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Roma faccia come gli Usa. Si dissoci dalla follia

mercoledì 12 settembre 2018 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 12 settembre 2018

Fa un certo perverso piacere che l'Italia assaggi l'ONU in tutta la sua sfacciataggine e doppio standard adesso che annuncia santificate spedizioni (non magari come i "peace keeper" che sono accusati di stupro, o come i distributori di fondi internazionali che lucrano sulle miserie umane?) per verificare quanto l'Italia viola i Diritti umani. Così magari comincerà un processo di revisione del suo rapporto con l'ONU, forse smetterà di votare o al massimo di astenersi mentre cerca di compiacere le maggioranze automatiche che condannano solo Israele (come quando il 23 dicembre 2016 Obama, ultimo atto di una gestione insistentemente anti-Israele, fece astenere gli USA su una mozione-tradimento, che sovvertiva la cautela tradizionale che aveva sempre tenuto come punto di riferimento la risoluzione 242, e non la condanna palestinese unilaterale degli insediamenti), o si associano nelle organizzazione dell'ONU come l'UNESCO a gesti irrazionali e inconsulti, come dichiarare il Muro del Pianto retaggio musulmano.

Tutte le Istituzioni legate all'ONU sono squalificate agli occhi di ogni buon senso, e fra di esse il Consiglio per i Diritti Umani, e persino l'ICJ, la Corte di Giustizia Internazionale: l'associazione all'ONU di decine di organizzazioni diventa per ciascuna di anno in anno più imbarazzante. Il loro comportamento, che per altro costa un occhio della testa ai contribuenti di tutto il mondo, è  sempre orientato verso la protezione dei tiranni e copre le loro violazioni dei Diritti Umani a discapito dell'atteggiamento occidentale, che certo non è perfetto ma che se non si accucciasse per ricevere una carezza dai suoi nemici forse riuscirebbe a ottenere qualche cambiamento. Perché? E' semplice: su 193 Stati membri, 119 appartengono al gruppo dei cosiddetti "Non Allineati", e di questi 57 sono parte del gruppo islamico. I Paesi che vengono classificati liberi dalla Freedom House sono meno della metà.

Quindi, pensare che in assemblea si assista a un dibattito democratico è assurdo perché i delegati rappresentano paesi che non sanno neppure dove la democrazia sia di casa. Nel giugno di quest'anno Nikki Haley, l'Ambasciatrice americana, che dall'inizio del suo mandato è stata un'esemplare portatrice di verità, ha annunciato che il suo Paese lascia il Consiglio per i Diritti Umani, dove la situazione è marcia: i membri delle 47 nazioni elette allo scopo, sono elette per tre anni, Africa e Asia ha 13 seggi, l'America Latina e i Caraibi 8, l'Europa Occidentale e altri, incluso il Canada, l'Australia, la Nuova Zelanda 6 e l'Europa dell'Est  6. Siamo in minoranza. La stragrande maggioranza ha pessimi record nei diritti umani, dal Venezuela dove l'opposizione è stata strangolata, alle Filippine dove l'assassinio politico è di casa, all'Etiopia a Cuba… E via via fino a tutti i paesi arabi che in preda a convulsioni di guerra che fanno centinaia di migliaia di morti o che, intenti a bloccare il terrorismo, esercitano la violenza e l'assassinio di massa senza che nessuno dica niente. La lista delle follie onusiana è infinita:l'Iran nella commissione per i diritti delle donne, la Siria in quella per il disarmo (forse le armi chimiche non erano comprese), la mancanza di una risoluzione che definisca il terrorismo, dato che il tuo terrorista può essere il mio combattente per la libertà, vent'anni senza nessuna riunione di emergenza dell'Assemblea generale se non una convocata per attaccare Israele, i due terzi delle Risoluzioni di condanna della HRC dedicati a Israele mentre Erdogan, i cinesi, i russi, e gli iraniani sono passati indenni attraverso mesi e anni di riunioni dell'ONU a tutti i livelli e in tutte le sedi, il Rwanda e il Sudan sono stati quasi ignorati e così altri stermini e eccidi di massa.

E quindi, per quel che ci riguarda non è che non ci sia da interrogarsi sui problemi dei rifugiati, degli stranieri, dei migranti... No, non vogliamo dir questo. Parliamone, è un tema difficile, ci muoviamo in un universo di domande in cui le risposte sono tentativi di rimediare in fretta decenni di indifferenza e di colpevole assenza. Ma vogliamo dire che la decisione della signora Bachelet è inquisitiva e sostanzialmente sciocca, una risposta politica al carattere del Governo italiano che viene visto come ormai connesso ai grandi cambiamenti che investono tutta Europa.

Non è questo il modo di discuterne. Non è l'ONU che può giudicare. L'ONU che con la conferenza di Durban "contro il razzismo" del 2001 ha dato il via a un'ondata di antisemitismo fino ad allora  vergognosa, sconosciuta, contenuta. L'ONU promuove la polarizzazione, avalla la semplificazione, magnifica l'arretratezza. Bisogna rispondere con un sorriso di compatimento, un rifiuto, ma anche una grande discussione in cui l'Italia si ponga con complessità di pensiero, sincerità, larghezza di vedute. Come Nikki Haley.      

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PATRIZIA CAMPONESCHI , rOMA
 giovedì 13 settembre 2018  09:42:19

Concordo Fiamma bellissimo articolopatrizia



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