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RETROSCENA IL PESO DEL PASSATO A Gaza l'odio sotto la pace Un salto all'indietro, nell'era dell'Intifada

domenica 7 gennaio 1996 La Stampa 0 commenti
TEL AVIV A GAZA l'Odio e la Paura sono due ospiti abituali. Vanno a braccetto per i campi profughi che esistono dai tempi dell'occupazione egiziana, prima dei 28 anni trascorsi sotto gli israeliani. Si rotolano nella polvere insieme con i bambini scalzi, il 50% della popolazione. Camminano sulla spiaggia di fronte agli sbocchi delle fogne a cielo aperto. Ma il processo di pace sembrava averli fugati, almeno per un poco. Ieri al funerale di Yihia Abu Ayash, l'Ingegnere, l'uomo che ha ucciso almeno 67 israeliani e ne ha feriti 400 con i suoi congegni al tritolo affidati ai di Hamas, l'atmosfera ha ritrovato tutto il veleno che si era andato dissolvendo in due anni di processo di pace. Si valutano a centomila i palestinesi che sono venuti a piangere e a gridare sul corpo di Ayash, e che lo hanno esaltato coi loro slogan definendolo , , santo. Ma il lutto si è comunicato a tutta la West Bank e al resto di Gaza, tanto che Arafat, preoccupato che l'ira si faccia incontenibile, ha tenuto un incontro con i leader di Hamas: una riunione esibita di fronte alle telecamere, con condoglianze, con volti tristi, con gli stessi uomini che ripetono le nostre forze, non accetteremo di perdere i nostri fratelli senza vendicarci. Ed è possibile che la vendetta abbia luogo ben presto. Ma molto più ancora della possibilità della vendetta quello che in queste ore fa paura è il carico di passione che desta un uomo che era ormai così evidentemente estraneo alla storia attuale, così avverso alla pace, e al lento ma sicuro cammino del nuovo processo sociale ed economico che riempie Gaza di nuove costruzioni, di negozi appena costruiti, di ristoranti e luoghi in cui ci si può sedere lungo la spiaggia, che apre filiali di banche affollate di gente che chiede prestiti in dinari giordani o in shekel israeliani per intraprendere nuovi affari. La morte dell'Ingegnere, causata oltretutto dalla tecnologia mitica (il telefonino portatile carico d'esplosivo) dei servizi segreti, nell'unica sera in cui l'uomo più abile di tutti nello svicolare, nel fuggire, nel nascondersi si era appoggiato a una casa amica a Beit Lehja, nel cuore della Striscia nella parte più povera e protetta, ha fatto tornare a galla tutta la paura, tutto il senso d'impotenza verso l'intruso occidentale, capace di scovarti ovunque, capace di giuocare col tuo destino. Fu proprio il desiderio di reagire a questa sensazione che fu la miccia dell'Intifada, e che è il leitmotiv e la percezione palestinese di 28 anni di occupazione. L'odio non si supera in un giorno. Checché desiderino i tuoi leader. Le bandiere israeliane, dopo tante strette di mano, son tornate a essere oggetto di vituperio, a bruciare in piazza. Per ore, sotto un fuoco di domande, il capo dell'ufficio palestinese per i rapporti con Israele, Sofian Abu Zaide, un laureato delle carceri israeliane, un civilissimo patriota sostenitore della pace e anche uno dei pochi democratici convinti nella zona, col bavero sollevato contro un vento inaudito, più forte di lui e di tutta l'autonomia palestinese messa insieme, aveva cercato di spingere via quell'incubo d'odio rifiutando la realtà : non ne sappiamo nulla. Alla fine, arresosi di fronte all'evidenza, ha seguitato a chiedere perché ai giornalisti che lo intervistavano, e se si rendevano conto dei guai che questo avrebbe portato proprio prima delle elezioni, e lo ripeteva disperato, come se le sue parole avessero potuto cancellare l'accaduto. Perché gli israeliani l'hanno fatto, è assai chiaro: hanno semplicemente avuto l'opportunità di far fuori uno dei loro più acerrimi nemici, e non l'hanno voluta perdere. È un avvertimento, un memento agli integralisti islamici e anche una vendetta chiaramente indirizzata contro una ed una sola persona, non certo contro un processo. L'Ingegnere sfidava la morte tutti i giorni. Sapeva che gli israeliani lo volevano. La reazione di Gaza invece è una reazione inaspettata, che mostra quanto il processo di pace sia ancora cosa da leader, quanto scarsa la sua credibilità popolare, quanto potentemente positiva la fama del collezionista di morti israeliani, anche se erano morti civili, anche se erano donne e bambini che avevano preso l'autobus numero 5 di Tel Aviv. L'Egitto, e anche la Giordania, sotto la pace covano certamente diffusi sentimenti popolari antiisraeliani, antioccidentali, e anche antiebraici. Però , fin qui, questi sentimenti non sono riusciti a vincere la pace. Anche a Gaza e nella West Bank è probabile che da domani si ricominci a occuparsi soprattutto delle liste elettorali, della spartizione del potere, dei nuovi affari in corso, e che la gente non senta a lungo la mancanza dell'Ingegnere. Eppure questa esplosione di rabbia e di amore così evidente e subitanea, non deve, non può essere rimossa. Fiamma Nirenstein

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