RITRATTI DI ORGOGLIO Brett Shapiro, il sapore di una famiglia come le altre
domenica 2 luglio 2000 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein
DOPO tanto pio Giubileo, Roma si prepara di malavoglia al
bimillennio dei
tanti Patroclo e Achille del mondo, paventando travestimenti
blasfemi,
spargendo acqua santa su una realtà che resta comunque scomoda. Non
c'è
quasi istituzione italiana che non si faccia in questi giorni vecchia
zia,
Tartufo, Grillo Parlante. Ma in questo ben ordinato salotto oblungo,
la
ventola che gira a rinfrescare un mezzogiorno romano, il cortile
fiorito e
ombroso e il gatto, si può scorgere il vero nuovo Gay Pride. Più
scorcentante del travestimento; più rivoluzionario della musica
trans. Forse
è proprio quello che la Chiesa temeva, la svolta rivoluzionaria del
gay
conforme, o meglio, del gay esemplare.
Niente piume e niente lustrini. Racconta Brett Shapiro, magro e
newyorkese
nonostante la vita romana, scrittore e consulente dell'Onu: « Poche
settimane
fa la tv, ovvero il programma di Enrico Deaglio, mi ha chiesto di
seguirmi
nella mia vita quotidiana: quando faccio la spesa, quando scrivo al
computer, quando io e il mio compagno invitiamo amici a cena, quando
aiuto
mio figlio a fare i compiti... Ora, mio figlio ha vissuto la mia
omosessualità come parte naturale della nostra vita quotidiana, ha
sempre
visto che daddy ha un compagno e non una compagna, e che la mattina
io e lui
usciamo dalla camera e beviamo il caffellatte insieme prima che io lo
prepari a fare la cartella per la scuola. Ho preferito tuttavia non
angustiare il mio bambino, adottato quando aveva tre mesi, con tante
parole
e spiegazioni. Ora sta per compiere dodici anni e allora l'ho
interpellato:
"Cosa ne pensi - gli ho chiesto - se mi presto a questo
documentario?". E
lui: "Benissimo, così ti vedo in tv". E io: "Capisci bene che
qualcuno, per
esempio a scuola, potrebbe dirti: quel frocio di tuo padre...". Ci ha
pensato un attimo e poi: "E chi se ne frega. Io allora gli dirò : ok,
il mio
papà è gay, e la tua mamma l'ho vista con stivali da soldato... So,
what?
Proprio come avrebbe potuto dire: lui è biondo e lei è bruna, e
allora?"» .
Brett risplende, nel raccontare di orgoglio gay. E’ lontano il
fastoso
rumore delle nudità ostentate e degli atti sessuali mimati. La
ventola gira
su una vita domestica che ha fatto una vera giravolta dai tempi
dell'Aids,
dalla grande paura nata nell'ecatombe che ha colpito il mondo gay
poco dopo
che aveva alzato per la prima volta la testa con la rivolta degli
Anni 70.
Brett è un'epitome di questa avventura: se ne va fuori di casa a
sedici anni
dopo aver rivelato il suo segreto ai genitori. La madre che gridava
piangendo « In che cosa ho sbagliato?» , il padre che con voce
impostata
ripeteva al ragazzo isterico e tremante dopo la rivelazione: « Ti
accorgerai,
con l'aiuto dello psicanalista e di una brava ragazza, che uomini e
donne
hanno caratteristiche ben diverse, ben chiare...» . Poi dopo una vita
di
fatica e libertà , un incontro cruciale quello con il giornalista
Giovanni
Forti che si conclude, dopo due anni di amore, di vita sessuale e
sociale
molto densa, con la morte di Giovanni, un tripudio di vitalità
adorato da
tutti gli amici. Il calvario è stato terribile: « Ce ne andammo da New
York
perché Giovanni voleva morire a Roma. Lasciammo dietro di noi
un'ecatombe
che il mondo interpretava come una punizione divina. Gli ospedali, le
sofferenze, il declino fisico, la morte da giovane... Tutta quella
rovina
che ho vissuto restando innamorato di Giovanni sono divenuti parte
della mia
crescita, della mia elaborazione della vita. Nella storia di molti di
noi
c'è questa vicenda. E quando è finita perché abbiamo imparato a
domarla con
le medicine, con la prevenzione, con la mente che cerca
necessariamente il
riscatto e vuole vivere nonostante tutto, la scelta è stata decisa:
una
buona vita, nel centro della strada» .
Brett è ordinato: la cucina splende, le piante del cortile talvolta
richiedono un lavoro di un'ora al giorno per restare così verdi sopra
l'amaca. I libri sono divisi per argomento, si allineano appese al
muro e
sugli scaffali le foto del bambino piccolo, delle gite con le
famiglie
(etero) degli altri bambini. « La sera si va al cinema, a cena in
Trastevere
- racconta -. Domani si parte per l'America per il bat mitzva di una
nipotina, con il bambino e il proprio compagno, e saremo ospiti dei
nonni» .
Brett e la sua famiglia sono uno dei moltissimi casi di famiglia gay
che
mantiene la rotta fra i marosi su cui si infrangono le famiglie
tradizionali: perché il dolore l'ha ammaestrato a non perdere la
bussola, la
psicanalisi a parlare con tono giusto col partner e col bambino, la
fatica a
non cedere.