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Se vince le elezioni Netanyahu annette la valle del Giordano

mercoledì 11 settembre 2019 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 11 settembre 2019

Se sarò rieletto, ha detto Bibi Netanyahu ieri in un drammatico annuncio a reti unificate, annetterò immediatamente la Valle del Giordano, e in un secondo tempo una volta che il consenso sia certificato (probabilmente con un referendum ndr) procederò ad annettere gli insediamenti che completano lo scudo di difesa di Israele ad oriente. Un messaggio elettorale, certo, ma dal contenuto storico. "E' un'occasione unica che ci si presenta oggi, ed è ora o mai più" ha detto Netanyahu, evidentemente riferendosi al rapporto speciale con gli Stati Uniti e con Donald Trump, mentre ancora brucia il ricordo del rifiuto di Obama nei confronti delle drammatiche esigenze di sicurezza di Israele per ben otto anni.

La Valle del Giordano è lunga e arida, di la dalle vallate desertiche, rosse, morbide, bellissime si vede perfettamente la Giordania, a nord si contempla il panorama siriano e la strada conduce al Kinneret, il Mare di Galilea unica riserva d'acqua della zona, e poco più a ovest al Libano; più lontano si intuisce senza ombra di dubbio la presenza affascinante e minacciosa dell'Iraq e dell'Iran. La gente, quasi tutti contadini dei kibbutz, ci vive con coraggio e fatica, isolata, lontana, eppure determinata a difendere il paese. Insomma, la valle del Giordano, che è già parte di Israele ma non è formalmente annessa ed è sempre stata oggetto di trattative, è la cintura di sicurezza verso il mondo arabo e islamico più avverso, mentre a sud l'Egitto disegna un confine più amichevole. "Solo io" ha detto Netanayhu, mentre i commentatori dei tre canali ufficiali gli davano sulla voce per coprire la propaganda elettorale "se rieletto ho la volontà e i rapporti internazionali per garantire questo passo indispensabile".

Perchè dopo che Bibi ha portato al riconoscimento di Gerusalemme come capitale, all'annessione del Golan, alla revisione del trattato irresponsabile con l'Iran, si può pensare che una sua rielezione, per niente garantita al momento, è garanzia di annessione riconosciuta.  Ma non è certo originale Netanyahu nel vedere  nella Valle del Giordano una garanzia indispensabile per il Paese: Ytzkach Rabin ne è stato il principale sostenitore e garante, Shimon Peres e tutta la sinistra hanno sempre costruito le condizioni politiche per stabilire insediamenti nella zona. In queste settimane di campagna intensiva Benny Gantz, il leader dell'opposizione all'attuale Primo Ministro, ha speso molto del suo tempo nella Valle del fiume mitico in cui Gesù Cristo fu battezzato, a parlare con gli abitanti e rassicurarli delle sue intenzioni.

 Tutti pensano che la Valle del Giordano sia indispensabile. Sugli insediamenti in generale, si vedrà: Bibi ha anche detto che aspetta che Trump mostri finalmente il suo programma di pace per poi muovere le sue pedine,, ed è anche certo per lui la migliore carta per cercare quei 61 mandati che gli servono a formare il governo. Dunque, Netanyahu, spara in tutte le direzioni e spende di nuovo l'ottimo rapporto con Trump su cui fa ombra le dimissioni di ieri del consigliere più amico di Israele, John Bolton. E'ultimamente l'idea pompata irresponsabilmente da Macron e, sembra, accettata da Trump di un incontro con Rouhani non ha un effetto rassicurante sull'elettorato israeliano. E' la seconda volta in due giorni che Bibi va in tv per annunci drammatici, lunedì ha dimostrato come l'Iran abbia seguitato a accumulare e nascondere uranio arricchito. Questo era un messaggio rivolto al mondo, quello di ieri invece all'elettorato israeliano. In tutti e due casi, un appello molto drammatico suui già si  affollano i commenti irati dei palestinesi.

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