Fiamma Nirenstein Blog

Se la guerra conviene ai leader arabi in crisi

giovedì 21 luglio 2011 Il Giornale 6 commenti
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Il Giornale
, 21 luglio 2011

Quando un leader ha come scopo di rafforzare il suo potere e di sfuggire a qualsiasi resa dei conti, cosa fa? Mette in piedi un conflitto esterno con relativa teoria della cospirazione, fa polverone e crea rumore di spari, sparge sangue e chiama alle armi.. insomma fa una guerra. Questa è la situazione mediorientale oggi, specialmente dopo le rivoluzioni che abbiamo benevolmente chiamato “primavera araba”. Chi le ha fatte, chi le sta facendo, chi le teme… ovunque tuttavia l’incertezza del futuro solleva un clangore di spade, o meglio un ergersi di missili, e naturalmente il nemico evocato per il proprio comodo è Israele con l’intero contorno americano e occidentale, se è vero che oggi il presidente degli Stati Uniti Obama risulta nel mondo musulmano ancora meno amato di George Bush. Per esempio, secondo un’indagine del centro arabo-americano otto arabi su dieci hanno un parere negativo del ruolo internazionale degli USA, e solo cinque egiziani su cento vedono l’America positivamente, contro i trenta del 2009.

I più esplicitamente determinati alla guerra per evitare i propri guai, sono gli hezbollah, la milizia sciita che l’Iran e la Siria armano e mantengono come un autentico esercito di dominazione in Libano: Saad Hariri, figlio di Rafik, ha dichiarato da Parigi, dove ha riparato, che il vero problema del suo Paese sono gli hezbollah, perché non sanno come usare le loro batterie. Un nuova rivoluzione democratica potrebbe tentare di eliminare questa continua ipoteca che pesa sul Libano specie da quando gli hezbollah sono stati accusati ufficialmente dal Tribunale Internazionale di avere ucciso il primo ministro Rafik Hariri nel 2005 e quindi Nasrallah si agita accusando Israele di ogni male per scampare al giudizio. Il Libano tuttavia ormai si interroga sul senso di tutte quelle armi accumulate da Nasrallah: così il capo degli Hezbollah, promette nei suoi tipici discorsi d’odio una nuova guerra, stavolta a causa delle acque territoriali. Israele infatti ha scoperto in mare una quantità di gas naturale, Nasrallah ha subito lanciato una campagna furiosa e pretestuosa nella stesso tempo, dal momento che Israele delimitò con Cipro le sue acque nel 2007, e il Libano fece lo stesso firmando un accordo con Cipro. Ma Nasrallah usa l’argomento come un vero casus belli proprio come fa con le Shaba Farms nel 2000, e si tira dietro il governo acquiscente e spaventato che si è creato a sua immagine e somiglianza. Una situazione molto pericolosa, aumentata dalla crisi dei suoi alleati, Siria e Iran.
 
Dell’Iran basterà dire che Ahmadinejad è personalmente in rotta con la leadership religiosa, che il Paese è tutto proiettato verso un cambiamento che solo la repressione impedisce, e che qualsiasi fuoco esterno può far comodo, specie quello appiccato per interposta persona.
Assad di Siria,specie dopo gli scontri sanguinosi di questo fine settimana in cui anche Damasco è stata tartassata e dopo la riunione di Istanbul che ha creato una forte coalizione di opposizione, ha perso qualsiasi residuo di fiducia da parte del mondo esterno: che cerchi di buttarla in scontro con Israele lo si è già visto quando ha buttato dentro i confini dello Stato Ebraico centinaia di concittadini e di profughi per creare una provocazione.
 
Ma ancora più significativo è che, nonostante la rivoluzione, abbia accelerato i rifornimenti di armi, inclusi missili balistici molto avanzati, agli Hezbollah. Con l’aiuto di esperti iraniani e nordcoreani, la Siria seguita a produrre missili sofisticati in un sito segreto chiamato “la montagna dei missili” costruito dentro Jabal Taqsis, una montagna di fronte a Hama. Dopo la consegna agli Hezbollah di due Scud D con una gittata di 700 chilometri,fino in Israele, in Giordania in Turchia, la milizia sciita ha ricevuto anche un certo numero di M600, che fanno 250 chilometri, fino a Tel Aviv. Hezbollah, grata, collabora, dicono i ribelli, nella repressione armata. Anche Hamas, che ha sparato parecchi missili da Gaza in questi giorni, ha ormai circa 10mila proiettili balistici di cui i Fajr 5 che possono raggiungere Tel Aviv. Questo capita da quando la rivoluzione Egiziana ha cambiato gli equilibri fra Gaza e Israele e per ingraziarsi la Fratellanza Musulmana. Da Febbraio Hamas ha contrabbandato tre volte il quantitativo di esplosivo entrato nel corso di tutto il 2010.
 
Per altro, oltre allo schieramento legato all’Iran la situazione è pericolosa per la pace anche in zona sunnita. In Egitto il consiglio militare sta muovendosi per porre le basi per una nuova costituzione che protegga e espanda la sua autorità, e un esercito al potere è più forte quando la situazione con i vicini è tesa: del resto non c’è candidato alle prossime elezioni che non abbia dichiarato di voler rivedere o cancellare il trattato con Israele. Inoltre avanza a grandi passi la nuova alleanza con l’Iran. E persino in Tunisia la rivoluzione dei gelsomini ha prodotto una bozza della prossima costituzione che, pur con qualche opposizione, proibisce qualsiasi normalizzazione con Israele. Per essere la migliore speranza di chi si aspetta che la primavera araba dia frutti di pace e democrazia, andiamo bene.


When war is convenient for Arab leaders in troubles

Il Giornale, 21 July 2011

When a leader aims to consolidate his power and to get away with accountability, what does he do? He stirs up a conflict along with the usual conspiracy theory, then he causes clashes, spreads blood, and calls to arms. In short, he goes off to war. This is the current situation in the Middle East, in particular after the revolutions that were kindly called "Arab Spring". This warfare scenario calls for war against the usual enemies: Israel, the Western world, and America in particular. Indeed, Obama seems to be less popular than George W. Bush in the Arab world: as a survey of the Arab-American Center shows, 8 Arabs on 10 negatively consider the international role of the USA, and only 5 Egyptians on 100 positively consider America, when in 2009, 30 on 100 did.

The most determined to wage war to avoid its own troubles is Hizbullah, the Shi'i militia supported by Iran and Syria, which use it as a domination army in Lebanon. Saad Hariri, Rafik's son, fled to Paris, where he declared that the problem of his country is Hezbullah. A new revolution could solve the problem, especially after the Special Tribunal for Lebanon has indicted Hizbullah's officials for the 2005 attack in which Rafik Hariri was assassinated. Lebanese wonder about the necessity of those weapons accumulated by Nasrallah, who promises to wage a new war. This time the spurious reason is territorial waters and the gas reserves that Israel has discovered. Nasrallah would use this as a new excuse; a specious reason indeed, since Israel has delimited its sea boundaries in agreement with Cyprus in 2007, and so did Lebanon as well. In 2000, Nasrallah used the excuse of Shaba Farms, dragging the government he built up in his venture. The danger is even higher considering the current crisis in Iran and Syria, Lebanon's allies.

About Iran, enough to say that Ahmadinejad is on bad terms with the religious leadership and that the country is devoted to a regime change that repression tries to balk.
In Syria, Assad has lost credibility to the eyes of the world, after last weekend's bloodshed, including Damascus, and the Istanbul summit in which the opposition to his regime has consolidated. In order to shift the attention, he tries to provoke Israel, by sending his citizens and refugees to the border.

Even more significant, Assad has recently increased arm supplies to Hezbullah, including ballistic missiles. With the support of Iranians and North Koreans, Syria goes on producing sophisticated missiles in a secret site called "the missiles mountain", inside Jabal Taqsis, near Hama. After the delivery of two Scud D, with a range over 700 km, which could hit Israel, Jordan, and Turkey, the Shi'i militia has also received a certain number of M600, with a range over 250km, which could hit Tel Aviv. Hezbullah, in gratitude, participates in the repression, the rebels accuse.

Hamas, which has also fired missiles during these days, has 10 thousand ballistic missiles, including Fajr 5, which could hit Tel Aviv. This is going on ever since the Egyptian revolution has changed the stability relationships between Gaza and Israel, in order to gain favour with the Muslim Brotherhood. Since February, Hamas has smuggled weapons three times more than during all 2010.

Beyond Iran, even Sunnis are in danger. In Egypt, the Military Council is working on a new constitution that would keep and even extend its authority, and usually an army can consolidate its power when tension at borders is high: in fact all the candidates to next elections have already declared that the peace agreement with Israel has to be revised or even withdrawn. On the contrary, a new alliance with Iran is on its way.
Even in Tunisia, the Jasmine Revolution has produced a draft constitution that prohibits any normalisation with Israel, notwithstanding some oppositions. Not bad as first outcomes of an Arab Spring that everyone believed would result in peace and democracy...

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Loris Facinelli , Bolzano
 sabato 23 luglio 2011  11:30:37

Come gia' scritto in precedenza la sua analisi risulta perfetta, analizzando il mondo arabo-islamico dal punto di vista storico-sociologico sembra che esso stia sprofondando in una situazione di follia ed esaltazione simile a quello della Germania degli anni trenta. Si deve confidare in una presa d'atto da parte di queste popolazioni dell'abisso in cui si vanno sprofondano e al contempo rischiano di tirarsi dietro tutto il mondo in un conflitto nucleare, sempre più' realizzabile. Israele pero' non e' solo in questa lotta contro la follia ed il male!



Ilaria Arri , Rivoli (To), Italy
 sabato 23 luglio 2011  07:37:14

la guerra non conviene mai!!!W la pace!!Shalom shalom!!



Sergio Olper , CARIMATE
 giovedì 21 luglio 2011  22:18:20

Non ti voglio annoiare. L'ho già fatto. Ma, brava Fiamma. Saluta Sharon.



davood karimi , italia
 giovedì 21 luglio 2011  21:53:27

cara Fiammatutto ciò è possibile grazie alla oblia e negligenza e la debolezza dell'occidente che sta facendo gli stessi errori della seconda guerra mondiale. mi pare che il sacrificio di almeno 6 milioni di nostri fratelli e sorelle ebree non ha ancora convinto il vertice politico euro americano a dimostrare un po di serietà. mi domando cara Fiamma se al posto di 6 milioni di eroi ebrei ci fossero stati 6 milioni di cattolici l'occidente si sarebbe comportato ancora cosi con indifferenza e impotenza?grazie



ADRIANO ROMALDI , FALCONARA M.MA (AN)
 giovedì 21 luglio 2011  18:27:00

Gent.le On. Fiamma, sono il Dott. Adriano Romaldi e le scrivo per ricordare a lei ed a quanti intendono alcune cose:abbiamo in Israele un'altra Golda Meir?abbiamo in Israele un altro oshé Daian?abbiamo nel mondo un altro uomo grande?se non abbiamo più Profeti a chi affidiamo le nostre speranze?Forse io sono paternalista ma occorre considerare, come sempre, che tutti hanno un padre e un'Autorità; se il mondo va a rotoli è perché non riconosce quest'Autorità.L'ONU dovrebbe rappresentare l'Autorità ma sa già la risposta; allora?A che cosa ci serve sapere che gli arabi si armano per distruggere Israele se anche in questa Nazione sorge il dubbio sull'Autorità?Dio è l'Autorità e Lui pensa a tutto a noi la forza dell'azione che nasce, talvolta, dalla necessità e forse dall'egoismo.Non importa se altri si armano noi abbiamo l'arma della ragione e questa si può usare anche con la forza.i preoccupiamo della guerra ma, in fondo, questa non è la vera Pace.Quando ci si allontana da Dio si trovano mille rivoli di guerre dimenticate ma mai sopite; il problema quindi è di essere uomini di Dio.In Israele non vada perduto il senso della vita e divino altrimenti tutto diviene più difficile ed esposto a qualsiasi soluzione.Auguro a Voi tutti vera Pace e grande gioia sapendo che tutti ci adopriamo per realizzarla con dedizione ed umiltà.Pace ad Israele Pace a Tutti. Adriano



loris , bolzano
 giovedì 21 luglio 2011  17:40:10

L'analisi della situazione mediorientale e' assolutamente esatta e purtroppo drammatica! Il mondo arabo-islamico non ha accettato la presenza dello Stato ebraico e non intende accettarlo, anzi all'interno dei vari Stati della regione si e' incominciata la caccia al cristiano cosi' da rendere religiosamente ed etnicamente pura la nazione islamica, cose che ricordano molto gli anni trenta! Se nel mondo arabo -islamico non vi sara' un sussulto di ragionevolezza l'unico futuro che puo' attendere il mondo e' quello di una guerra nucleare! Israele deve sapere pero' che non e' solo ! Viva Israele!



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