Fiamma Nirenstein Blog

Scontro al check point

venerdì 11 maggio 2007 Generico 15 commenti
Scontro al check point - Fiamma Nirenstein Home page

I check point sono un’istituzione di cui si farebbe volentieri a meno. Certo, le immagini di un check point a sud di Hebron che tutte le tv del mondo, contente di riprendere una vecchia, cara abitudine, hanno mandato in onda, dispiacciono: si vede un gruppetto di soldati israeliani che, armati e in divisa, fronteggia molto spazientito e alla fine prende a botte il movimento “Anarchici contro il recinto”, che insieme a un gruppo di palestinesi sposta le pietre che segnano il posto di blocco. Il comandante della pattuglia addetta alla guardia, a un certo punto fa due cose davvero antipatiche: tira un calcio a un dimostrante e, soprattutto, con la punta del fucile da’ quella che in fiorentino chiamerei una “cannata” sul petto a un altro. Se il colpo fosse stato forte, avrebbe potuto ammazzarlo, hanno subito detto, giustamente preoccupati, i giornalisti alla radio e alla tv. Però, invece, non era un colpo forte; magari l’irruenza del soldato era invece controllata, dato che il colpito poco dopo rilasciava dichiarazioni contro l’esercito israeliano ai media. Il cui contenuto è facilmente immaginabile: “Noi ci limitavamo a dimostrare tranquilli, nessuno faceva niente di male, e loro, senza ragione, ci hanno aggredito. Ma secondo le testimonianze dei soldati invece già da alcune ore una folla molto agitata di centocinquanta persone assediava la piccola pattuglia, la loro intenzione di distruggere il check point presso la barriera era esplicita e aggressiva, e già parecchie volte si erano avvicinati fin sotto il naso dei soldati, avevano cercato di spostare i sassi, in una parola di cacciare di là la forza di guardia che impedisce il passaggio in Israele di uomini e oggetti non identificati.

Ora, c’è anche chi pensa che un check point sia una forma di sadismo. Non può esserci stupidaggine maggiore. I check point, proprio come il recinto di sicurezza, sono misure drammatiche, spiacevoli quanto indispensabili, il loro scopo è quello di evitare l’ingresso di terroristi suicidi o di armi. E ci riescono: il recinto ha evitato più del novanta per cento degli attacchi, e i check point molte volte servono a scoprire un assassino in marcia. Se il terrorista col loro aiuto viene scoperto, molte vite vengono salvate; la vita del terrorista, anche se verrà punito col carcere, può sempre riprendere. Ma se il terrorista o anche solo il suo tritolo passa, uomini, donne, bambini, perderanno la vita per sempre. Molte volte ambulanze, persone camuffate per esempio da ebrei ortodossi e anche bambini sono diventati veicolo di terrore.

L’esercito israeliano di fronte alle immagini del graduato che prende a botte e calci i dimostranti, ha aperto una indagine che, come ha già dichiarato il generale che comanda le forze in quella zona, probabilmente si concluderà con la rimozione dall'incarico del soldato colpevole. Questo soldato verrà svergognato per il suo cattivo carattere, verrà messo in croce perché ritenuto violento, forse per questo cesserà di servire nelle Riserve. Non so se esserne soddisfatta; non ho una risposta precisa quando mi si chiede se questo sia giusto. So però che i check point e il recinto hanno uno scopo per niente peregrino, anche se tutti vorrebbero vederli sparire in una situazione di pace, che sembra però molto lontana. Quel soldato ha fatto male a picchiare il dimostrante. Ma non si vede nel filmetto tv che la pattuglia di guardia già da ore chiedeva al comando centrale di intervenire per bloccare i pericolosi manifestanti, che essi erano tanti, che si erano portati appresso i cameramen e le tv.

Dunque, non mi è piaciuto per niente quando Bertinotti in visita in Israele, giunto davanti al recinto ha detto che lui preferisce i ponti ai muri. Bella forza. E chi non li preferisce? Forse, ex post, preferiscono le barriere soltanto le madri e i padri, e le ragazze o i ragazzi, di quelli che sarebbero saltati per aria - e non stiamo parlando di piccoli numeri o di favolette senza riscontro. Molti terroristi sono fortunatamente stati fermati solo da quel recinto, da quei check point e anche dai soldati che difendono queste misure: i buoni sentimenti di chi suggerisce i ponti dove vanno a finire, quando si parla di vittime del terrore?

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Giacomo , Firenze
 domenica 27 maggio 2007  01:38:21

Vedo ora per la prima volta il Suo sito, e leggendo qua e là, ho trovato il presente articolo. Confesso di aver provato un sentimento di solidarietà col graduato (Sgt.?) che comandava la squadra al check point in questione. Preciso che non ho visto alcun filmato, ma conosco bene l'argomento...Vengo al punto: uno vive in una realtà che non sai se la sera torni a casa, che devi rispondere della vita e dell'incolumità dei tuoi uomini oltre che ai tuoi superiori, soprattutto dinanzi a madri mogli e figli degli stessi, che i compiti da assolvere sono precisi e delicati, ed in base a ciò che fai, a chi fai passare, all'attenzione che metti nelle operazioni che esegui, nella tua città vivranno o moriranno persone.Poi... se una mattina che devi svolgere il servizio, ti vengono innanzi diverse decine di persone che hanno deciso di spendere il loro tempo per cose che non conoscono in profondità, rinforzati da troupe tv e giornalisti "liberi".... beh, credo che nessuno li accolga come benvenuti, per il solo fatto che si presentano con i media per un solo motivo: provocare una reazione dei militari, riprendendo il supposto fattaccio e additando poi tutto un sistema ed un Paese alla vergogna.Sono certo, avendo avuto in varie occasioni le prove provate che la IDF è composta da cittadini di un Paese democratico che conoscono bene i doveri derivanti dal loro status, quei militari abbiano usato tutti i gradi di "risposta proporzionale" prevista dalle regole di ingaggio. Come Lei stessa ha detto, i militari sono stati ripetutamente provocati, e gli ostili hanno cercato di rimuovere le protezioni passive del check point, entrando di fatto nella zona di sovranità. Anche durante tale azione, i benpensanti nostrani, che nulla hanno (ancora) da temere e vivono tranquilli nelle loro case, non possono capire che, una tale azione, poteva essere benissimo un diversivo o una copertura, affinché elementi armati si avvicinassero - sfruttando la presenza dei "manifestanti" - a distanza critica dai militari, con tutte le conseguenze del caso, ossia, diciamola, uno scontro a fuoco a distanza ravvicinata magari con civili europei dinanzi al check point!Certo, i benpensanti nostrani, i buonisti, quelli che mandano i figli a scuola con il pulmino e non hanno la paura di ritrovarli a brandelli alla fermata, quelli che vanno in disco o a fare la spesa e l'unico pericolo che conoscono è il furto del portafogli, questi signori non arriveranno mai a capire che la decisione del capo squadra è stata uguale in tutto a quella presa da un qualsiasi nostrano dirigente di p.s. in occasione di una partita di calcio agitata, in cui la reazione proporzionale si arresta nello stesso momento in cui si estingue l'azione di disturbo, mediante utilizzo di "forza men che letale".Le regole di ingaggio parlano chiaro. In quanto alla presenza di alcuni media poi, beh, ricordiamoci di Genova.... e mi fermo qui!Per quanto riguarda il colpo con la canna dell'arma, assolutamente non letale, giudicherei essere solo un "colpo di arresto" , da allontanamento. Per il calcio al dimostrante, anche in questo caso lo giudicherei come sopra, viste le circostanze, precisando che, non avendo visto il filmato, non vado oltre.Non mi dilungo ulteriormente con questo scritto, ma faccio presente che chi vive tranquillo è perché qualcun altro dà la sua vita ed il suo tempo per difendere la libertà e la sicurezza degli altri, e non è giusto giudicare dal divano dinanzi alla TV o dalla poltrona del salotto chi esegue questo servizio, senza considerare che sono anche loro degli uomini con i loro sentimenti, i loro problemi quotidiani ed i loro sogni, ed hanno scelto di servire il loro Paese in silenzio, consapevoli che qualunque gesto o decisione, in quella realtà, ha sempre un seguito.Con i migliori saluti(mail riservata. grazie)



paolo , udine
 sabato 26 maggio 2007  11:15:29

Ho appena finito di leggere il tuo articolo che ho trovato per caso dopo averne letto un altro su "il giornale". Credo che il problema sia l'uso o l'abuso dell'informazione molte volte non corretta. Ho lavorato ad hebron e credo di conoscere un po' meglio la realta' del posto rispetto a molte persone che ne leggono solo sui giornali. Non e' facile prendere posizioni e credo che sia vedendo ed analizzando i problemi da una parte e dall'altraci possano esser giustificazioni per entrambi. Certi atteggiamenti a volte eccessivi e sbagliati sono usati da altri, vedesi giornali, per stimolare in un senso o in un altro l'opinione pubblica. Se si analizzassero tutti i problemi e quello che non viene detto apertamente sarebbe interessante vedere come alcune situazioni sarebbero forse valutate in modo differente.



G.L , roma
 venerdì 18 maggio 2007  15:27:47

non credo che la minaccia di Hamas,di riprendere gli attentati terroristici,debba preoccupare più di tanto.La riduzione è dovuta al muro ed ai controlli accurati non certo alla "tregua" proclamata in passato



Crusader , Palermo/Italia
 giovedì 17 maggio 2007  23:16:00

Ah ah ah! E' vero, chiedo venia a tutti! Un errore formale forse provocato dal fatto che sono incazzato come una bestia, constatando il degrado morale e il menefreghismo qualunquista che mi circonda. Farò più attenzione in futuro...



luca , Bologna
 giovedì 17 maggio 2007  17:09:47

Crusader, ho notato un errore frequente nei tuoi accorati post. Senza arroganza ti correggerei:popolo ebraicostoria ebraicastato ebraicopersona ebrea



Crusader , Palermo/Italia
 giovedì 17 maggio 2007  15:19:18

Ma il vergognoso rifiuto di accettare la realtà, di ammettere che Israele ha tutto il diritto di esistere e che quindi lotta per la sua sopravvivenza, circondato da popolazioni musulmane che vogliono annientarlo a tutti i costi, temo rappresenti il sintomo della decadenza della nostra civiltà occidentale, di un fatalismo acquiescente che impedisce di difendere i propri valori minacciati da un nemico intransigente e arrogante. Se non apriremo gli occhi e non reagiremo senza indugio, consci che occorreranno decenni per estirpare con le buone o con le cattive dal mondo musulmano la malapianta del fondamentalismo integralista, dovremo prepararci a vivere assediati proprio come il popolo ebreo, senza però beneficiare della forza d'animo e dello spirito combattivo che lo contraddistingue nell'estremo pericolo.



Crusader , Palermo/Italia
 giovedì 17 maggio 2007  14:35:47

Un pregiudizio cinico e ipocrita inficia in modo irrimediabile l'informazione fornita dai mass media occidentali, da sempre filoarabi a senso unico. Israele sarebbe uno stato occupante che persegue una politica repressiva nei confronti dei poveri palestinesi, cacciati senza pietà dalla propria terra. Si tratta invece di una mostruosa falsità storica, che viene ossessivamente propagandata come una realtà di fatto inequivocabile. Qualunque violenza viene ignorata o addirittura quasi giustificata perchè è una reazione motivata dall'oppressione. Il lancio quotidiano di missili contro le abitazioni israeliane, il sacrificio folle e sanguinario dei kamikaze, la reiterata volontà di cancellare Israele dalla faccia della Terra, testimonierebbero la disperazione di un popolo sottomesso che aspira alla libertà! Di fronte a un simile travisamento dei fatti è arduo contrapporsi con una sana e coerente conoscenza storica. Il popolo ebreo se vuole salvarsi dalla distruzione deve farsi forza, guardare aventi e non cedere mai!



rosanna , milano italia
 giovedì 17 maggio 2007  00:46:10

Erano in venti (il gruppo degli estremisti di sinistra anti-israeliani insieme ai palestinesi ) contro uno (i riservisti dell’esercito).Nel 2006 le forze di sicurezza israeliana in Samaria e Giudea hanno arrestato 45 terroristi kamikaze in missione suicida. La maggior parte di loro sono stati intercettati, grazie a Dio, proprio ai posti di blocco. Smantellare questi posti di blocco significa sabotare la sicurezza nazionale di Israele e la sicurezza dei suoi cittadini per cui questi posti di blocco sono stati eretti.E’ ampiamente noto che le organizzazioni di sinistra antiisraeliane ricevono soldi dagli occidentali nemici d’Israele, gli stessi che finanziano abbondantemente i terroristi di Fatah e Hamas che vogliono la distruzione d’Israele e che proprio in questo momento a Gaza si stanno sparando addosso l’un l’altro oltre ad ammazzare civili impunemente.Il dipartimento di stato americano pretende ora da Israele che smantelli i posti di blocco in Giudea e Samaria così da permettere la libera circolazione degli arabi tra Gaza e Giudea e la Samaria. Tenete presente che Gaza e Nablus (nel nord della Samaria) sono diventati due mini Afghanistan, che ospitano jahidisti terroristi finanziati da Iran e Siria: rimuovere i posti di blocco e i controlli lungo le strade significa garantire la libera circolazione dei terroristi-bomba e la morte di innumerevoli civili israeliani, con il rischio altissimo che gli stessi missili lanciati dai terroristi, che ora colpiscono i residenti del Negev occidentale, vengano lanciati contro Tel Aviv e Gerusalemme.Zippi Livni, ministro degli esteri israeliano, appoggia la richiesta del dipartimento di stato USA e vorrebbe la presenza di forze Unifil dislocate in Samaria e Giudea, le stesse forze Unifil dislocate nel sud del Libano che anziché proteggere la sovranità dello stato di Israele, stanno proteggendo la milizia-esercito degli Hezbollah, armata, finanziata e addestrata da Siria e Iran, che si sta riarmando per nuovi attacchi contro lo stato d’Israele.



Piero Pasquinelli , Reggio Emilia
 mercoledì 16 maggio 2007  20:40:42

La critica al comportamento di militari sottoposti ad un inevitabile stress c'è tutta. C'è il modo di valutare i fatti in quella maniera tanto diversa, tanto parziale e miope alla quale, purtroppo, i media italiani ci hanno abituati. Nel giorno il cui Sderot, una città che non può certo definirsi "insediamento",e il suo costante martellamento con missili da Gaza viene praticamente ignorato. O del quale si segnala solo l'assenza di vittime...quasi che le si desiderasse o si pensasse che solo in questo modo i terroristi palestinesi possono definirsi tali. Che differenza di maniera nel fare informazione!



Giorgia Greco , Bologna
 mercoledì 16 maggio 2007  17:34:44

Quest'articolo davvero ottimo mi suggerisce una riflessione in merito ai buonisti nostrani.Perchè i zelanti manifestanti contro il muro, i check point ecc. non manifestano mai dinanzi alle case dei kamikaze per esprimere dissenso e orrore per gli assassini di civili inermi israeliani commessi quasi quotidianamente negli anni passati?Sono d'accordo con Fiamma quando asserisce che sicuramente le madri delle vittime del terrore sarebbero state ben felici che ci fosse stato un muro già allora. I loro figlioli sarebbero ancora accanto a loro.Sul cattivo carattere di alcuni soldati israeliani, certamente non auspicabile, mi permetto di spezzare una lancia a loro favore: dopo ore e ore di servizio quanto durerebbe la nostra tolleranza, la nostra pazienza dinazi a possibili terroristi o a manifestanti arroganti e cafoni??Nessuno vuole i check point ma come il muro sono una necessità inderogabile e francamente mi importa poco (perchè lo ritengo il minore dei mali) se qualche palestinese deve fare delle ore di coda se questo può salvare delle vite umane.Troppi israeliani innocenti sono morti. E' ora di dire BASTA!!



Paolo , Roma
 mercoledì 16 maggio 2007  12:20:14

Dal sondaggio dell'Anti Diffamation League risulta che il 22% degli italiani parteggia per gli israeliani e il 20% per i palestinesi. Mentre al resto non interessa la questione.... Direi dunque che le cose non stanno poi così male... anche grazie a Fiamma e Magdi Allam e Carlo Panella tanti altri...



Giuseppe , Milano, Italia
 martedì 15 maggio 2007  23:33:09

è un bel problema, quello dei media nostrani, (anche se non solo i nostri)bisgnerebbe fare qualcosa, non so perchè in generale c'è quasta disinformazione da parte dei giornalisti, ma questo dipende anche dai direttori dei TG che non vogliono o non hanno il coraggio di fare un informazione diversa, e quindi più vera.basterebbe che una come Fiamma lavorasse per il TG5 (magari direttrice?)perchè non Magdi Allam, che ha appena scritto un libro su Israele?http://icarodelleidee.blogspot.com



Michele Demontis , Cagliari
 martedì 15 maggio 2007  20:13:51

Io credo che il problema di Israele, nazione che seppur ho conosciuto sommariamente mi è rimasta nel cuore per la sua straordinaria bellezza, sia quello di essere una realtà estremamente complessa da spiegare ma che al contempo si presta con disarmante semplicità a banalizzazioni giornalistiche e pregiudizi. In particolar modo da parte dei tanti troppi suoi colleghi anti-israeliani e antisemiti.



Mauro , cagliari
 martedì 15 maggio 2007  18:33:01

Un comunista che cita il papa: vien da ridere... Se fossi un vignettista disegnerei un bel ponte con Bertinotti che tiene un cartello con scritto "+ponti - muri" e dietro di lui un nugolo di kamikaze...



giancarlo saran , castelfranco veneto
 venerdì 11 maggio 2007  14:08:51

Ma è la solita retorica del menga (e mi scuso per il latinorum).Nessuno dice niente se i sassi li tirano i ragazzini dell'intifada, con le mani armate da anni di lavaggio del cervello nelle scuole.Nessuno dice niente se i vari Casarini fanno gli splendidi disobbienti sfasciando il lavoro degli altri.Vorrei vederli, questi eroi dall'eloquio bolso e dalla facile contestazione senza rischiare mai nulla, cosa farebbero al posto di quei ragazzi del check point, coscienti che possono saltare in aria da un momento all'altro per una svista o semplice scarogna.Mi viene in mente, per analogia, quanto sostentuto da qualcuno a fronte delle pur deprecabili morti bianche sul lavoro di casa nostra.Hanno ammazzato a sangue freddo un tabaccaio che tirava giù la serranda della sua bottega.Non era un lavoratore anche lui?Chi è che si è stracciato le vesti? Nessuno.Certo, non sono in topic con questa conclusione, ma è ora di finirla con i luoghi comuni e i piagnistei a senso unico.La Vita, la Libertà, il rispetto per l'Uomo inteso come entità unica ed irripitebile, non sono valori condivisi, purtroppo, e quindi è legittimo, in alcuni casi, anche se in frome poco ortodosse che vanno osservate, ma giammai stigmatizzate oltre il buon senso, è legittimo, dicevo, difendere questi valori contro chi non li rispetta per nulla.



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