SADDAM AVREBBE PIANIFICATO IL RECLUTAMENTO DI UN GRUPPO PALESTINESE « L’ Iraq colpirà con armi biologiche gli Usa o Israele» Il Times rivela un rapporto segreto del ministero degli Esteri britannico
lunedì 5 agosto 2002 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME
MENTRE il terrorismo si abbatte su Israele, dall’ Iraq giungono
ulteriori
segnali di allarme: li consegna all’ opinione pubblica internazionale
il
« Times» di Londra, riportando un rapporto segreto del ministero degli
Esteri
britannico sullo sviluppo delle armi biologiche di Saddam Hussein.
Una
squadra di scienziati iracheni avrebbe sviluppato agenti biologici
che
possono essere sparsi sulle popolazioni con l’ uso di diffusori
aerosol.
Washington e Londra pensano che Hussein pianifichi di produrre
un’ arma
basilare che un gruppo terrorista possa usare in tempi brevi per
attaccare
molto pericolosamente gli Usa o Israele. Secondo il rapporto
britannico,
Saddam avrebbe pianificato il reclutamento di un gruppo palestinese
che deve
agire su suo incarico. Il « Times» sostiene anche che l’ Iraq ha
proseguito
nella produzione di tutte le sue armi di distruzione di massa dopo
l’ espulsione degli ispettori dell’ Onu nel 1998, e ha puntato molto
sulla
trasformazione dei suoi sistemi biologici in armi di distruzione,
usando
laboratori mobili di ricerca per ingannare i satelliti spia
americani. E’
infatti molto più difficile nascondere fabbriche di missili balistici
a
lungo raggio o strutture che producono armi nucleari, poiché esse
richiedono
grandi infrastrutture. La conseguenza è stata appunto lo sviluppo da
parte
di Saddam di armi biologiche, che sono altrettanto minacciose quanto
le armi
nucleari, ma si sviluppano in ambienti molto più piccoli e mobili.
L’ intelligence occidentale sta adesso cercando di identificare
l’ eventuale
cellula palestinese che sarebbe stata incaricata da Saddam: la Cia,
l’ Fbi e
lo spionaggio britannico hanno rifiutato, intanto, come « privo di
consistenza» , un rapporto per cui un importante personaggio iracheno
avrebbe
incontrato a Praga un terrorista di Al Qaeda prima dell’ 11 di
settembre.
Però , altri documenti di intelligence, stavolta americana, dimostrano
che re
Abdallah, un punto di riferimento nella politica contro l’ Iraq per la
sua
contiguità con lo Stato di Saddam Hussein, di fatto sarebbe molto
amico del
Raì ss iracheno. Lo sostengono con molta forza fonti politiche di alto
livello: re Abdallah sarebbe in grande confidenza con Saddam Hussein
da cui
riceverebbe consistenti doni. L’ amicizia si sarebbe consolidata sulla
base
del lungo rapporto del re di Giordania sin da ragazzo con Uday e
Qusay, i
figli di Saddam, con i quali il sovrano hashemita avrebbe trascorso
la
maggior parte delle sue vacanze durante gli Anni ‘ 90, prima di
succedere a
re Hussein. Sembra che Uday abbia regalato ad Abdallah automobili di
gran
lusso. La fonte americana sostiene che Abdallah insiste molto nel
gestire
personalmente le relazioni con l’ Iraq, e ama restare solo quando
tratta
direttamente con altri personaggi iracheni.
Queste informazioni giungono mentre l’ Iraq ha proposto all’ Onu di
riaprire
una discussione sui suoi armamenti e afferma che l’ idea di attuare
una
qualche forma di disarmo sarebbe genuina; invece gli Usa rifiutano e
dicono
che si tratta soltanto di un tentativo di tenere a bada una
situazione in
cui Saddam rifiuta per l’ ennesima volta di ottemperare agli accordi
del ‘ 91,
secondo i quali gli ispettori devono semplicemente controllare che
egli
abbia messo fine al suo programma di produzione di armi di
distruzione di
massa. Il sottosegretario di Stato americano John Bolton ha
dichiarato alla
« Bbc» sabato che Washington favorisce la reintroduzione di ispettori,
ma che
allo stesso tempo non ha alterato il suo scopo complessivo che è
quello di
rimuovere Saddam dal potere.
L’ Arabia Saudita e l’ Iran si oppongono a un possibile attacco
americano
contro l’ Iraq di cui già si parla da molto tempo, e adesso la
rivelazione
che re Abdallah intrattiene rapporti amichevoli con Saddam mette gli
Usa in
ulteriore difficoltà . Abdallah ha visitato Washington e incontrato
Bush la
settimana scorsa ripetendo tuttavia in varie interviste che
considererebbe
imperdonabile che l’ Iraq fosse attaccato senza che l’ America abbia
prima
compiuto passi decisivi nel conflitto israelo-palestinese. Gli ha
subito
risposto con una visione diametralmente opposta il sottosegretario
alla
Difesa Douglas Feith sostenendo che in realtà Saddam fa di tutto per
aggravare le relazioni israelo-palestinesi e che una sua rimozione
non può
che favorire la pace. I piani militari del Pentagono vedevano
tuttavia nella
Giordania una piattaforma di lancio per azioni tese a rimuovere
Saddam,
specie una volta che si fosse deciso per un attacco di terra. E
quindi sono
molto preoccupati e delusi.