Solidarietà al giornalista e scrittore Stefano Piazza
domenica 9 febbraio 2020 Generico 0 commenti
Cari amici, desidero condividere questo importante messaggio del mio amico giornalista e scrittore Stefano Piazza che stimo per il suo lavoro e ammiro per il suo coraggio. Sono preoccupata per lui, penso che dovrebbe avere una scorta, e sono anche scandalizzata che ancora nella civile Svizzera non si sia provveduto.Non mi permetto di criticare la giustizia del Canton Ticino, ma davvero qui la sensazione, di fronte alle parole di minaccia così chiare, è che il politically correct abbia vinto su tutta la linea.Cara Fiamma, ti ringrazio per la tua vicinanza in questo momento che per me è piuttosto complicato. Quanto accaduto qualche giorno fa con l’assoluzione dell’estremista islamico che mi aveva minacciato di morte, credo sia una ferita difficilmente rimarginabile non solo per me ma anche per la mia famiglia che a causa delle minacce che ho ricevuto e che ricevo ancora oggi, ha perso un po’ di quella tranquillità che ci eravamo costruiti negli anni. Ho sempre detestato chi ottiene notorietà raccontando delle minacce o degli insulti che riceve e non mi sono mai piaciuti coloro che lo fanno. Per questo ho reso noto soltanto un episodio denunciando alla magistratura chi mi scrisse:
“Buongiorno Signor Piazza. Con attenzione ho seguito i vostri articoli soprattutto quello di oggi sul 11 settembre. So che lei con il suo lavoro contro “l’islamismo” non farà molta strada ne la condurrà alla vittoria, anzi perderà. Per questo un messaggio da parte di un musulmano: ci conosca e parla con noi ma non ci combatta, altrimenti può fare la fine dei dipendenti di Charlie Hebdo (giustamente puniti con la morte)”.
So benissimo che le cose che scrivo possono causarmi dei problemi, l’ho sempre saputo e non me ne sono mai lamentato perché nessuno mi obbliga a farlo. Ho scelto io di denunciare l’arrendevolezza dell’Occidente nei confronti dell’islam ed in particolare mi sono concentrato su quanto accade in Europa dove le istituzioni continuano a legittimare le istanze della Fratellanza musulmana che è l’anticamera del terrorismo con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Ho sempre pensato che fosse mio dovere di cittadino raccontare quanto accade nel Vecchio Continente e per farlo ho girato (e continuo a farlo) in lungo e in largo città e quartieri in Europa per capire il disastro del multiculturalismo spinto all’ultima potenza.
L’ho visto e poi l’ho raccontato confrontandomi anche con amici musulmani che mi hanno aiutato piu’ volte a capire meglio quanto stesse accadendo. Da quando ho cominciato questa avventura che è una seconda e faticosa attività ( io sono un imprenditore), ho sempre pensato che in uno stato di diritto chi chi uccide o minaccia qualcuno per impedirgli di manifestare le proprie idee debba essere punito. Chiunque sia. Purtroppo mi sbagliavo perché quanto ho ascoltato in quell’aula di tribunale ha distrutto molte delle certezze che avevo ma non c’è solo questo a farmi riflettere. Avverto in questi giorni l’assordante silenzio delle istituzioni e della cosidetta società civile, credimi questo fa ancora piu’ male.
Come sia amministrata la giustizia in Canton Ticino è un tema politico e non tocca certo a me esprimere un parere, di certo c’è qualcosa che non funziona se un giornalista puo’ essere minacciato di morte senza che chi lo fa ne paghi le conseguenze. Spero che non mi accada nulla, mi auguro che nessuno dopo questa sentenza si sentirà legittimato a minacciarmi ancora o a passare all’atto di forza. Ma se cosi’ sarà qualcuno dovrà assumersene la responsabilità morale perché non si puo’ giocare con la vita delle persone senza pagarne le conseguenze.
Ti abbraccio.
SP