Rese pubblici i segreti della Bomba israeliana, a Tel Aviv un convegn o per riabilitarlo: Nobel e scienziati per Vanunu: liberatelo dal carcere Dopo 10 anni di isolamento il tecnico rapito in Italia dal Mossad sta impazzendo
martedì 15 ottobre 1996 La Stampa 0 commenti
TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Dicono di lui che parli allo schermo
televisivo come fosse un essere umano e che sia convinto che ogni
cosa gli mandi messaggi segreti. Decifra i nomi dei divi televisivi
come fossero un messaggio dal cielo; pensa che si possa comunicare
attraverso i muri e quindi aspetta tutto il tempo con l'orecchio alla
parete messaggi chissà da dove e da chi. Ha continue vertigini,
disturbi di ogni genere, è rattrappito nella solitudine. Si tratta
di Mordechay Vanunu, 42 anni, l'uomo che consegnò alla stampa
inglese nel 1986 i segreti della potenza nucleare in Israele, prima
ignoti al mondo. Sono passati dieci anni, dunque, da quando il Mossad
con una serie di mosse rocambolesche lo catturò a Roma e lo
trasportò clandestinamente in Israele. Qua Vanunu fu condannato per
spionaggio a 18 anni di totale isolamento, perché , dicono, potrebbe
ancora rivelare pericolosi segreti acquisiti negli anni in cui
lavorava a Dimona al reattore nucleare. Tesi che appare ridicola a
tutti quanti i partecipanti a un congresso mondiale che si svolge in
questi giorni a Tel Aviv con la partecipazione del premio Nobel per
la pace 1995 Joseph Rotblat, in uno schieramento che va dalla Svezia
a Israele agli Usa di ambientalisti antinucleari, con la
testimonianza di scienziati, e di Peter Hounam, giornalista del
Sunday Times che verificò la storia di Vanunu quando nel luglio 1986
egli la offrì al suo giornale. C'è anche, accorato e stupefatto, il
fratello di Vanunu, Meir, che torna per la prima volta in Israele in
quest'occasione dopo molti anni di assenza. Ed è presente l'attrice
Susanna York, uno dei molti vip che tengono per la scarcerazione di
Vanunu o comunque perché ne sia alleviata la pena. Sono venuti anche
gli scienziati russi che per primi rivelarono i disastri di
Chernobil; per l'Italia, c'è il giudice della corte suprema di
Cassazione Amedeo Postiglione, che ha parlato ieri dalla sua
posizione di fondatore dell'Icef, un istituto che propugna la
giustizia ecologica, e di conseguenza il diritto all'informazione sui
temi dell'ambiente, e che intende stabilire una Corte internazionale:
dice
trattare magnanimamente e con senso di umanità . Inoltre, male ha
fatto Israele a offendere gravemente il governo italiano col
rapimento di Vanunu e privando un suo cittadino del diritto di
giurisdizione. L'Italia deve ancora oggi rivendicare la
territorialità del processo di Vanunu. La tesi fondamentale del
congresso è che Vanunu non sia affatto una spia, ma invece un
combattente dello schieramento antinucleare, proprio come il Nobel
Rotblat che ha detto di lui:
scientifica del nostro secolo. Questo comporta prezzi personali molto
elevati. È quello che è accaduto a Vanunu, che paga oggi un prezzo
davvero spoporzionato. Ciò che Vanunu consegnò dieci anni fa al
Sunday Times erano foto corredate da informazioni che mostravano
sezioni del reattore di Dimona legate alla produzione di plutonio:
Già allora - spiega lo scienziato nucleare Frank Barnaby, che a suo
tempo verificò le informazioni di Vanunu per il giornale inglese, e
che oggi lo difende al congresso - Vanunu sapeva poco dell'intera
struttura del nucleare israeliano. È una scusa palese quella per cui
egli resta segregato poiché potrebbe rivelare altri particolari.
È una palese vendetta, un deterrente verso chiunque abbia le
medesime intenzioni - spiega il giornalista Peter Hounam -, in piena
flagrante violazione dei diritti umani. Vanunu fu rapito a Roma dal
Mossad dopo essere stato adescato a Londra da una fanciulla di nome
Cindy, che oggi vive in una città della costa israeliana. Drogato,
fu trasportato nottetempo a La Spezia, e da lì imbarcato su un cargo
che lo trasportò in Israele. Mentre lo rapivano, fece in tempo a
mostrare una mano su cui aveva scritto l'ultima disperata richiesta
di aiuto. Fiamma Nirenstein