SGOMENTO IN SALA PER LE NOTE DEL « TRISTANO E ISOTTA» « Sei un fascista , vattene via» Ma molti spettatori sono rimasti ad ascoltare
lunedì 9 luglio 2001 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME
NELLA immensa sala di Binianei Hauma, la hall dei grandi eventi di
Gerusalemme, duemila spettatori sedevano deliziati dalla musica
diretta da
Daniel Barenboim, ed eseguita dall'Orchestra della Staatskapelle.
L'esecuzione di Schumann e di Stravinskij era stata perfetta. Bis, ha
gridato il pubblico. E dopo averlo soddisfatto, Barenboim ha
sfoderato la
bomba Wagner: il grande direttore d'orchestra ebreo argentino si è
rivolto
in ebraico al pubblico e ha annunciato che avrebbe suonato un brano
da
« Tristano e Isotta» , di Richard Wagner, e che coloro che non
desideravano
ascoltare, potevano andarsene. Era quasi mezzanotte. Uomini di stato
come
Dan Meridor e magistrati importanti come il giudice della Corte
Suprema
Aaron Barak hanno lasciato la sala; sopravvissuti dell'Olocausto,
levatisi
in piedi, hanno gridato « fascista» , « vattene» . Barenboim ha chiesto a
chi lo
desiderasse di venire a dire la sua dal palcoscenico.
L'orchestra dei maestri tedeschi della Staatskapelle era punteggiata
da
espressioni di sconforto, da pallori inediti. Un'esplosione d’ ira e
di
dolore durata mezz'ora intera, prima che l'Orchestra, uscite poche
decine di
persone, suonasse un brano breve e commosso. Barenboim aveva le
lacrime agli
occhi, Fuori, dietro le porte richiusesi alle loro spalle, alcuni
vecchi
piangevano. Wagner aveva fatto irruzione al Festival di Israele, la
più
ufficiale fra tutte le rassegne culturali del Paese, ogni anno
governata da
una commissione statale fatta da uomini di cultura prescelti ad hoc.
Poche ore dopo la performance, sono cominciate a fioccare le
reazioni,
nazionali e internazionali: il Centro Wiesenthal ha parlato di
« stupro
culturale» ; il ministro della Cultura e dello Sport di « un autentico
sequestro della cultura israeliana» . Il direttore del Festival Yossi
Talgan,
un eminente intellettuale, ha però detto: "Barenboim ha sbagliato
perché ha
contravvenuto ai patti. Ma il pubblico aveva avuto ciò che si
aspettava: il
suo concerto, il suo bis. Poi Barenboim ha fatto una sua scelta
forte, ma
non contro il pubblico. Non credo che romperemo i rapporti con un
così
grande musicista» .
La vicenda di Gerusalemme ha due sfondi, quello più immediato e
quello più
profondo. Il quadro generale è dato dall'unica permanenza antitedesca
nella
cultura nazionale israeliana legata proprio alla musica di quello che
si
ritiene il musicista la cui opera maggiormente infiammò e ispirò
Hitler. La
sua esecuzione ha sempre incontrato un'opposizione dolorante, e i più
forti
sostenitori della sua impraticabilità da parte del pubblico ebraico
sono
soprattutto i sopravvissuti alla Shoah. Anche stavolta, come
addirittura nel
1938 quando Arturo Toscanini giunto a Tel Aviv nell'Yishuv ebraico
per
dimostrare la sua solidarietà al popolo perseguitato fu costretto a
cancellare dal programma della sua Palestine Orchestra pezzi del
Lohengrin,
Barenboim aveva programmato di dedicare uno dei tre concerti
programmati per
il Festival d'Israele al grande compositore tedesco.
La Commissione del festival aveva discusso, e aveva deciso di
chiedere a
Barenboim di sostituire il concerto. E qui viene il punto dolente:
Barenboim
aveva accettato e, anzi, aveva dato un'intervista alla tv israeliana
in cui
diceva tutto il suo dispiacere per essere stato costretto a
rinunciare a un
autore-pilastro della musica occidentale. Aveva detto che capiva come
quella
musica potesse provocare in alcuni ricordi e sofferenze terribili, ma
che
per altri non è così .
« Per me - dice David Cassuto, ex vicesindaco di Gerusalemme e figlio
di
deportati ad Auschwitz - il comportamento truffaldino, dimostrato
anche dal
fatto che ha aspettato l'ultimo concerto per fare la sua performance,
è
inaccettabile. E' ben comprensibile che la colonna sonora preferita
da
Hitler per l'Olocausto, in Israele possa turbare molti» .
In realtà coloro che sono usciti dalla grande sala non sono stati
molti. Il
pubblico israeliano da anni sente Wagner per radio, l’ « Idillio di
Sigfrido»
è già stato suonato nell'ottobre dall'Orchestra Sinfonica di Rishon
Letzion,
diretti da Mendi Rodan, un sopravvissuto a sua volta; Zubin Metha,
titolare
dell'Orchestra Sinfonica di Tel Aviv, ha dedicato mille interviste e
interventi alla riabilitazione di Wagner; e nell'81 un sopravvissuto
saltò
sul palcoscenico per impedirgli di eseguirlo; ma già Richard Strauss
fin dal
1953 si suona in tutti i teatri. In realtà , Barenboim ha sfondato una
porta
che si stava aprendo da sola, forse rallentando con la sorpresa e il
sotterfugio la diffusione di Wagner. Perché alla fine hanno fatto
commozione
e pena quei pochi anziani signori (oltre alle autorità che dovevano
per
motivi d'ufficio allontanarsi) che hanno voluto tenere alta la loro
bandiera
andandosene nel dolore del ricordo. Tutto solo, a Rishon se ne uscì
dalla
hall un ottantenne facendo rumore con un giocattolo di legno, come
quelli
che usano i bambini. Barenboim ha certo aperto un'autostrada per
Wagner, di
quelle su cui i vecchi non possono correre.