Sharon: « Non ci sarà la guerra con Arafat» Il premier israeliano oggi in Italia: l’ Europa sia più benigna con noi
giovedì 12 luglio 2001 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME
INCONTRIAMO Ariel Sharon di ottimo umore alla vigilia della sua
partenza
per l’ Italia. Va a fare la conoscenza del nuovo governo dopo aver già
battuto le strade d’ Europa sperando che il vecchio continente diventi
più
benigno verso Israele. Da Berlusconi e Fini a Sabra e Chatila, fino
agli
insediamenti e ad Arafat, Sharon si spiega e invia un consolante
messaggio:
« Non ci sarà la guerra. Io di certo non la farò . Ma non pagherò da
solo per
la stabilità dell’ area» .
Signor Sharon, con quali aspettative viene nell’ Italia del G8? Vuole
dire a
Berlusconi che l’ Europa deve far pressione su Arafat per costringerlo
al
cessate il fuoco?
« Voglio spiegare che Israele è votata alla pace. Abbiamo accettato i
piani
Mitchell e Tenet, abbiamo applicato unilateralmente il cessate il
fuoco,
tuttavia ogni giorno i terroristi palestinesi attaccano. Oggi ad
Afula è
stato bloccato un terrorista suicida: non c’ è stato un giorno di
quiete,
sempre agguati e bombe. Esigiamo la fine totale della violenza e
dell’ incitamento a uccidere gli ebrei. Così potrà riprendere il
processo di
pace» .
In molti pensano che lei dovrebbe dare segnali di buona volontà ,
senza
aspettarsi il cento per cento del cessate il fuoco.
« Questo fu l’ errore del governo precedente, per cui Arafat trattava e
terrorizzava insieme. E otteneva di più . Arafat controlla il campo,
può
farla finita: abbiamo catturato oggi un gruppo di terroristi i cui
nomi
erano nella lista di coloro che Arafat, secondo l’ accordo Tenet, deve
mettere in prigione. Non l’ ha fatto. E’ scoppiata un’ autobomba. Sul
terrorismo non deve esserci compromesso. La stabilità di tutti lo
esige» .
Non è imbarazzato dall’ incontrare, in Italia, un governo di destra di
cui
fanno parte anche Alleanza Nazionale e la Lega?
« Non squalificheremo nessuno in partenza. Vedremo che cosa porterà il
futuro, come agirà in concreto il governo Berlusconi» .
E il passato? Non le importa che Alleanza Nazionale nasca da un
tronco
neofascista?
« Non so quale reale legame abbia questo partito col passato. Non so
se si
tratti della stessa gente» .
Lascerà che Fini visiti Israele?
« Ripeto che non squalifico nessuno in partenza. Quanto a Berlusconi,
sono
lieto che abbia un buon rapporto con gli Stati Uniti, e spero che
esprima
giudizi equilibrati su Israele» .
Signor Sharon, lei si è spesso lamentato dell’ atteggiamento
dell’ Europa
verso Israele. A che cosa l’ attribuisce?
« Il pubblico è pregiudizialmente filopalestinese. Non che debba stare
con
noi, ma che sia più giusto! Condividiamo valori morali e di
democrazia,
l’ idea di liberalismo... Fra le tante ragioni di questa ingiustizia,
una è
molto importante: molti europei sono stati antinazisti, ma molti
collaborarono con il nazismo. Penso che il senso di colpa trovi
sollievo
quando si incolpano Israele e gli ebrei» .
Lei spesso accusa Arafat di essere un terrorista, e nello stesso
tempo gli
chiede di cessare il fuoco e sedere al tavolo delle trattative.
Capisce bene
che è una contraddizione politica. Il capo dei palestinesi è un
terrorista o
un partner?
« E’ il capo dei palestinesi, è noi non dobbiamo scegliere per loro.
E’ un
dato di fatto che dopo Camp David, dove ricevette proposte inaudite
da un
premier israeliano, Arafat ha tentato di spremerci fino all’ ultima
goccia
seguitando con il terrore. Con questo governo non funziona. Sono
pronto a
negoziare solo nella quiete» .
Shimon Peres dice che lei sbaglia a delegittimare l’ interlocutore.
« Forza 17, i Tanzim, Fatah, proprio gli uomini di Arafat attaccano
ogni
giorno. Nel suo governo c’ è una coalizione del terrore» .
Questo atteggiamento potrebbe portarla a una rottura con Peres. Lei
il
falco, Peres la colomba: ognuno per la sua strada?
« Peres e io siamo amici da 40 anni. Contro il terrorismo, e per la
sicurezza, siamo insieme. Quando finalmente potremo trattare, col
cessate il
fuoco, sarà un momento diverso» .
Trattare su che cosa ? Come può pensare di raggiungere la pace con
una
cessione del 45 per cento circa dei Territori, mentre Barak, che si
era
avventurato fino al 97 per cento, ha ricevuto un rifiuto?
« Gli insediamenti non sono "colonie" come li chiamano spesso. Alcuni
di essi
sono grandi città stabilite dopo guerre di difesa da governi di tutti
i
colori. Non dimenticate che questa è la nostra culla, il nostro
Paese. Il
Papa una volta mi disse: "La terra di Israele è santa a tre
religioni, ma fu
promessa al popolo ebraico". Ma a parte questo, gli insediamenti sono
per la
sicurezza: il Paese è minuscolo, per mobilitare le riserve ci
vogliono 48
ore, l’ ostilità circostante è grande. Occorre una vera pace per
smontare le
difese» .
Tutto il mondo vi chiede di smantellare gli insediamenti, che violano
i
diritti umani.
« Il governo di coalizione ha già stabilito che non ne saranno
costruiti di
nuovi; che non sarà espropriata terra; che si congela ogni
costruzione
fuori. E dentro, si può costruire solo per la crescita naturale.
Quanto a
smantellare, dopo il cessate il fuoco discuteremo» .
Ci sarà la guerra?
« Ho avuto l’ onore di comandare una delle nostre migliori unità , sono
un
militare. Ho visto i miei compagni morire, sono stato ferito
gravemente due
volte, ho sofferto molto il dolore del mio popolo per la morte dei
giovani.
Io voglio una pace vera. Molti mi dipingono come uomo di guerra, non
sanno
che cosa dicono. Per me la pace è una cosa seria. Dovreste
apprezzare, voi
europei, che noi ebrei abbiamo questo piccolo Paese e che abbiamo il
diritto
e la capacità di difenderlo. Quando gli ebrei non lo potevano, sapete
che
cos’ è accaduto. Adesso no, non ci sarà nell’ area una guerra, non c’ è
escalation: a parte i palestinesi, nessun Paese dell’ area è
interessato al
conflitto» .
Ma Israele che cos’ è disposto a fare per la pace?
« Siamo disposti a dolorosi compromessi che nessun Paese sovrano
accetterebbe: ma Israele non pagherà la stabilità con la sua
sicurezza» .
Lei è sempre sotto accusa per Sabra e Chatila, anche se la
commissione
Cahana e il processo a Time l’ hanno assolta.
« Per me stesso, non mi importa: né io, né alcun altro politico o
militare
israeliano abbiamo qualche responsabilità . Ma io vedo il ritorno di
queste
accuse come un’ orchestrazione per porre un marchio di Caino sulla
fronte di
Israele. E’ un tentativo di indebolire il popolo ebraico» .