REPORTAGE LA NASCITA DI UN SOGNO Le piccole gioie della pace Anche al lo stadio il sapore della svolta
sabato 9 ottobre 1993 La Stampa 0 commenti
GERICO NOSTRO SERVIZIO , con l’ accento sulla a. Così ,
amorosamente, la folla palestinese lo invocava ieri a Gerico durante
la partita di calcio che ha portato per la prima volta in tanti anni
il sapore della pace fra le belle palme dei Territori. Due squadre:
quella palestinese piena di ragazzi color cioccolata, maglia rossa e
bianca, detta tout court . E quella di Michel
Platini, che con un omaggio alla pace ha messo insieme un gruppo di
spiritosi veterani dello sport (dal ‘ 71 si cimentano in missioni di
pace e si chiamano il Varietes Club): fra loro l’ ex tennista
Yannick Noah, o il rugbista Serge Blanco o il calciatore Jean
Tigana. Oggi si cimentano con gli israeliani a Hertzlia Pituah, ieri
hanno giocato con i palestinesi. Che sapore ha la pace? Sa della
polvere del campo di calcio comunale, sa di zucchero filato rosa e
celeste e di tamarindo versato da un’ immensa cuccuma a ristorare le
gole riarse per il tifo. Un sole rosso e fatale tinge l’ alta
nuvolaglia che una partita un po’ inconsulta solleva dal campo senza
erba. Intorno pochi gradini di cemento e le seggiole portate da
casa. Non si paga l’ ingresso. La folla indossa sovente maglie con
la faccia di Arafat o con i colori della bandiera palestinese, ma
anche T shirt , proprio come i ragazzi israeliani.
Giungono, vengono e vanno, con le macchine targate di blu e di verde
da Gaza, da Jenin, da Hebron, da Betlemme. Vengono e vanno, a
sciami, perché lo stadio è troppo piccolo per contenere tutti;
molti portano i soliti simboli, la kefia, i bastoni, molte bandiere
Ma si vede subito che stavolta sono simboli privi di bellicosità
C’ è sugli stessi volti della gente una specie di stupore di
essere là in tanti, senza intenti politici, solo per divertirsi,
per gridare , eppoi impazzire di gioia invadendo
il campo quando, forti delle lentezze e anche della benevolenza
degli avversari, i palestinesi segnano il primo e unico gol. Michel
Platini ha giocato solo il primo tempo senza darsi troppo da fare.
esclamano soddisfatti i palestinesi
incredibilmente ammonticchiati sul bordo del campo. E aggiungono:
aggressività , ma quelle del gusto di vivere. E le donne, al gol
dei palestinesi, accennano perfino a loro volta un’ invasione di
campo insieme agli uomini; escono dalle retrovie come rondini
bianche e nere, ancora vestite come nel Medioevo. Ma la loro gioia
pazza e i loro salti in mezzo agli uomini fanno capire che quelle
vesti ben presto le disturberanno. Qualche ragazzo fra il grande
urlio dei tifosi cerca di ripetere ai giornalisti la storia delle
lotte, le parole d’ ordine dell’ Intifada; ma la sua voce viene
coperta dai tamburi e dalle trombe delle bande locali. Orgogliosi
molti giovani infatti mostrano strumenti musicali e le divise da
scout col giglio internazionale. Prima della partita francesi e
palestinesi si sono scambiati inni e abbracci. Le bandiere
palestinese e francese sono salite in alto insieme. Il gol del
secondo tempo lo fa un ragazzo scuro come l’ ebano; il portiere che
lo riceve è un po’ grassoccio. Nel bel mezzo della partita subito
dopo il gol, le tv e i giornalisti invadono il campo con i tifosi,
fanno interviste ai giocatori. Nessuno dice niente, l’ arbitro se la
prende comoda. Non si dovrà mica arrabbiare anche oggi, finalmente
in un’ occasione così pacifica? Quando la partita finisce è buio
le strade sono piene del vento del deserto, le palme e le
bouganville ondeggiano forte. Il traffico è indistricabile, i
clacson suonano tutti insieme. La folla è immensa. Ma ride. Fiamma
Nirenstein
