Fiamma Nirenstein Blog

Se i morti di Israele non fanno notizia

lunedì 23 novembre 2015 Il Giornale 10 commenti
Il Giornale, 23 novembre 2015

Non comprendere che il terrorismo che investe Israele è identico a quello che sta investendo il resto del mondo è molto pericoloso per l'Occidente, è una discriminazione, è distogliere gli occhi dal dolore, è negare la solidarietà che deve invece compattare tutta la guerra al terrore: se è vero che per affrontare lo scontro devi innanzitutto definirlo, il fraintendimento qui è corruttivo e letale. Ieri John Biden, il vece-presidente degli Stati Uniti, nel suo "weekly address" alla Casa Bianca sui temi del terrore, ha citato gli attacchi terroristi in corso definendoli "atroci" e ha menzionato Parigi, Beirut, l'Iraq, la Nigeria. Israele non compare nonostante ieri stesso abbia perduto una ragazza di 21 anni, Hadar Buchris e abbia subito altri attacchi, come ogni giorno.

Il volto di una ventunenne non può essere che bello perché illuminato dal lungo cammino luminoso davanti a sé. Con quanto dolore abbiamo visto in questi giorni su tutti i giornali la faccia sorridente di Valeria Solesin, soffrendo anche per la rabbia che deriva dall'incomprensibile casualità dell'evento. Ieri ci è toccato di vedere il volto bellissimo di Hadar sui giornali.Uccisa dalle coltellate in una strada del Gush Etzion, vicino a Gerusalemme.

L'assassino, ucciso dopo l'accoltellamento, è un 34enne di Beit Fajar, un villaggio palestinese. Sempre ieri un guidatore di taxi ha tentato di travolgere un gruppo di israeliani, e poi è saltato giù dalla macchina con un coltello, ne ha ferito uno, ed è stato fermato da un civile che gli ha sparato. Era di Ramallah. Una donna al volante è stata anche lei colpita mentre cercava di travolgere un israeliano alla periferia di Nablus. Non sono che le ultime notizie di uno stillicidio continuo di un attacco che dura da tre mesi, ma che ha i suoi prodromi sin negli anni '20 quando il terrorismo viene impostato come genocidio programmato da parte dell'islamismo del mufti palestinese Haj Amin al Husseini, l'amico di Hitler che, contrariamente a una serie di forze arabe più moderate, decide di tentare la cancellazione degli ebrei, massimo esempio di corruzione occidentale, dall'area della Palestina (nome che i romani dettero alla Giudea, dopo la seconda rivolta di bar Cochba nel 132 d.C.) che stava divenendo, da Mandato Britannico, Israele. Dal primo di ottobre al 19 novembre sono stati compiuti 91attacchi da 102 palestinesi e tre arabi israeliani.

Almeno una dozzina avevano fra i 12 e i 17 anni, altri sono donne fra i 16 e i 72 anni, circa la metà sono stati uccisi dalle forze dell'ordine. Gli attacchi hanno coperto tutta Israele, da Afula all'estremo nord, a Beersheba, nel Negev, ma Gerusalemme è stata l'epicentro perché morirvi da shahid è un desiderio di massa fra i giovani. Gira in questi giorni una intervista a una graziosa madre palestinese in un ospedale israeliano: il suo bambino è stato appena salvato dai medici israeliani, molto affettuosi e fieri ("Non ci siamo arresi, sorridi" dicono con alla madre araba che piange di gioia), ed ecco che la donna si dichiara pronta a dare la vita di suo figli per Gerusalemme, perché da Al Aqsa il profeta si è involato verso il cielo. Ripete che per i musulmani la morte è come la vita, non fa paura, anzi, la desiderano.

L'Intifada corrente è fatta, come a Parigi, di terroristi suicidi: solo qualche giorno fa un giovane ha seguitato a farsi sotto sparando su un poliziotto riparato da uno scudo antiproiettile, finché quello, trovandoselo davanti al naso, non è stato costretto a sparare. Voleva il martirio, la sua intera ideologia glielo suggeriva. Certo, non tutti i palestinesi sono così, ma lo sono quelli che praticano il terrorismo, la loro aspirazione non centra nulla con la richiesta di uno Stato Palestinese. Il suicidio, il martirio per la fede, per la Moschea, l'odio per gli ebrei imperialisti sono il leit motiv che accompagna tutto lo jihadismo contemporaneo. L'esercito terrorista palestinese è' un gruppo sociale che condivide ciò che tutti i terroristi hanno in comune: la determinazione ideologica, un'educazione dei media, della famiglia, della scuola, talvolta elevata ma intrisa di determinazione a battere un nemico visto come il demonio, e una potente spinta a farsi shahid.

Così sono fatti i terroristi di oggi: non conoscono compromessi, disprezzano la trattativa, che è trattativa col male. E' di ieri una rilevazione del Palestinian Media Watch in cui una bambina recita questa poesia alla tv dell'AP:"Quando ero piccola mi hanno insegnato che essere araba è il mio onore, che la nostra terra si estende da una punta all'altra, che le guerre servono a difendere la Moschea, che il nostro nemico, Sion, è Satana con la coda". E con questa cultura che sono stati uccisi fra i primi davanti ai loro bambini dai 9 anni ai 4 mesi Eitan e Naama Henkin. E dopo e prima tanti e tanti e tanti, tutti israeliani, a migliaia: non riconoscerli come vittime del terrorismo che colpisce anche Parigi e può colpire chicchessia è una disconoscimento della forza esplosiva della ideologia islamista, una resa alla propaganda.

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Francesco Salatino , Francoforte sul Meno
 domenica 13 dicembre 2015  18:11:38

I palestinesi in quanto arabi antisemiti, alleati dei nazisti durante la 2. guerra mondiale, non hanno mai voluto la pace. La loro mentalità assassina si basa su tre pilastri: il Corano, MEIN KAMPF di Hitler e l'Art. 7 della Carta di Hamas (eliminazione degli ebrei in quanto tali).



peter newburgh , napoli
 domenica 6 dicembre 2015  19:44:36

Non mi importa che i morti di israele non facciano notizia: sono profondamente nel mio cuore .Io ricordo gli 11 atleti uccisi nel 72 a monaco , i morti del supermercato casher,l'accoltellato di milano



tiziana marengo , cuneo
 sabato 28 novembre 2015  12:04:51

L'intifada non è una cosuccia da niente, come spesso credono i piu' (e lo credono perchè non la vivono sulla loro pelle) non è un gioco tra bambini, l'intifada è morte, è voler uccidere, è guerra. Una guerra subdola perchè portata avanti nel cuore del nemico, tra la gente comune che ogni giorno va scuola, al mercato, a pregare.. Una guerra vigliacca, di chi non ha il coraggio di affrontare il discorso in maniera democratica e cercare realisticamente un accordo. Una guerra di odio portata avanti non per trovare una soluzione ma per distruggere fisicamente il nemico. E il mondo tace. Nessuna voce si leva a condannare questa guerra. E' vergognoso! Dialogare è spesso impossibile, solo un apio di giorni fa ne ho parlato virtualmente con dei pro pal, alle mie obiezioni di non invitare a fare l'intifada ma a ragionare e trovare soluzioni diplomatiche, questi (che sono italiani) hanno risposto solo in un modo "intifada fino alla vittoria" . Ecco questo è il punto dolente: una controparte che non cerca soluzioni ma che si esalta solo per la morte, per l'uccisione. Con cui il dialogo è impossibile. Non solo l'Occidente non lo vede ma neppure lo comprende.



LORINI GIORGIO , Ghiffa Italia
 mercoledì 25 novembre 2015  00:29:16

Gentile Signora, legga l'editoriale dell"Eco di Terrasanta"."ragazzini palestinesi che provocano (sic) apertamente ebrei ortodossi che si recano al Muro occidentale. Ma anche giovani coloni a passeggio sulla spianata a rivendicare in forma provocatoria (ma scortati da militari) l'accesso all'area del Tempio"Di accoltellamenti non si parla; i ragazzi palestinesi sono giovani biricchini che provocano.Importante che continuino i pellegrinaggi( sono martellanti le sollecitazioni) per potersi ingrassare....salvo poi farsi fottere da qualche Padre Superiore (vedi Montecassino) o amico affaristaSono cattolico ma amo sopra ogni cosa e da sempre Israele e il suo meraviglioso popoloUn cordiale saluto



LORINI GIORGIO , Ghiffa Italia
 mercoledì 25 novembre 2015  00:28:49

Gentile Signora, legga l'editoriale dell"Eco di Terrasanta"."ragazzini palestinesi che provocano (sic) apertamente ebrei ortodossi che si recano al Muro occidentale. Ma anche giovani coloni a passeggio sulla spianata a rivendicare in forma provocatoria (ma scortati da militari) l'accesso all'area del Tempio"Di accoltellamenti non si parla; i ragazzi palestinesi sono giovani biricchini che provocano.Importante che continuino i pellegrinaggi( sono martellanti le sollecitazioni) per potersi ingrassare....salvo poi farsi fottere da qualche Padre Superiore (vedi Montecassino) o amico affaristaSono cattolico ma amo sopra ogni cosa e da sempre Israele e il suo meraviglioso popoloUn cordiale saluto



LORINI GIORGIO , Ghiffa Italia
 mercoledì 25 novembre 2015  00:27:37

Gentile Signora, legga l'editoriale dell"Eco di Terrasanta"."ragazzini palestinesi che provocano (sic) apertamente ebrei ortodossi che si recano al Muro occidentale. Ma anche giovani coloni a passeggio sulla spianata a rivendicare in forma provocatoria (ma scortati da militari) l'accesso all'area del Tempio"Di accoltellamenti non si parla; i ragazzi palestinesi sono giovani biricchini che provocano.Importante che continuino i pellegrinaggi( sono martellanti le sollecitazioni) per potersi ingrassare....salvo poi farsi fottere da qualche Padre Superiore (vedi Montecassino) o amico affaristaSono cattolico ma amo sopra ogni cosa e da sempre Israele e il suo meraviglioso popoloUn cordiale saluto



mario geregorio , pavia
 martedì 24 novembre 2015  07:34:42

le vittime del terrore islamico meritano la stessa pietà e la stessa condanna deve levarsi contro chi incita a queste stragi.I Governi occidentali sono succubi della violenza dei musulmani



Antonio Giordano , Salerno
 lunedì 23 novembre 2015  20:22:16

Mi piace l’ardore di questa Fiamma! Shalom sig.ra Nirenstein - credo che comprerò il suo libro e che leggerò con molta attenzione.



Alessandro Cesare Armaroli , Brescia, Italia
 lunedì 23 novembre 2015  15:57:16

Ha ragione Luca Togni nel suo articolo del 21/11 pubblicato sul sito della Nuova Bussola Quotidiana sul perché i terroristi islamici odiano la nostra civiltà dicendo che da noi (in "Occidente") ci sono un gran numero di traditori, ignavi e cacadubbi che, mangiando lautamente e spesso immeritatamente nel piatto dell’Occidente, poi ci sputano dentro ...Sembra che lo stillicidio di omicidi di innocenti non avvenga in Israele, ma su un pianeta remotissimo e lontanissimo e che "l'intifada dei coltelli" si possa giustificare, come tanti dei crimini che l'hanno preceduta, non come una serie di atti criminali ma come una legittima reazione solo al fatto di esistere come Israeliani.



giuseppe casarini , binasco (MI)
 lunedì 23 novembre 2015  12:09:53

. E dopo e prima tanti e tanti e tanti, tutti israeliani, a migliaia: non riconoscerli come vittime del terrorismo che colpisce anche Parigi e può colpire chicchessia è una disconoscimento della forza esplosiva della ideologia islamista, una resa alla propaganda.Ben detto cara Signora ma come vede L'America e L'Europa soffrono di miopia..Israele nome di difficile lettura!shalom



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