Siria funambolica
venerdì 24 ottobre 2008 Panorama 0 commenti
Panorama, 24 ottobre 2008La Siria è capace di praticare la politica più funambolica del mondo nel tenere un piede in due staffe, ovvero nel compiere operazioni che sono l’esatto contrario l’una dell’altra. La Francia e l’Europa vogliono redimerla, la Russia armarla, gli USA smascherarla, Israele pensa che sia pronta alla pace... E così, ognuno dei furbi giocatori internazionali pensa che la sua linea sia quella che vince, mentre è solo quella di Bashar Assad, per ora indissolubilmente connessa a quella iraniana, che ammicca da dietro ogni mossa. La Siria dai giorni scorsi è protagonista di due eventi diametralmente opposti. Il primo, le relazioni diplomatiche stabilite con il Libano il 14 ottobre, dopo quasi 70 anni di rifiuto, da quando ambedue gli stati nel 1940 hanno ricevuto l’indipendenza dalla Francia, e la Siria si è rifiutata di considerare il Libano come un Paese indipendente. Il secondo evento, però, è l’ammasso dal 14 settembre di sei-ottomila soldati sul confine nord del Libano appartenenti alla Quarta Divisione meccanizzata (con carri armati e artiglieria) più (il 7 ottobre, sembra) altri soldati appartenenti alla Dodicesima di fronte alla vallate della Beqaa: metà del Libano così è assediata dalla minaccia di un’invasione militare siriana. L’assedio viene motivato da Assad col rischio di infiltrazioni sunnite e terroriste del “Cartello 14 marzo”. Ma Condi Rice ha lanciato un brusco altolà a Damasco questa stessa settimana dicendo che “gli USA non permetteranno attacchi militari al Libano”. L’atteggiamento della Rice è molto serio ed è stato reiterato dal suo segretario Eric Edelman in visita a Beirut. E’ anche un’implicita critica all’atteggiamento di Sarkozy che seguita a permettere a Bashar Assad di indossare le vesti del pacifista senza pagarne il prezzo. Perché infatti, si chiede probabilmente lo State Department, Assad stabilisce oggi inusitati rapporti con Beirut? Perché di fatto la sua forza è assicurata in Libano dall’accordo di Doha del 21 maggio, quando gli Hezbollah hanno ottenuto il diritto di veto e quello di mantenere le loro armi, contro la risoluzione dell’ONU che pose fine alla guerra del Libano del 2006 e istituì l’UNIFIL. Da allora, attraverso la Siria, gli Hezbollah hanno potuto grazie alla Siria accumulare una quantità di armi che li rende un amico prezioso per il potere Alawita, che non rinuncerà mai al Libano, che vuole riconquistare il Golan, che non ha rinunciato in nulla alla sua amicizia con l’Iran, il maggiore sponsor di tutta l’operazione. La Russia, con cui il rapporto si è rafforzato, si prepara addirittura, sembra, a gestire sistemi d’armi antimissile direttamente in Siria. La preoccupazione che si affaccia all’orizzonte è tuttavia un giocatore relativamente nuovo, Ban Ki Moon, il segretario dell’ONU, che ha detto che la sovranità del Libano è impossibile finché gli Hezbollah la minano con le loro armi. A buon intenditor…