianesimo, trovano lì le loro radici.Il tutto viene aggravato dal potere economico conferito dalle fonti di gas e petrolio, fonti anche di un effettivo ricatto che riduce al silenzio le giuste proteste.Non vorrei essere profeta di sventure, ma non mi stupirei se le pretese islamiche portassero, presto o tardi, a guerre di sterminio basate su "o noi o loro".Che Dio ci aiuti, ed illumini chi vive nelle tenebre del fanatismo.A presto.Silvio