Sfida a Netanyahu dopo 23 anni da segretario. Ora l'ex delfino Sa'ar vuole la guida del Likud
venerdì 27 dicembre 2019 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 27 dicembre 2019
Per la prima volta nella sua storia di Primo Ministro, di leader indiscusso del Likud, Benjamin Netanyahu è stato sfidato ieri da un contendente alle primarie del suo partito, il partito laico conservatore che Bibi ha guidato dal '96. L'ha portato a vittorie fulminanti sempre circondato dall'amore senza se e senza ma dei suoi, la pancia e anche la testa di Israele, gente comune, soldati, intellettuali. Tutti quanti fieri di avere un capo che di sicuro si staglia nel panorama mondiale come un leader che ha portato stabilità, ricchezza, sicurezza a uno dei Paesi più piccoli e più contestati del mondo. Ma adesso, è scontro. Ieri nel 106 seggi sparsi per un Paese sommerso dalla pioggia battente, rarissima qui, centosedicimila e 48 aventi diritti al voto (certamente decimati dal maltempo) si sono trovati a dover scegliere fra il loro capo storico, primo ministro da 11 anni, e Gideo Sa'ar. E' un politico elegante e di bell'aspetto, avvocato di mestiere, figlio di un padre medico immigrato dall'Argentina e di una mamma maestra, sposato per la seconda volta con Geula Even, una delle più importanti Anchorwoman dalla tv israeliana, madre di due dei suoi quattro figli... Sa'ar è un conservatore nato, nato nella couche di Netanyahu che già nel ‘99 l'ha fatto segretario del governo, avviandolo così sulla strada per cui poi ha servito come presidente della coalizione per i due governi Sharon e in seguito è stato, con Bibi, ministro della Cultura e poi degli Interni.
Poi il bel politico rampante si è scansato, ha deciso di tornare a casa nel 2014 fino a ieri per riapparire significativamente sulla scena nel momento in cui sia possibile, e quindi teoricamente accettabile, mettere in discussione un grande capo su cui si sono accaniti una quantità di antagonismo e di guai, fra cui il maggiore, naturalmente l'accusa plurima comminatagli dal procuratore della Repubblica Manderblit di corruzione e tradimento della fiducia (breach of trust). Sa’ar ripete che così salva il Likud dalla dispersione, e anche il Paese. Alcuni lo accusano di opportunismo e tradimento. Ma molti accusano Netanyahu di non aver mai scelto educato, in realtà accettato, un successore. Da Moshe Ya alon, a Benny Begin, a Dan Meridor, e tanti altri, i vari personaggi possibili sono svaniti all'orizzonte spesso in una nuvola scura di risentimento. Sa' ar, che è un abitante della laicissima Tel Aviv e un uomo di solide convinzioni conservatrici rivestite tuttavia di modernità, ha sfidato Bibi consapevole di non potere battere un leader che nonostante e spesso proprio a causa della pretestuosa aggressività contro il suo operato e la sua personalità, conserva gran parte del consenso del popolo del Likud. A Tel Aviv Sa'ar potrebbe anche arrivare al 30 per cento, alcuni leader locali gli hanno dichiarato rispetto e ammirazione, ma personaggi come Yuli Edelstein, presidente della Knesset, o il ministro degli Interni Gilad Erdan aspettando fino all'ultimohanno poi sintomaticamente dichiarato di nuovo fedeltà al Grande Capo.
Ma mentre sul Paese soffia, persino nelle dichiarazioni del Capo di Stato Maggiore, un forte vento di guerra che mette in prima linea di nuovo la possibilità di uno scontro diretto con l'Iran, chiaramente Bibi resta il leader più qualificato per una simile emergenza; ed è quindi del tutto logico che il Primo Ministro gli abbia risposto sorridendo che è d'accordo col suo antagonista se proporrò che egli abbia gli stessi poteri che ha un presidente americano. No, Gideon Sa’ar non intendeva questo.