REPORTAGE GLI ULTRÀ DELLA BIBBIA "Guiderò i coloni in lotta contro mi o cognato Bibi"
giovedì 29 ottobre 1998 La Stampa 0 commenti
BET EL
NOSTRO SERVIZIO
Ha gli occhi identici a sua sorella Sarah Netanyahu il colono Hagi
Ben Artzi, autonominatosi candidato al ruolo di Primo Ministro
quando finalmente suo cognato Bibi verrà rovesciato secondo il
volere di Dio e del popolo che non ne può più di questo bugiardo,
ora che ha firmato la pace. Sono occhi verdi e ferini, ansiosi.
Occhi intelligenti e fanatici; così è anche la voce di Hagi che
parla cercando le parole con devozione alla sua verità sotto il
noce della colonia di Bet El nella profonda Samaria, in cima alla
collina da cui si vede bene la rovina che gli ha preparato suo
cognato mettendosi d'accordo con Arafat sulla sua pelle.
Per incontrare a casa sua Hagi impegnatissimo a intervenire in
questi giorni alla televisione e nelle violente manifestazioni di
protesta dei coloni, incurante dell'ira della famiglia della
sorella, si percorrono vallate e montagne desertiche in cui ogni
piega del terreno, anche nei colori rossi gialli, soffre e fa
soffrire. Dal finestrino della macchina si possono vedere lungo la
strada una quantità di luoghi di agguato, di ferimenti, di
omicidi. A ogni curva c'è da una parte un villaggio arabo e
dall'altra un villaggio ebraico: Bir Zeit, fra le cui case bianche
troneggia l'università più frequentata da Hamas, fronteggia Bet
El con la sua scuola religiosa frequentata da studenti che vengono
fin da Gerusalemme. Muchmas inalbera la cupola verde della sua
bella moschea, poco lontano da Psagot e Cochav Yaacov con i tetti
rossi e le case a schiera. La terra sassosa è pregna d'odio,
l'aria del deserto elettrica.
Hagi ha 48 anni, e vive da vent'anni a Bet El, ovvero la casa di
Dio. All'inizio è chiuso, spinoso. Piano piano nel corso della
conversazione uno strano sorriso si impadronisce del suo viso come
intagliato nel legno, con naso volto in su, la mascella squadrata;
è un sorriso di rabbia e di passione: "Sì , dalla strada gli
gridano bugiardo, traditore, assassino, lo hanno raffigurato come
Rabin, con le sue mani che grondano sangue strette in quelle di
Arafat..." e dunque, non ha paura che gli ammazzino il cognato?
Hagi non sente neppure la domanda. Il suo sorriso diventa fisso e
tagliente: "Che c'è di male se gli dicono bugiardo? Lo è ! Eccome
lo è ..." gli manca il respiro "è bugiardo, bugiardo, da anni
mente. E dunque che altro gli si deve dire se non bugiardo? Prima
di partire per l'America stava qui ritto, su questa collina, come
il re David: davanti a lui la Samaria, tutto intorno i luoghi in
cui i nostri padri eressero i primi altari al Dio unico e
invisibile. E a tutta la gente qui riunita, anche a me, a mia
moglie e alle mie quattro figlie ha ripetuto: non un centimetro
quadrato di terra. E poi ci ha tradito così ! Ci ha imbrogliato
indecentemente! Noi, io, lo avevamo eletto perché bloccasse
l'accordo di Oslo".
Hagi, dalla cima della montagna di Bet El mostra con la mano che
rotea lungo l'orizzonte circolare che cosa succederà a lui e ai
suoi cari quando Netanyahu sgombererà , secondo l'accordo,
l'esercito israeliano: "La vede quella strada 200 metri là sotto?
Da là ci bersagliano di continuo con armi da fuoco, ma fino ad
oggi l'esercito può rincorrerli e catturarli. Adesso invece sarà
proibito inseguirli oltre quella strada bianca, fino a quella casa
con la palma a fianco, dove i palestinesi potranno invece
costruirsi una casamatta, una postazione fissa e intoccabile. Siamo
perduti, io e le mie quattro figlie e mia moglie che tutte le
mattine va a lavorare all'ufficio postale: potremo essere raggiunti
dalle pallottole sulla via del lavoro e della scuola se non ci
liberiamo di Bibi. E io - e qui viene il bello, la faccia di Hagi
diventa rossa sopra la camicia celeste aperta sul collo, i piedi si
muovono nei calzini grigi infilati dentro i sandali da kibbutznik -
ho una grande responsabilità in tutto questo. Perché io penso,
credo, e con me tanti amici, che il prossimo primo ministro non
possa che essere religioso: proprio come me, che sono professore in
filosofia ebraica. Ci vuole qualcuno che senta dentro di sé il
senso della Terra d'Israele perché altrimenti non è possibile
riconnettersi ad essa dopo duemila anni d'esilio... E questo primo
ministro deve essere anche un maestro, come me, che insegna negli
istituti di alta educazione biblica". Insomma, in parole povere,
lei vuol essere il prossimo primo ministro della destra? Ben Artzi
si agita un poco: "In effetti, perché no, se passa la legge che
indice le elezioni potrei essere io nominato dai partiti dei
coloni".
Ben Artzi fu di grande aiuto alla sorella quando Bibi, nel '93,
prima di diventare segretario del Likud, andò in televisione e
confessò di averla tradita con un'altra donna: "Poverina, ha
passato un momento tanto difficile, io ho fatto di tutto per
tenerli insieme... Io, fin da quando Bibi venne a casa con lei
dieci anni fa, a Haifa, e si presentò ai nostri genitori giovane e
speranzoso, gli ho voluto molto bene. Siamo stati intimi amici.
Lui, che non era assolutamente religioso e non sapeva nulla di
Bibbia, aveva già grandi ambizioni. Mi disse: "Un giorno sarò
primo ministro"".
Il fratello di Sarah Netanyahu, figlio di Shmuel e di Hava
appartiene a una famiglia che per la Bibbia aveva una vera e
propria passione: il suo fratello più grande, Matania vinse la
gara internazionale di Bibbia nel 1963. Lui invece la vinse nel '65
e prese il primo premio dalle mani di Ben Gurion. Amatzia, il
fratello più piccolo concluse la tradizione nel '67. "A Sarah no,
della Bibbia non è mai importato granché ". Ma era una passione
per la tradizione, non per la politica. Anche Ben Gurion era pazzo
per la Bibbia. Era una passione sionista. Hagi, invece, diventò
religioso: si fidanzò vent'anni fa con una sua allieva (sempre
di Bibbia) e adesso lei porta, da donna sposata, fazzoletto in
testa e abiti castigati. Entriamo nella sua casa fra i giardinetti
di Bet El: è una di quelle case israeliane povere e disordinate,
piene di libri e di giocattoli di bambini buttati da tutte le
parti. I letti disfatti, lo spazio che non contempla assolutamente
nessuna vita sociale. Regna una modestia che rifiuta per principio
i beni di questo mondo, che disprezza la modernità , e con essa
quella che ritiene la banalità della pace. "Sarah ed io siamo
ottimi fratelli; ci amiamo molto, ma anche lei, insieme a Bibi non
mi parla da quando mi dichiarai contro lo sgombero di Hebron. Bibi
mi chiamò , protestò , cercò di fermarmi, e anche Sarah con lui.
Ma non potevo tacere. Peccato. Anche lei amava molto Bet El un
tempo. Veniva spesso a trovarmi e carezzava perfino l'idea di
comprare una di queste casette per godersi il deserto. Era bello
qui fino all'Intifada, quando "loro" sentivano la nostra
sicurezza, la nostra forza militare. Passeggiavamo in pace in ogni
dove, acquistavamo tutto là nei loro villaggi. Adesso invece sanno
che siamo deboli, impauriti, che abbiamo paura di loro. Che siamo
come Bibi insomma. Ma lo cacceremo via, e io cercherò di
sostituirlo".
Fiamma Nirenstein