Sharon: « Nel terrore ora è anche coinvolto l’ Iran integralista» Il pr imo ministro israeliano: non cederemo sul fronte della sicurezza ma per raggiungere la pace siamo disposti a concessioni dolorose
lunedì 14 gennaio 2002 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME
MENTRE tutte le tv del mondo mostrano le immagini della demolizione
delle
case a Rafah e il suo stesso Paese lo contesta, Ariel Sharon si
presenta a
un gruppo di giornalisti internazionali, in occasione degli auguri
per
l’ anno nuovo, con un duplice messaggio: non siamo pronti a mollare un
millimetro sul terreno della sicurezza, siamo pronti a concessioni
dolorose
per la pace. L'indice sempre puntato contro Arafat, l'accusa stavolta
è
ancora più grave del solito: un disegno terrorista con il
coinvolgimento
dell'Iran.
Signor Primo Ministro, il commentatore di « Haaretz» , Zeev Schiff,
accusa
l'esercito di essersi tirato addosso una nuvola di vergogna con la
distruzione di 57 case palestinesi a Rafah, lasciando la gente senza
tetto
al freddo. Non le sembra di avere esagerato? Di aver agito, dopo
l'assassinio dei quattro soldati israeliani, secondo un principio di
punizione collettiva?
« La maggior parte degli edifici, che erano in numero molto minore di
quello
citato, erano già disabitati da tempo: erano solo coperture di tunnel
che
servivano all’ importazione clandestina di armi per l'Autonomia
palestinese,
da utilizzare poi in attentati terroristi. Abbiamo trovato molte
gallerie,
profonde dai tredici ai diciotto metri, rifugi impenetrabili di
accumulo e
di passaggio delle armi. Da Rafah è passato ultimamente il 50 per
cento del
terrorismo che ha colpito Israele. Noi non possiamo più permetterci
che
questo avvenga. Vorrei chiarire bene un punto: il traffico d'armi è
una
questione di primaria importanza. Non solo noi ne soffriamo, ma anche
loro
ne sono affetti. Deve cessare. Stiamo studiando anche soluzioni
innovative
che dovremo affrontare: per esempio l’ allargamento del corridoio
dall’ Egitto, che comporterebbe forse una cessione di terreno. Abbiamo
fatto
qualunque cosa per far cessare il traffico d’ armi dall'Iraq, che
passava via
Giordania, e ora la situazione è accettabile. Con l'Egitto, si può
fare di
più , ma non abbiamo particolari lamentele, il governo ha capito il
problema.
Dal Libano gli hezbollah passano le armi ai palestinesi per quanto
possono,
e adesso c'è la nuova grande dimensione strategica del coinvolgimento
dell'Iran» .
Ovvero?
« L'Iran è il maggiore centro di terrorismo integralista islamico del
mondo;
tutti sanno quanto possa mettere in pericolo la stabilità di tutti;
un suo
coinvolgimento tramite i palestinesi nella nostra zona, di cui la
nave
“ Karin A” carica di armi ha dato pesante prova, è molto problematico
dal
punto di vista strategico» .
Torniamo a Rafah. Questi gesti così duri creano nella popolazione
palestinese enorme rabbia, umiliazione, odio. In una parola, danno
l'impressione che lei della pace non voglia saperne.
« Lei non capisce: io compirò 74 anni fra pochi mesi, ho incontrato
nella mia
vita tutti i re e i primi ministri del mondo, ho occupato ogni ruolo
nel mio
governo, sono il Primo Ministro dello Stato degli ebrei, il mio
popolo, che
amo. C'è una sola cosa che ancora desidero: portare a una
sistemazione
politica della zona che ci consenta la pace con i palestinesi e il
resto del
mondo arabo. Per questo sono pronto a penose concessioni. Però sia
ben
chiaro: gli ebrei hanno un solo piccolo Stato, è mio primo dovere è
difendere la sicurezza della mia gente. Non desidero affatto causare
ai
palestinesi sofferenze, ma il mio ruolo è innanzitutto battermi
contro il
pericolo di attacchi terroristici. Questo governo è diverso dagli
altri, che
parlavano senza fare: se Arafat non consegna gli assassini del mio
ministro,
io non gli consento di andare a Betlemme e neppure alla messa dei
greci
ortodossi. Ci andrà quando avrà compiuto il suo dovere contro il
terrorismo» .
Lei dice di voler fare la pace, ma in tutto il mondo si sostiene che
lei non
ha nessuna intenzione del genere, e che questo si vede dal fatto che
rifiuta
di parlare con Arafat. Anzi, si dice che dall'82 vi sia una specie di
vendetta personale che lei perseguirebbe contro il Raí ss. Per
esempio, lei
cerca di sostituirlo con un'altra leadership.
« Questa della vendetta è una sciocchezza con cui non perdo tempo.
Inoltre:
non ho nessuna intenzione di interferire nelle faccende interne dei
palestinesi, né nella loro scelta di un leader. Ma Arafat ha adottato
una
strategia del terrore stabilendo un'autentica coalizione con
organizzazioni
come Hamas o il Fronte Popolare o la Jihad. A Ramallah, vicino al suo
quartier generale, c'è il Fronte Popolare, mandante degli assassini
del
ministro Zeevi. Gli abbiamo chiesto di consegnarli, e lui né li
arresta né
li consegna, anzi manda all’ Fplp i suoi auguri per l'anniversario
della sua
fondazione» .
Tuttavia se vuole la pace deve ricominciare a parlare.
« Con chi? Su che cosa? Arafat ha rifiutato a Camp David offerte di
grande
respiro, che mai nessun primo ministro si sarebbe sognato di fare.
Poi ha
avviato la strategia del terrore. Noi chiediamo che l'abbandoni per
riprendere a trattare. Guardate: i nostri morti, se proporzionati
alla
popolazione americana, sarebbero 13 mila, i nostri feriti 117 mila.
Dopo che
Arafat abbia arrestato i terroristi, requisite e distrutte le armi,
compiuto
passi di prevenzione del terrore e fermato l'incitazione all'odio,
noi siamo
pronti a mettere in funzione gli accordi Tenet e Mitchell a
riprendere a
parlare» .
E' definitiva la decisione di non costruire più la Moschea di
Nazareth di
fronte alla Chiesa dell'Annunciazione, come aveva stabilito il
governo
precedente?
« Io sono sempre stato contrario a costruirla in quella posizione,
assolutamente. Da ministro delle infrastrutture, cercai io stesso un
luogo
in cui si potesse fare, ma non costituisse un gesto provocatorio» .