RIAD CHIEDE IL SOSTEGNO ARABO AL SUO PIANO PER IL MEDIO ORIENTE. IN CONTRO TRA SOLANA E IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA Donna-kamikaze si fa saltare a un posto di blocco I soldati israeliani sparano contro la sua auto uccidendo i due passeggeri
giovedì 28 febbraio 2002 La Stampa 0 commenti
                
Fiamma Nirenstein 
GERUSALEMME 
Lontano da Gerusalemme, a Gedda, l’ inviato europeo Javier Solana si è 
mostrato speranzoso ieri durante la sua visita lampo al principe 
ereditario 
saudita Abdallah, che ha consegnato la sua proposta per una pace 
complessiva 
in Medio Oriente al giornalista Thomas Friedman: Israele deve tornare 
ai 
confini del '67, quelli antecedenti alla Guerra dei Sei Giorni, in 
cambio 
del riconoscimento di tutti i paesi arabi. Le onde della proposta 
hanno 
percorso il mondo intero, sollevando qualche nuova speranza. Non si 
sa se il 
principe abbia detto sì alla richiesta di Sharon di incontrarsi in 
pubblico 
o in segreto, di cui certamente Solana è stato latore. A giudicare 
dagli 
articoli apparsi sulla stampa ufficiale saudita, pare che Abdallah 
non abbia 
alcuna intenzione di vedere un rappresentante ufficiale di Israele 
senza una 
copertura complessiva da parte del mondo arabo. Con formula un po' 
sibillina, tuttavia, la portavoce di Solana ha sottolineato che « il 
principe 
ha detto che si sforzerà di portare alla Lega Araba la sua proposta» . 
Ovvero, probabilmente, che la dinastia regnante sta facendo i suoi 
sforzi 
per creare un consenso preventivo che includa, o comunque 
neutralizzi, i 
paesi dissenzienti (la Siria, l'Iraq.). 
Damasco ha già chiesto a Abdallah ulteriori informazioni prima di 
rallegrarsi; l'egiziano Amr Moussa, segretario della Lega Araba, 
vuole che 
Israele accetti preventivamente la proposta di lasciare tutti i 
Territori 
prima che l'organizzazione di cui è leader si sbilanci; Mubarak 
annuncia di 
voler partire per Washington; e intanto il portavoce di Bush dice ai 
giornalisti: « Ci sono state tante proposte, tanti tentativi falliti, 
che è 
meglio essere cauti nello sperare, e non perdere di vista la buona 
vecchia 
risoluzione Mitchell che prevede il cessate-il-fuoco e il ritorno 
alle 
trattative» . Soltanto gli israeliani seguitano a lanciare segnali di 
soddisfazione piena. « Penso che la dichiarazioni del principe 
Abdallah siano 
di straordinaria importanza - ha dichiarato Peres - perché per la 
prima 
volta l'Arabia Saudita prende parte attiva al processo di pace» . 
Intanto si susseguono i lutti. La giornata è cominciata male, con uno 
scontro nella notte fra israeliani e palestinesi vicino al campo 
profughi di 
Balata (un morto palestinese e cinque feriti) e si è chiusa peggio, 
con una 
kamikaze palestinese che a tarda sera, a un posto di blocco vicino 
all'insediamento di Maccabim, tra Tel Aviv e Gerusalemme, è scesa da 
un’ auto 
e si è fatta esplodere davanti ai tre soldati di guardia, ferendoli. 
Nell’ auto c’ erano anche due arabi israeliani, contro i quali i 
soldati hanno 
sparato, uccidendoli. 
La giornata ha portato altri morti. A Atarot, la zona industriale fra 
Gerusalemme e Ramallah, un industriale del caffè israeliano, Gadi 
Rajuan, è 
stato ucciso con due colpi alla testa da un lavoratore palestinese, 
un 
« anziano» dell’ azienda cui si dice che Rajuan fosse personalmente 
legato. 
Più tardi, sulla frontiera egiziana del Negev, poco a Sud della 
cittadina 
turistica nel deserto di Mizpe Ramon, i soldati israeliani hanno 
ucciso tre 
palestinesi che si erano infiltrati dal paese confinante: evidenti 
gli 
intenti degli infiltrati, dice il portavoce dell'esercito, che 
avevano tre 
kalashnikov, un fucile Uzi, pistole e soprattutto una cintura 
esplosiva già 
pronta all'uso. Due militari sono stati feriti nel conflitto a fuoco. 
Sono ripresi i colloqui di sicurezza fra israeliani e palestinesi, e 
Sharon 
ha annunciato che incontrerà personalmente i dirigenti dell’ Anp la 
prossima 
settimana. Ma la conseguenza più concreta dell’ attuale situazione 
sarà la 
rapida costruzione, che dovrebbe cominciare già la prossima 
settimana, di un 
reticolato fra la zona di Neveh Yaacov, all'estremo Nord di 
Gerusalemme, e i 
villaggi di Dahyat El Barid e Al Ram, a pochi metri di distanza. 
            