Fiamma Nirenstein Blog

Quelle etichette sui prodotti sono un marchio anti-Israele

giovedì 5 novembre 2015 Il Giornale 14 commenti
Il Giornale, 05 novembre 2015


E' davvero sconcertante pensare che in questi giorni l'Unione Europea, mentre il Medio Oriente è percorso da ondate continue di barbarie che si infrangono solo contro i confini dell'unico Stato che rispetta i diritti umani dell'area, sia tutta intenta, con lavorio incessante su e giù per i corridoi, a preparare le "linee guida" per etichettare, sugli scaffali dei negozi, i prodotti di Israele provenienti dai Territori oltre la Linea Verde. Le direttive dovrebbero essere applicate dal primo di gennaio, e una lista di norme dirà ai vari Stati come applicare la loro "stella gialla", che sarà tale anche se certo avrà un'apparenza diversa, su frutta, verdura, prodotti tecnologici provenienti dalla Giudea e dalla Samaria. Perché l'UE si sta affrettando verso questo passo? E' una specie di sindrome, di ossessione che possiede l'Unione, e che è difficile davvero collegare a un virtuoso disegno di pace.

Checché ne abbia detto l'ambasciatore europeo in Israele, Lars Faaborg Andersen la decisione non è affatto una "questione tecnica" che discende dalla dichiarazione del Parlamento Europeo che considera illegali gli insediamenti, e che quindi spingerà per forza avanti il processo di pace. Chi può veramente credere che, una volta che nei supermarket alcuni prodotti israeliani porteranno il marchio d'infamia che l'UE vuole imporre, la pace avrà fatto un passo avanti? Si tratta di un passo invece improntato a cinismo, illegalità, ipocrisia e a una persistente antipatia nei confronti dello Stato d'Israele spinto avanti dalle ONG promotrici del BDS, il movimento di "disinvestimento e boicottaggio" che si dedica strategicamente a questo dai tempi della conferenza antisemita dell'ONU a Durban nel 2001 e preme le istituzioni. E' una strada inventata nel 1948 dagli Stati Arabi che stabilirono di boicottare Israele fin dalla sua fondazione.

Il cinismo europeo colpisce le migliaia di famiglie palestinesi che resteranno senza fonte di guadagno quando le imprese siano costrette a chiudere; e colpisce il cittadino israeliano, e in particolare quello che vive nei territori, che piange i morti dell'ondata di terrorismo di queste settimane. Proprio adesso mentre continua l'incitamento a uccidere, l'Unione Europea dovrebbe far sentire ai palestinesi che uno Stato si deve meritare, che il prezzo dell'indipendenza è la rinuncia al terrorismo. Il "labeling" è l'anticamera di un boicottaggio di Israele non solo nei suoi prodotti, ma nelle sue idee, nei suoi cittadini, nella sua esistenza in assoluto. Invece di spingere avanti il processo di pace lo impedisce, facendo credere ai palestinesi che non ci sia bisogno di negoziato sui Territori, ma che essi gli appartengano come appartenevano alla Giordania prima del ‘67. Invece le risoluzioni dell'ONU stesse, stabiliscono che un accordo sia da stabilirsi tenendo conto della sicurezza di Israele, e non creando una situazione tipo quella di Gaza, sgomberata gratis per far posto a missili e terroristi in assetto di guerra. L'UE sa benissimo che oggi i palestinesi non offrono a Israele nessun riconoscimento dello Stato Ebraico, anzi, lo rifiutano, e allora perché pretendere lo sgombero?

Inoltre, se l'UE avesse davvero una politica che segnala i prodotti delle zone occupate, marchierebbe anche quelli del Sahara Occidentale occupato dal Marocco, e della parte di Cipro invasa dalla Turchia. Ma neanche ci pensa, come non lo fa per decine di altre zone contestate. E se solo Israele è nel mirino, la decisione dell'UE è una decisione politica, tanto più odiosa dato che tutti ricordano come nella storia, dopo il "labeling" dei prodotti ebraici, sia venuto il "labeling" delle persone.

 Lascia il tuo commento

Giovanna salis , sanremo (Imperia) Italia
 venerdì 13 novembre 2015  14:24:24

inorridisco ogni qualvolta si tratti Israele e tutti i gravi problemi che lo riguardano con tanta ignoranza,leggerezza,disinteresse e faziosità. Perfino il padiglione di Expo,l'unico che abbia concretamente affrontato il tema centrale (o presunto tale!) mettendo a disposizione la scienza e la tecnologia da Israele ottenute nonostante la difficolta' di 'vivere',così innovative ed utili al mondo intero e' stato 'trascurato'! Ipocriti e pericolosi a Bruxelles! Ci stanno lasciando occupare da chi e' solo capace di odio. La cronaca mondiale lo prova! Comprerò ancora più prodotti israeliani riconoscendoli più facilmente!!!! Io sto con Israele. Giovanna



Gabriele , ITALIA
 mercoledì 11 novembre 2015  19:35:02

Non riesco a capacitarmi di questa " pecorina sudditanza "nei confronti di un mondo che ci odia perchè non può civilmente competere con l'Occidente : contro Israele mi sembra addirittura che si stia sfiorando una globale e pericolosa "imbeccilità" cosmica.



Susi Reitan , Italia
 lunedì 9 novembre 2015  13:27:05

Gentile Fiamma,Le mie origini israeliane e i miei studi mi hanno legato fortemente a Israele e non posso fare a meno di provare amarezza quando queste iniziative di boicottaggio ritornano, ancora di più quando è l'Europa a promuoverle.Istigare alla discriminazione non è sicuramente un modo costruttivo di invitare le parti a fare uno sforzo verso un maggiore dialogo, ma anzi favorisce solo l'aumento della percezione di ostilità europea da parte di Israele.Mi dispiace che l'Europa, Invece di porsi come mediatore attivo e propositivo verso la pace (in un momento in cui gli Stati Uniti risultano distanti) si ostini a tornare a metodi e approcci ritriti e negativi.Infine, come italiana e sostenitrice del dialogo, ritengo che boicottare i prodotti israeliani vada contro tutto ciò che di buono Expo, e il padiglione Israele in particolar modo, ci ha insegnato, ossia il fatto che la condivisione di prodotti, innovazione e conoscenze possa non solo portare concreto benessere a popolazioni svantaggiate ma anche diventare uno strumento di dialogo internazionale.Sarò forse idealista, ma auspico a nuove ed ulteriori iniziative di cooperazione affinché Israele possa continuare a trovare soprattutto nell'Italia un partner negli affari così come nel processo di pace.



Paola Bollini , Varese - Italy
 sabato 7 novembre 2015  11:55:11

Io compero arachidi solo se vengono da Israele. Cercherò i prodotti con l'etichetta per comperarli, chiedendo però ragione dell'infame bollatura ai responsabili del supermercato. Attendo con ansia di sentire la loro replica. Di sicuro sentiranno la mia.



Licia Pinna , Piacenza - Italia
 venerdì 6 novembre 2015  04:52:45

Sarà di poca soddisfazione, ma, nel caso, io acquisterò i prodotti provenienti da Israele.



Piero Sammut , Southampton Inghilterra
 giovedì 5 novembre 2015  17:22:26

Che belle cose che questi scemi in Europa inventano. Chi veramente vuole fare il "boicotto contro Israele", vediamo a chi il boicotto diventerà anche contro i "palestinesi", che vi dico sinceramente, che in verità questi scemi sono odiati non più e ne meno di questi palestinesi, nessuno in Europa li vogliono qui , quelli che dicono il contrario sono ipocriti , e menzogneri. Anche qui in Inghilterra c`e una nuova legge contro quelli che vogliono fare i boicotti contro altri paesi,e Israele saranno arrestati e se saranno colpevoli andranno in galera per due anni.



caterina ghio , genova
 giovedì 5 novembre 2015  11:33:02

ciao Fiamma voglio precisare che mi dissocio dalla politica masochista e stupida dell'unione europea.proprio non capisco il fine che perseguono questi"europei" che appoggiano una logica terrorista invece di apprezzare e sostenere l'unico stato democratico e civile del medio oriente:Israele!forse pensano di ingraziarsi così i terroristi ma non hanno ancora capito che poi saranno colpiti anche loro!cercherò nei supermercati e comprerò i prodotti israeliani caterina



Giorgio Bongiorno , Aosta (Italia)
 giovedì 5 novembre 2015  11:31:10

Condivido al 100% questa analisi di un fenomeno vergognoso di cecità conclamata da parte dell'Occidente. Andiamo avanti insieme, sperando che attraverso un impegno condiviso dai più la luce del rispetto dei diritti umani (e non il malvagio lampo della prevaricazione e della violenza) abbia finalmente il sopravvento.



Ferruccio Barbieri , Mantova
 giovedì 5 novembre 2015  11:29:29

Sono decenni ormai che la prostituta Europa se la fa con i nemici d'Israele e della pace. Riguardo all'iniziativa di marchiare i prodotti provenienti da Israele per me sarà positivo così saprò cosa comprare per aiutare nel mio piccolo l'economia d'Israele. Una cosa mi fa paura ,che questo non sia un primo passo verso l'obbligo di apporre una stella gialla da applicare sui prodotti. Estote parati



Roberto Rabà , Firenze/Roma Italia
 giovedì 5 novembre 2015  11:07:36

La tua analisisi è come sempre chiara ed assolutamente da condividere. Bisogna però controbattere in modo positivo ed utilizzare etichettatura che vuole avere un carattere discriminante e vessatorio in un richiamo che spinga ad acquistare le stesse merci. Lets Buy Jehuda & ShomromIn altri casi, limitati, è stata laa scelta vincente



Artemio , milano - Italia
 giovedì 5 novembre 2015  10:47:01

Quand'e' cosi' allora la mia scelta di comprare prodotti israeliani sara' piu' facilitata ...........



Marino , Finlandia
 giovedì 5 novembre 2015  10:24:35

Quando posso e li riconosco,io compro prodotti di Israele



giuseppe casarini , binasco (MI)
 giovedì 5 novembre 2015  10:17:15

Ben scrittoshalom



Piero Pasquinelli , Reggio Emilia- Italy
 giovedì 5 novembre 2015  09:41:23

Non si può che condividere questa analisi che davvero mette in luce come non esista alcun nesso tra etichette e processo di pace.



Per offrirti un servizio migliore fiammanirenstein.com utilizza cookies. Continuando la navigazione nel sito autorizzi l'uso dei cookies.