REVANSCISMO DELL’ INTEGRALISMO ISLAMICO IN UNA SERIE DI DOCUMENTI D IFFUSI NEL MONDO ARABO « Conquisteremo Roma e gli europei si convertiranno»
sabato 7 dicembre 2002 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein
GERUSALEMME
ROMA sarebbe il nuovo obiettivo di conquista dell'integralismo
islamico,
secondo una serie di documenti raccolti dall'agenzia Memri,
specializzata
nella traduzione di notizie dal mondo arabo, e diffusi ieri da
Gerusalemme.
Anche se Al Qaeda, secondo nuove notizie di intelligence, si sta
preparando
ad attaccare altri obiettivi israeliani ed ebraici nel mondo (forse
in
Thailandia, dove migliaia di giovani israeliani vanno ogni mese),
l'estremismo islamico piglia nuova lena anche su fronte dei
« crociati» , come
Bin Laden chiama i cristiani. E, a sentire Daniel Pipes, anche se la
percentuale degli integralisti è molto limitata rispetto al grande
Islam
tradizionale (circa 200 milioni contro un miliardo e duecento milioni
di
musulmani), il numero è comunque molto vasto in assoluto, in crescita
e non
in diminuzione: persone determinate, come ripete non solo Bin Laden,
a
conquistare il mondo con le buone o con il terrorismo.
Ci sono articoli, sermoni del venerdì nelle moschee, messaggi su
internet e
interventi televisivi che mostrano un concentrarsi dell'attenzione su
Roma.
« La città di Heracle (ovvero Costantinopoli) - scrive il 2 dicembre
sul
website Islamonline uno degli sceicchi sunniti più riveriti, Yousef
Al
Qaradhawi - fu conquistata... dall'ottomano Muhammad il Conquistatore
nel
1453; l'altra città , Romiyya, rimane, e abbiamo la speranza e la
fiducia
(che sarà conquistata)... Questo significa che l'Islam tornerà in
Europa
come conquistatore e vincitore, dopo essere stato espulso due volte,
una
volta dal Sud, dall'Andalusia, e la seconda volta ad Oriente, dove ha
bussato varie volte alla porta di Atene» . Ma lo sceicco specifica:
« La
conquista stavolta non avverrà con la spada, ma con la predica e
l'ideologia» . Su Al Jazeera il 24 gennaio lo sceicco spiega la
conquista
prossima ventura in maniera più possibilista: « Forse potremo
conquistare
queste terre senz'armi... L'Europa vedrà che soffre per la cultura
materialista... L'Islam tornerà in Europa e gli europei si
convertiranno
all'Islam» .
Altre opinioni sull'argomento sono scese più in dettaglio. Lo sceicco
saudita Muhammad bin Abd Al-Rahman Al-Arifi, imam della moschea
dell'Accademia della Difesa Re Fahd, ne discute su un altro website:
« Controlleremo la terra del Vaticano, controlleremo Roma e
introdurremo
l'Islam. Sì , i cristiani che incidono le croci sui petti dei
musulmani in
Kosovo, e prima in Bosnia e prima in tanti altri luoghi, pagheranno
la
Jizyaa (la tassa che pagano i non mussulmani in terra di Islam) o si
convertiranno» . Lo sceicco Naser Muhammad Al-Naser, nella città di
Khobar,
parlando nella Moschea di Al Nour definisce « inevitabile» , secondo la
profezia, la presa di Roma.
Parla invece solo per allusioni, in un sermone nella moschea di Al
Aqsa, il
vice responsabile dell'Autorità Palestinese per lo Waqf
(l’ organizzazione
mondiale che sovrintende ai luoghi santi dell’ Islam), lo sceicco
Yousef
Juma'a Slameh: ha citato più discretamente la conquista di
Costantinopoli e
ha menzionato, probabilmente come parte della profezia di conquista,
« Romiyya, la capitale d'Italia» : Poi si è limitato a dichiarare che
« dopo
che i tartari entrarono a Baghdad e dopo la fine del Califfato... la
gente
pensò che l'Islam fosse giunto al suo punto più basso, e si dimenticò
che
l'Islam non era certo finito... perché quel giorno il sole si
estinguerebbe
e le stelle si spengerebbero» . Infine, lo sceicco sudanese nella
moschea di
Kartoum, Muhammad Abd Al-Karim: « Molte profezie si sono già
realizzate: i
musulmani hanno conquistato la Persia, hanno conquistato Bisanzio...
I
mussulmani hanno attaccato l'India... I mussulmani hanno conquistato
Costantinopoli dove si colloca la Cristianità d'Oriente, l'Islam si
espanderà e Roma sarà conquistata» .
Difficile determinare il confine fra ideologia, religione, credo
mistico e
credo politico: certo è che molti, oggi, sembrano accettare
letteralmente e
anche in maniera paurosamente operativa ciò che per la maggioranza
resta
un'indicazione puramente simbolica.