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RITRATTI DI ORGOGLIO Pezzana: dal Fuori agli « alleati impropri»

lunedì 3 luglio 2000 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein HA il tratto di una figura risorgimentale, pallido, alto, adombrato dalla continua offesa che la vita comporta alle anime nobili Angelo Pezzana, l’ intellettuale libraio torinese, scrittore e leader naturale, una delle persone più virilmente anticonformista d’ Italia. E’ il libro di storia dell’ intero movimento omosessuale italiano, il motore primo dei gay dal ’ 71, anno in cui fondò il Fuori, fino ad oggi. Alla sua libreria Luxemburg, sull’ angolo di Piazza Carignano, arriva alle sette di mattina scendendo da casa poche porte più in là . Lascia dunque la mattina il suo salotto con pochi eleganti mobili antichi, saluta il computer su cui scrive libri e corrispondenza,i testi su cui perfeziona il suo ebraico, l’ ultimo romanzo sul comodino, il quadro di Silombria dove, molto colorati, due giovani prendono il sole al Central Park. E’ sempre austeramente vestito, elegante secondo i criteri della borghesia torinese : « Torino è la mia città , nonostante io venga dalla provincia di Vercelli, perché la trovo raffinata, percorribile a piedi, disposta alla lettura e alle arti» . Pezzana sistema quasi all’ alba lo stand di giornali internazionali; decide sulle vetrine frutto di un suo personale interesse. Non c’ è titolo di judaica che da lui non si trovi: « Perché gli ebrei sono con la fondazione del loro Stato duemila anni dopo la diaspora, un meraviglioso segno della forza vitale dell’ identità » . Pezzana ha scoperto il suo essere gay in età molto giovanile: « Mi sentivo sbagliato secondo il senso comune, e me ne tormentavo. Il mistero dell’ omosessualità è ancora tale, fra tante cose che sono invece state comprese dalla scienza. C’ è , e basta, e nessuno ancora sa perché . E nel cercare il senso della mia identità , mi aiutarono i libri, e io gliene sono sempre rimasto grato; loro soltanto, quelli di Oscar Wilde o « Il pozzo della solitudine» di Readcliffe Hall, ed è certo per questo che sono diventati gli amici con cui decisi di stare sempre in compagnia da quando a 23 anni aprii la prima piccola libreria in via Bertola» . Pezzana ricorda anche che leggere delle persecuzioni e delle ingiurie della Chiesa contro gli omosessuali lo aiutò a capire l’ altro grande tema della sua vita, la lotta: « Fu un miracolo quando nel ‘ 71 una ventina di coraggiosi fondò il Fuori, e ancor più quando a Sanremo, nel ‘ 72 manifestammo davanti a un congresso di sessuologia da cui venivamo definiti matti da curare. Mia madre seppe dalla stampa che ero gay. Erano i tempi in cui ancora la parola « omosessuale» non appariva: si diceva « il terzo sesso» , « gli squallidi ambienti» , « i balletti verdi» . « Da quella manifestazione, con l’ ispirazione dei gay d’ oltre oceano e del femminismo che insegnava: « Il personale è politico» siamo cresciuti. E l’ impostazione radicale, per i diritti civili, ha sempre sovrastato quella rivoluzionaria. Peccato che alla testa della manifestazione del Gay Pride si dovrà veder marciare Rifondazione Comunista. Il movimento gay in Italia trova alleati impropri perché la Chiesa ha impedito che l’ Italia, come un Paese civile, riconoscesse diritti elementari. Siamo ancora qui a battagliare con monsignor Tonini che vede nel gay una creatura sofferente da accogliere quando chiede perdono» Angelo è nobilmente offeso. Così borghese, strano che non abbia messo su una coppia: « Io di grandi amori ne ho avuti due, ma non è finita in famigliuola. Però sì che ce l’ ho una coppia fissa: con la mia amica Maria Toller, anche lei single. Ci telefoniamo anche tre volte al giorno per fissare un cinema, parlar di politica. E poi si va a cena al San Giors, a mangiare il bollito alla piemontese» .

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