SI CONFESSA UN PALESTINESE VOLONTARIO DEL SUICIDIO Sarò KAMIKAZE per il sogno di una patria
sabato 15 giugno 2002 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME
IL terrorista suicida non si riconosce a vista, non ha zanne né lo
zoccolo
di Satana; è un tipo timido, vuole essere citato come « Muhammad» ,
siede con
noi in macchina (fuori, 42 gradi di temperatura) dopo una quantità di
giri
di disorientamento che ci conducono nella periferia di una città
della
Cisgiordania. Non chiede nessun compenso per parlare. Il suo concreto
obiettivo prossimo venturo: saltare per aria su una cintura o una
borsa
piena di tritolo e chiodi, e uccidere così quanti più ebrei possibile.
Ha 35 anni, una maglietta a righe; ha i baffi e gli occhi neri.
Cerchiamo
nella sua espressione e nelle sue parole i segni dell'immensa
crudeltà e del
carico di dannazione che porta con sé il progetto di quest'uomo:
troviamo, a
parte qualche momento di estrema cupezza nello sguardo, soprattutto
una
piatta inconsapevolezza, una mentalità ripetitiva e conformista,
un'ignoranza totalitaria degli avvenimenti. L'uomo ha tre fratelli e
tre
sorelle, parla con affetto di sua madre che è vedova, è povero, non
ha avuto
lutti dall'Intifada ma conosce persone che invece ne hanno avuti, ha
un
semplice lavoro e mantiene una numerosa famiglia. L'occupazione
israeliana,
anche se ricorda positivamente i momenti del processo di pace, è per
lui un
argomento pervasivo. Per lui gli israeliani sono una fonte assoluta,
totalizzante di tutti i mali: come se la loro presenza impedisse di
pensare
a qualsiasi altro soggetto, a qualsiasi progetto. E' religioso. Non
sembra
un pazzo, e certamente non è una persona in particolare stato di
sofferenza:
è l'esponente di una nuova specie molto diffusa che considera il
terrorismo
la via normale per liberare la sua terra e anche per ambire
all'eccellenza
sociale .
Lei si è candidato a diventare un terrorista suicida? (Uso
l'espressione
« suicide bomber» , che lui capisce anche senza traduzione; ndr).
« Sì , ho fatto sapere che sono pronto a sacrificarmi per dare una
patria al
mio popolo, che non ha nulla, mentre gli israeliani hanno tutto: uno
Stato,
un esercito, le case, le automobili, la ricchezza. La loro
oppressione ci
spinge a ciò che voi chiamate terrorismo, ma è colpa solo di Sharon e
della
sofferenza che ci infligge» .
Dopo che lei si è candidato, che è successo?
« Adesso so che mi stanno valutando, ci sono organizzazioni che si
informano,
chiedono...»
Tutte le organizzazioni - Hamas, Jihad, Tanzim - insieme?
« No, ciascuna per conto suo» .
Le hanno chiesto concretamente di farsi esplodere in Israele? Lei
viene
addestrato?
« Posso dire che c'è un processo in corso, che le cose vanno avanti» .
Aspetta l'ordine da un momento all'altro?
« I responsabili decideranno quando. Il posto posso sceglierlo io» .
E dove vuole portare il suo attacco? A Gerusalemme? A Tel Aviv?
« Gli israeliani per me sono tutti soldati, e quindi ogni città è una
caserma» .
Anche i bambini sono già soldati? Anche i neonati che sono stati
uccisi
negli attacchi?
« Gli shahid non hanno mai ucciso un bambino» .
Guardi che non è vero: molti bambini sono stati uccisi negli attacchi
terroristici.
« Mai, neppure uno: sono bugie della propaganda. La televisione
palestinese
dà precise informazioni sui martiri, e mai è stato ucciso un bambino,
e
neppure ferito» .
Mi creda: ci sono moltissimi bambini fra i morti negli attentati e
moltissimi anche fra i feriti.
« Non è vero. (Mohammed dà segni di impazienza, gli accompagnatori mi
fanno
segno di desistere; ndr). Vada a vedere negli ospedali israeliani,
non ci
sono bambini là » .
Non è così .
« E' così » .
Allora, se lei vedesse dei bambini, non attiverebbe il congegno?
« Non accadrà , non ci sono bambini, le cose sono sempre ben
organizzate» .
Lei ha famiglia?
« Moglie e tre figli. Il più grande ha 12 anni» .
E che sarà di loro?
« Vede lassù , su quella collina? Se un israeliano mi vuole sparare
adesso per
odio, per divertimento, io posso morire subito. Così sono fatti gli
israeliani. E' meglio quindi che scelga la mia morte per dare una
patria al
mio popolo» .
Non pensa che la sua casa dopo la sua morte potrebbe essere
distrutta? Non
ha paura del momento in cui lei debba attivare la cintura? Non pensa
a sua
madre?
« La mia casa potrebbe venire distrutta comunque; quanto alla paura,
certo
che un martire ha paura, ma è soprattutto contento di aiutare a
liberare la
sua terra. Quanto a mia madre, non sa nulla, e neppure mia moglie.
Mia madre
tenterebbe di trattenermi. Ma, dopo, saranno felici di avere dato
alla
patria un eroe» .
Lei sa che Saddam Hussein manda un premio in denaro di 25 mila
dollari alle
famiglie dei suicidi?
« Lo so, come so che manda 10 mila dollari a ogni famiglia di chi
viene
ucciso in battaglia. Ma io non agisco per danaro» .
Sua moglie sarà distrutta dal dolore, e magari suo figlio maggiore la
seguirà .
« Se lo farà vuol dire che sarà fiero di suo padre, e che ancora
soffrirà
l'occupazione. Se i miei piangeranno, ciò mi fa triste e contento
nello
stesso tempo. Noi palestinesi comunque soffriamo: e il martirio rende
la
nostra sofferenza utile» .
E se fosse vero il contrario? Forse proprio il terrorismo allontana
il
vostro Stato.
« Con Sharon e Bush nessuna pace è possibile. Prima, si poteva» .
Ma se ci saranno la pace e il suo Stato lei, se si uccide, non potrà
goderlo. Non solo, il Corano proibisce il suicidio.
« Il martirio non è suicidio, è parte della jihad per liberare la
nostra
terra. E' la jihad per Al Aqsa e quindi per Dio. Io sarò in Paradiso
quando
la Palestina sarà libera» .
E lei godrà dal Paradiso la liberazione della sua terra?
« Non so. Solo gli angeli ci vedono di sicuro. Quello che è sicuro, è
che
godrò del Paradiso» .
Lei crede che le si spalancherà un paradiso di piaceri?
« Sì , e subito: vedrò da vicino Dio, in un luogo dove puoi soddisfare
ogni
desiderio, dove tutto è bello, dove scorre un fiume di yogurt e di
miele» .
Lei crede anche che avrà 70 vergini intorno?
« Certo, perché no? Il Corano lo promette» .
Da bambino ha potuto studiare?
« Sì , ho frequentato fino al primo grado superiore compreso; ho smesso
a
causa dell'occupazione israeliana» .
In che senso?
« Sono andato in prigione per due anni, ero già un combattente» .
Le piace la vita? Che cosa le dà soddisfazione nelle sue giornate?
« La vita mi piace, certo, più di tutto i miei bambini e mia moglie,
ma la
cosa più importante è la Palestina libera» .
Lei è stato soddisfatto dell'attentato delle Torri Gemelle?
« Non particolarmente: si devono attaccare gli americani solo quando
sono
militari. Altrimenti, a me interessa solo il nostro diritto alla
terra, che
è qui» .
Quanti israeliani vorrebbe uccidere con la sua esplosione perché ne
valga la
pena?
« Anche uno vale la pena, purché si faccia capire agli israeliani che
attaccheremo ovunque fino alla liberazione» .
Se Arafat dicesse « basta col terrorismo suicida» , gli ubbidirebbe?
« Sia Arafat sia Yassin, se ci dessero tutto ciò che ci spetta,
ordinerebbero
di fermarci. Ma il popolo vorrà ? Immaginiamo che mia moglie dopo la
mia
morte mi voglia vendicare (sic) divenendo shahid: chi potrebbe
controllarla?
Chi avrebbe potuto fermare Ayjat el Akrash, la martire sedicenne di
Betlemme?»
Perché la ammira in particolare? Non le dispiace che sia morta così
giovane,
dilaniando tre innocenti al supermarket, fra i quali una ragazza
israeliana
di 17 anni?
« Spero solo di essere presto chiamato a seguirla, per sconfiggere gli
israeliani e liberare la Palestina sofferente» .