RETROSCENA LE CREPE DEL MITO Risultato: Hamas è più forte Le polemich e sull'ultima gaffe dei Servizi
lunedì 6 ottobre 1997 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME NOSTRO SERVIZIO Che cosa brucia di più di ora in ora,
che cosa crea nell'opinione pubblica israeliana un turbine così
polveroso da fare urlare tutti i giornali, tutti i politici delle
opposizioni, tutte le Tv, tutti gli ex capi del Mossad, gli ex
primoministro come Peres e Shamir, da suscitare richieste di
Commissioni d'inchiesta, e di dimissioni a catena, prima fra tutte
quella di Netanyahu? È la caduta del mito dei perfetti, onnipotenti
Servizi segreti di Israele? È la percezione dell'impotenza laddove
un tempo l'occhio vedeva per primo, la velocità e l'astuzia
battevano la forza? O è semplicemente la rabbiosa scoperta, una
volta per tutte, della forza di Hamas, che mai è stata così
sfolgorante, mai così incautamente pompata da Israele stesso?
Cominciamo da questo punto: oggi, è quasi sicuro, all'ora di pranzo
lo sceicco Ahmed Yassin viene ricondotto a Gaza. Yassin, si
ricorderà , era stato spedito con il suo carisma di fondatore di
Hamas, di mistico saggio e di ex prigioniero, con il suo carico di
odio anti-israeliano, in regalo a re Hussein in piena notte del
Capodanno ebraico 5758. Perché ? Perché il 25 del mese scorso un
commando del Mossad si era fatto beccare mentre cercava di uccidere
il capo dell'Ufficio politico di Hamas, Khaled Mashaal, di stanza ad
Amman. Di certo il re ha capito che Hamas, che non simpatizza con il
suo sorriso conciliante verso Israele, si sarebbe molto arrabbiato
anche con lui, e alquanto pericolosamente; così ha chiesto a Israele
Yassin in pegno di una sua pur irata reazione possibilista, in
sostanza per una disponibilità del re a non andare ad una crisi
seria tra Israele e la Giordania. Mai il re si era così dedicato ad
Hamas, con baci, abbracci, dando a Yassin le cure migliori e nel
frattempo dedicandosi quasi con furia a farsi consegnare da Israele
stessa un antidoto per il veleno chimico che il Mossad aveva versato
in un orecchio di Mashaal senza riuscire a ucciderlo. Tuttavia, pare
che questo non sia abbastanza per Hamas, tanto che il re si mostra
ora molto sensibile alla richiesta di una severa giustizia verso i
due del Mossad, ancora in prigione in Giordania, mentre l'atmosfera
anti-israeliana diventa densa come non lo è stata mai, e oggi con un
passaporto israeliano è quasi impossibile entrare in Giordania. Solo
un ulteriore rilascio di militanti islamici prigionieri, pare,
potrebbe forse convincere Hamas, e di conseguenza il re Hussein, a
restituire gli uomini dei Servizi israeliani. Dunque Hamas, in questo
momento, si proclama benedetto dal Cielo e Yassin torna a Gaza, dove
lo attendono bandierine, lampade colorate, fiori e frutta insieme a
una folla che, inneggiando al suo leader spirituale, esalta
automaticamente gli attentati terroristici contro Israele e si
ubriaca di gioia per il fallimento dell'assassinio di Mashaal proprio
nel giorno in cui arriva in Medio Oriente dall'America Dennis Ross
per la faticata ripresa dei colloqui fra Netanyahu e Arafat. Ad
Arafat, che nelle settimane scorse aveva intensificato la lotta
contro Hamas in vista di questa nuova fase, non resta adesso che
esercitarsi in grandi al nuovo arrivato, che più che un
ospite, sembra ormai un vero e proprio padrone di casa. Tutta la
campagna internazionale di Netanyahu per far capire al mondo quanto
Hamas e i suoi attentati fossero il più letale nemico del processo
di pace, sembrano ora vanificati. E anche il Canada è furioso con
Israele per avere usato i suoi passaporti per coprire gli uomini del
Mossad. Da dove è uscito tutto il pasticcio? È più responsabile il
Mossad o Netanyahu? Secondo alcuni, il capo del Mossad, Dani Yatom,
non era affatto favorevole all'operazione. Probabilmente non gli
piaceva il luogo dove compierla (Amman è la capitale del Paese più
amico di Israele nell'area); né l'obiettivo (Mashaal è un capo
politico e non militare); e forse non gli piaceva nemmeno l'arma
(un'arma chimica, non convenzionale, portatrice di ulteriori guai
etico-politici). Ma pare che Netanyahu, memore dei perfetti
assassinii di Fatkhi Shakaki a Malta, ordinato da Rabin, e quello
dell'ingegnere Yehye Ayash a Gaza, ordinato da Peres, dopo tanti
terribili attacchi terroristici a Gerusalemme, voleva una sua
vendetta, e subito. Non è forse Bibi l'autore di due libri sulla
lotta al terrorismo, non è lui il teorico del non consentire mai al
nemico una sensazione di impunità ? Se Bibi abbia veramente insistito
ancora non lo si sa. Molti, fra cui autorevoli voci dall'interno del
Mossad, sostengono invece che i Servizi vanno sempre dal Premier con
un piano perfetto e mettono sul tavolo tutta la loro forza per farlo
approvare perché ogni azione aumenta loro statura politica e
logistica, e anche la loro reputazione già un po' in ribasso in
Israele dal tempo del processo di pace. Fiamma Nirenstein