RIVELAZIONI SULLA STRAGE DI MONACO 72 OLIMPICA INDIFFERENZA
domenica 17 settembre 2000 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein
SYDNEY è per Israele una terra promessa, tutti ne parlano al bar e
in casa,
gli atleti israeliani sono percepiti come ambasciatori di pace. Ma
quest’ anno su Gerusalemme è caduto proprio il 5 settembre un
documentario di
Arthur Cohen su un’ altra Olimpiade, quella di Monaco del 1972. Lo
shock
delle nuove verità che rivela è stato enorme perché Monaco se ne
infischiò
dei ragazzi israeliani: se ne infischiò il governo, la polizia fu
incapace,
i ragazzi di tutto il mondo seguitarono a gareggiare.
Undici atleti israeliani alle 4 e 30 di notte furono sequestrati da
un
commando di feddayn di Settembre Nero nelle loro stanze. I terroristi
ne
uccisero subito due massacrandoli (il documentario è molto crudo) e
dettero
il via a uno show Cheguevariano (e non islamico, come oggi) dentro e
fuori
il prefabbricato in posa davanti alle telecamere, in un’ inesausta
trattativa
con le autorità tedesche che mai tentarono un’ incursione, che non
permisero
agli israeliani di tentare una loro strada, che seguitarono solo a
tremare
per la riuscita dei loro giuochi. Il governo tedesco voleva che le
sue prime
Olimpiadi cancellassero il passato, voleva solo spostare lo scandalo
del
sangue ebraico dal suo campus olimpico. Si continuò a correre e a
saltare
quando i primi due ragazzi furono uccisi, e anche quando tutti e
undici gli
atleti furono fatti letteralmente a pezzi.
Durante il sequestro, nel campus olimpico gli atleti prendevano il
sole,
mangiavano a un centimetro dalla casa degli israeliani, nel
documentario si
vede una poliziotta bionda mentre civetta con il capo dei feddayn che
si
presenta in strada per improvvisate conferenze stampa senza che
nessuno lo
fermi con la forza. Quando i rapitori chiesero un aereo per fuggire,
non si
riuscì a mettere in atto nessun blitz neppure lungo la strada per
l’ aereoporto. E solo cinque cecchini cominciarono a sparare sulla
pista al
buio (« soparavamo alla cieca» , racconta un vicemninistro nel film, e
ride)
contro quelli che credevano essere cinque rapitori, mentre erano
otto. Il
risultato fu la strage degli undici israeliani; cinque feddayn furono
uccisi, tre catturati. Ma poco dopo un aereo - guarda caso - della
Lufthansa
su cui non viaggiava neppure una donna o un bambino, fu sequestrato
da un
altro gruppo di Arafat e chiese l’ immediata liberazione dei tre
compagni.
Gli stessi ufficiali tedeschi intervistati pensano che l’ azione sia
stata
concordata col loro governo. I tre furono liberati. Uno è stato
intervistato
in Africa, dove ora si nasconde. Gli altri due furono uccisi da un
commando
del Mossad.
Quattro anni dopo a Montreal gli atleti israeliani sfilarono nella
parata di
apertura con una fascia nera. Nessuno disse una parola di ricordo per
quella
che è stata la più grande tragedia della storia delle Olimpiadi.
Neppure a
Sydney ha meritato un secondo di silenzio.