Fiamma Nirenstein Blog

Quella giornalista stuprata ci ricorda che cos’è la rivolta d’Egitto

sabato 19 febbraio 2011 Il Giornale 7 commenti

Il Giornale, 19 febbraio 2011

In Piazza Tahrir, che come un grande teatro a più scene ci ha rappresentato per giorni scene di rivoluzione, di gioia e di morte, commedie e tragedie, un’inviata della CBS News è stata brutalizzata sessualmente per mezz’ora da una folla di uomini eccitati. Grandi rivoluzionari, decine di grandi combattenti della libertà che il mondo intero stava esaltando; bastava guardare la CNN e la BBC. Il cameraman di Lara Logan, una bella donna di 39 anni, veterana dell’Iraq e dell’Afghanistan, è stato trascinato via e picchiato; la giornalista è stata infine salvata da una folla che le cronache definiscono di «donne e soldati», ma chissà se è una narrativa mirata a ricomporre un’icona.

Negli altri angoli della piazza la storia seguiva il copione: si gridavano slogan, si resisteva all’attacco degli uomini cammellati di Mubarak, si marciava, si filmavano giovani blogger, donne con e senza velo, la loro sete di libertà, il loro coraggio… Intanto, in quell’angolo si stava svolgendo una scena che non poteva, non doveva dire nulla sulla rivoluzione che piace alle telecamere, che nutre gli stereotipi più cari all’informazione liberal. Questa informazione per giorni ha nascosto che non pochi fra i giornalisti occidentali, tutti favorevoli alla rivoluzione, venivano in realtà strattonati e minacciati, talora portati via dalle forze dell’ordine…

Non si è parlato neppure dei molti feroci slogan antisemiti e antiamericani, ben documentati da tante foto. I volti ripresi dalla telecamera di coloro che hanno aggredito sessualmente e brutalizzato Lara sono stati oscurati. I giornalisti in piazza erano là per raccontare la bella rivolta degli egiziani contro il dittatore, per parlare di libertà e di futuro, di modernità e di speranza. Cosa c’entrava che Lara venisse violentata? Che le urlassero, come è accaduto, «ebrea ebrea», giusto la peggiore fra tutte le accuse che quella folla potesse concepire? E mentre Lara veniva trasportata, ridotta a uno straccio, lontano dalla folla per essere rimpatriata e trasferita in un ospedale americano, noi giornalisti continuavamo a cantare le lodi di quella piazza.

Non solo: altri giornalisti americani, fra cui un certo Nir Rosen, hanno creduto di dover mettere in dubbio la veridicità della storia di Lara, definita una guerrafondaia. Dopo Rosen si è dovuto scusare, ma intanto aveva pagato il suo tributo al suo fantasma di rivoluzione: una folla in rivolta non può che essere buona. Ma non è così: una donna bionda in piazza a lavorare in mezzo a decine di migliaia di maschi, in particolare arabi, è una sfida culturale. A chi è capitato, come a me e di certo anche a Lucia Annunziata che ha scritto un pezzo su questa vicenda, di trovarsi in una situazione affollata e confusa in questi mondi, sa che può giungere un momento in cui al rischio che ogni giornalista corre, per una donna si aggiunge quello sessuale, che la stessa presenza di una donna crea un circuito di adrenalina, una situazione di aggressività. Può accadere ovunque, ma questo peggiora quando ci si trova in una società in cui, secondo quello che ha riportato all’ONU l’Associazione per i diritti legali delle donne basata al Cairo, le donne egiziane sono private dei loro diritti fondamentali, inclusi quelli di possedere il loro corpo e le loro proprietà. I maschi che uccidono le donne in genere non vengono puniti; se lo sono, restano in carcere fra i due e i quattro anni.

Riporta l’Annunziata che ogni giorno il 98 per cento delle donne straniere in Egitto viene molestata, e così accade al 60 per cento delle donne egiziane. Il più recente rapporto PEW sull’opinione pubblica comunica che l’82 per cento è favorevole alla lapidazione delle adultere. Questo tipo di informazioni le abbiamo lette raramente nei giorni di Piazza Tahrir, invece sono fondamentali per capire cosa è stato l’Egitto, cosa è, e anche purtroppo probabilmente, che cosa sarà o contro che cosa dovrà battersi per diventare un Paese democratico. Solo non chiudendo i nostri e gli altrui occhi su questa realtà noi giornalisti possiamo aiutare a evitarlo.

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Ester , Morbio Superiore Svizzera
 martedì 22 febbraio 2011  11:41:40

ORRIBILE STUPRO ... COSA CI SI PUÒ ASPETTARE DA UN BACINO MEDITERRANEO CON LE NAZIONI LIMITROFI, INAVASE CON HARD PORNO E CARTOMANZIA DALLE TELEVISIONI DI UN SEDICENTE CAVALIERE?CON TUTTO IL MIO RISPETTO PER LE PERSONA APPARTENENTI ALL'UMANITÀ, DUNQUE PREZIOSE, MA RIGETTANDO LE LORO AZIONI DISGUSTOSE, PREGO CHE I GIUDICI MILANESI FACCIANO GIUSTIZIA PER SALVARE LA DIGNITÀ DI UNA NAZIONE, L'ITALIA. POSSO SOLO PREGARE CHE IL MALE FATTO A TUTTA L'EUROPA, E LE NAZIONI DEL ME, NON SI RIPERCUOTONO SULL'ITALIA, COME GIÀ SEMBRA ESSERE.Con tutto il mio rispetto per la Nazione di mio padre, Luigi Antonio Felix Girardi, dal quale ho ricevuto la Nazionalitâ Italiana alla mia nascita, prego che l'Italia che lui amava tanto, e che stimava, possa ridiventare una Nazione di tutto rispetto.Shalom Shalom Lidia Graziella Ester Girardi in Ceppi



ing. Luigi Mancini , Roma
 martedì 22 febbraio 2011  11:36:54

Le donne pagano il prezzo di uomini che non ci sono. E di una Fede che non si sa dov'è.



Sara Mago , Italia
 lunedì 21 febbraio 2011  23:39:33

Niccolò.. ma per favore.. mi verresti a raccontare che in quella piazza c'erano solo i sostenitori di Mubarak, per questo i "buoni" non hanno fatto nulla.Ma per favore.. PER FAVORE! Un mi dispiace ed una buona autocritica.. invece di fare da scarica barile al diavolo sionista ed all'occidente ruffiano.



Guglielmo , Como
 lunedì 21 febbraio 2011  18:18:59

L'Occidente, quando avrà capito che cosa è l'Islam non potrà fare altro che rabbrividire e pensare alla sua stupida miopia e cupidigia. Israele sarà attaccata da tutti, sacrificata col miraggio di un possibile profitto. La cosa che fa più male è che per mero denaro si da ancora credito a fanatici mussulmani che hanno provato la loro totale mala fede. Povera umanità...cosa ci aspetta.



Niccolo' Figa'-Talamanca , Bruxelles, Belgio
 lunedì 21 febbraio 2011  14:01:41

Cara Fiamma,Come credo sai senz'altro, e' un fatto ben documentato che la Logan e' stata attaccata dai sostenitori di Mubarak (spontanei o prezzolati), come parte del loro attacco sui manifestati su Tahir square. sono un apprezzatore dei tuoi commenti, ma mi sento in dovere di scrivere per esprimere il mio forte disaccordo e il mio stupore per la tua decisione di distorcere i fatti sulla violenza carnale contro una donna coraggiosa come la Logan. Lara Logan ha deciso coraggiosamente di rendere pubblica la sua esperienza, e non merita che la sua sofferenza nella mani dei sostenitori di Mubarak sia da te usata per meglio argomentare le tue pur legittime preoccupazioni sul ruolo degli islamisti nelle manifestazioni di piazza Tahir e nel futuro dell'Egitto. cari saluti,dal tuo avido lettore, Niccolo'



renzo , firenze
 domenica 20 febbraio 2011  21:11:13

Sono veramente esterrefatto, dalla carne-ficina che i servi del boia Gheddafi, stannofacendo in varie città della Libia. E sonoveramente schifato di tutti i politici italianie non, dei paesi dell'U.E. e degli Stati Unitiche tacciono di fronte a queste violenze i-naudite. Dove sono le O.N.G. e i pacifisti,sempre pronti a scendere in piazza controIsraele, per dare perlomeno solidarietà aquella povera gente, sfruttata da regimi criminali????Solo oggi Pannella e il partito radicale,hanno duramente criticato il P.D. e ilpresidente Berlusconi per il loro vergo-gnoso silenzio su queste uccisioni cosìvili. Pregherei Lei, perlomeno di farsiportavoce verso il suo governo, di pro-testare contro quell'assassino di Ghed-dafi, del suo regime corrotto. Per unavolta, non pensiamo solo agli interessi,ma alla gente assassinata per strada che lotta per la giustizia e la libertà.



Dott. Sergio HaDaR Tezza , Torino, Italia
 domenica 20 febbraio 2011  17:33:11

Legga questo articolo scritto da una vera e propria eroina che dovette fuggire dall'Egitto anni fa:http://frontpagemag.com/2011/02/18/islams-uncovered-meat-excuse-for-sexual-assault/Qui un imam spiega perché SECONDO L'ISLAM è sempre colpa delle donne se sono stuprate, in quanto non sono che bistecche in vetrina.



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