RETROSCENA IL SEXYGATE VISTO DAL MEDIO ORIENTE "Non siamo agenti del Mossad" Il legale della Lewinsky smonta il teorema arabo
mercoledì 28 gennaio 1998 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME
SEMBRAVA solo uno scherzo quando a proposito di Monica Lewinsky e le
altre si è cominciato a parlare dei "Protocolli delle Savie di
Sion" secondo la lettura araba dello Zippergate; ovvero, pareva che
l'argomento dell'appartenenza ebraica di Monica Lewinsky dovesse
decentemente rientrare nell'ombra. Invece, sembra che "la bella
ebrea" (nemmeno poi tanto bella) che seduce e avvelena, come diceva
Jean- Paul Sartre, sia un luogo comune così duro a morire che
persino l'avvocato della Lewinsky, ebreo a sua volta, è stato ieri
costretto a risponderne, e per di più in un'intervista fattagli da
un giornale israeliano, il popolare Yediot Ahronot. In sostanza
l'avvocato William Ginsburg, dopo avere riso insieme
all'intervistatore del fatto che "ci sono quelli che legano tutto
l'affare al sionismo] ", pure si è sentito in dovere di specificare
che "Monica non desidera affatto che Clinton cada; siamo ambedue
fan di Clinton, rispettiamo le sue idee e la sua politica per
Israele... e io e Monica siamo ebrei... chissà in che modo chi
verrà dopo Clinton si rapporterà a Israele". Più tardi, Ginsburg
specifica che non sa se Monica sia stata o meno in Israele, che il
padre invece c'è stato, che è un ebreo "conservatore", che recita
la preghiera fondamentale degli ebrei "Shema Israel" ogni giorno,
che ha fatto il "bar mitzva" (cioè la maggiorità religiosa) in
Inghilterra, che suo nonno lasciò la Germania fuggendo dal
nazismo... "Noi", dice l'avvocato, "io e Monica siamo innanzitutto
ebrei e amiamo Israele; Israele è molto importante per Monica e la
sua famiglia".
È molto difficile capire che cosa questo ci dica rispetto
all'eventuale vicenda sessuale di Monica, ma la scelta di Ginsburg
di tirare in ballo l'argomento rispecchia indirettamente la
versione paranoico-fantasiosa che palestinesi, siriani, iracheni,
egiziani, libanesi, giordani, insomma tutto lo schieramento, con
parole diverse hanno dato del fatto che Monica è ebrea.
Il più deciso è stato il capo spirituale di Hamas, lo sceicco
Yassin, da poco libero a Gaza, che ha dichiarato: "Non c'è nessun
dubbio che la lobby ebraica abbia teso a Clinton una trappola" e,
spiega ancora lo sceicco, per distruggere il processo di pace. "È
chiaro che la Lewinsky fa parte del Mossad] " suggerisce a sua volta
il giornale egiziano Al Akhbar nel commento principale della
giornata. "La Lewinsky è apparsa esattamente nel momento in cui
gli sforzi per far avanzare il processo di pace erano al loro
massimo" suggerisce l'articolista di Al Akhbar. Lo scandalo,
insiste il giornale, cui fanno eco altri giornali egiziani e arabi
in generale, "porta le impronte digitali della lobby ebraica". In
Libano il quotidiano Al Nahar spiega che per via dello scandalo il
processo di pace è fuori moda, Netanyahu non verrà più pressato
da Clinton a cedere i Territori.
In realtà , in Israele c'è un interesse molto fuori dal normale
per i guai di Clinton, che si sostanzia in un decisissimo sostegno
al presidente americano sia da destra che da sinistra. Da Netanyahu
a Leah Rabin, non c'è chi non faccia sapere quanto gli sta a cuore
che la verità di Bill emerga senz'ombra di dubbio. La vedova di
Rabin, intervistata dal telegiornale, che dedica intere mezze ore
di apertura all'argomento, mentre scorrevano le immagini di un suo
ingresso sulla scena della pace con la Giordania insieme alla
regina e ad Hillary Clinton, ha dichiarato con grandissima
partecipazione, quasi con le lacrime agli occhi, la sua
solidarietà ad Hillary, e si è dichiarata sicura, oltre il limite
del realistico, alla buona fede di Clinton: "Sempre, quando un
grande uomo compie delle importanti acquisizioni politiche", ha
sostenuto in sostanza Leah paragonando così il marito assassinato
al Presidente, "ci sono dei gruppi e dei singoli che tentano in
tutti i modi di distruggerli. Il mio cuore è tutto con Hillary".
Insomma, gli israeliani gettano davvero il cuore oltre l'ostacolo
della verità non ancora accertata. Per esempio nelle strade di Tel
Aviv grandi manifesti con fascinose foto di Bill sono accompagnati
da scritte di solidarietà : "Ti sosteniamo amico] ". Farà anche
questo parte del complotto sionista?
Fiamma Nirenstein