Fiamma Nirenstein Blog

Quel medico ebreo e il suo dilemma

sabato 13 novembre 2010 Il Giornale 24 commenti
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Il Giornale
, 13 novembre 2010


Per essere chiari: io l’avrei operato, per senso di responsabilità come medico e di pietà come essere umano e, se si vuole, anche perché in un ebreo, religioso o laico come me, il rispetto per la vita è un precetto primario. La vita viene prima di tutto, persino prima dello shabbat, il Sabato di santo riposo in cui per salvare la vita propria o altrui, tuttavia, anche chi osserva i precetti può agire senza peccato fuori dalle norme. Un attimo però, non stiamo comunque parlando di un irresponsabile: il dottore ebreo-tedesco che a Paderborn nel Nord Reno-Vestfalia ha rifiutato di operare il paziente trentaseienne con una vistosa svastica e un’aquila reale tatuate su un braccio, non l’ha abbandonato alla morte. Il paziente sta bene, operato da un sostituto. Ma la questione resta seria: vale da giustificazione che un ebreo abbia nella mente la pur immensa, straripante memoria dello sterminio nazista per rifiutare le cure a un neonazista, un antisemita, un malvagio idiota, tatuato con la svastica? La risposta, come dicevamo, è talmente palese da essere banale: sono passati più di 60 anni, il paziente ha 36 anni e inoltre il medico cura sempre e comunque, e soprattutto chiunque.

Adesso che l’abbiamo ripetuto, cerchiamo anche di capire il dottore: a 46 anni può essere figlio o nipote, come sono quasi tutti quanti gli ebrei in Europa, di genitori e nonni gasati ad Auschwitz, sterminati con l’acqua bollente (così era a Sobibor), con le botte, con la fame. E sempre nel segno di quel simbolo che ha balenato cupo dal braccio del paziente. E soprattutto, se una persona legge appena i giornali o vede la tv, alla sua vista non può che venire assalito da una rabbia tutta contemporanea, che non ha a che fare solo col passato, ma con il presente. Il dottore, possiamo pensare, non è solo arrabbiato col passato, ma allarmato dal presente.

Se prendiamo la Germania e guardiamo l’ottimo indicatore della rete web vediamo che i siti neonazisti sono passati da 800 l’anno scorso a 1.872 in quest’anno ancora in corso. Un ragazzo di quindici anni su 20 appartiene a un gruppo neonazista. I messaggi neonazisti dedicati ai bambini e ai giovani fan della musica rock basati sull’odio verso gli ebrei, sempre in Germania, sono passati da 750 nei relativi web, a 6.000. Il nostro medico di 46 anni deve stare molto attento a cosa leggono su Facebook o ascoltano su YouTube i suoi bambini. Nella Germania orientale i neonazisti stanno addirittura organizzando kindergarten ideologici autogestiti. Il rap neonazista che incita a uccidere ebrei e neri è molto di moda,come lo sono i messaggi che insistono che l’Olocausto è un’invenzione degli ebrei per perpetrare i loro crimini, o giustificare la criminosa esistenza dello Stato di Israele, ormai l’oggetto centrale degli attacchi.

Il medico che colpevolmente non ha voluto operare il neonazista potrebbe essere molto preoccupato, o arrabbiato, perché è venuto in contatto con le migliaia di attacchi antisemiti che spazzano l’Europa, specie da quando l’immigrazione ha trasportato da noi una quantità di islamismo politico che volentieri fa comunella con i neonazisti sul terreno dell’odio antiebraico, anche quando la destra estrema è xenofoba. Tutti gli studi confermano, e la polizia tedesca ne ha fatto un elemento basilare, che i gruppi neonazisti e quelli jihadisti lavorano insieme nel campo antisemita, con risultati esponenziali. Un cimitero ebraico la settimana (dati reali) viene vandalizzato, i graffiti e la violenza sono cresciuti da 36 a 183, le sinagoghe vengono attaccate, a Hannover alla Fest internazionale in cui tutti cantavano, dagli afghani ai turchi, un coro ebraico si è salvato a stento dall’ira della folla.

Non so se il medico sappia, ma può essere, che gli incidenti antisemiti nel mondo nel 2009 hanno raggiunto il numero più alto dalla seconda guerra mondiale, nel 2009 1.129 attacchi violenti contro i 78 del 1989, che ci sono nel mondo ormai antisemitismi genocidi esattamente come quello di Hitler; sa che Ahmadinejad promette di distruggere lo Stato ebraico, o della carta di Hamas che spiega come sia necessario ammazzare gli ebrei, in tutto il mondo. Il giovane Ilan Halimi fu ucciso dopo 24 giorni di torture ritmate dalla lettura del Corano solo perché era ebreo ed è accaduto nella civilissima Parigi. Anche là non si cammina per la strada con una stella di David al collo, ad Amsterdam si rischia di essere pugnalati, da Malmo in Svezia molte famiglie ebraiche se ne sono già andate, in Ucraina cresce il neonazismo. Il nostro dottore ha ragione di essere nervoso quando vede una svastica. Piace a troppi.

C’è chi si organizza, come nei giorni scorsi più di 50 Parlamenti, fra cui il nostro, che hanno mandato i loro rappresentanti a Ottawa alla Conferenza per combattere l’antisemitismo da cui è uscito un Protocollo che definisce e indica strade. Ma un ebreo, un medico, un uomo di questo mondo, di questa Germania, che a tu per tu col paziente cui è tenuto a porgere la maggiore solidarietà, vede d’un tratto sulla sua spalla una svastica tatuata si sente solo e disorientato. Vogliamo condannarlo?


That Jewish doctor and his dilemma

Il Giornale, November 13, 2010

Let me make it clear: I would have performed that surgery, out of sense of responsibility as a doctor and sympathy as a human being and also because in any Jewish person, either religious or secular like me, human life is a primary precept. Life comes first, before anything else, even before shabbat, the day of holy rest: even then, to save one’s own life or that of others, those who observe the precepts can disobey the rule without sinning. Just a moment please, however, we’re not talking about irresponsibility, whatever else this may be: the Jewish-German doctor from Padeborn in Northern Westfalia who refused to operate on the 36-year-old patient with a big swastika and golden eagle tatooed on his arm, didn’t walk away and leave him to die. The patient is fine – a substitute doctor did the surgery. But there is still a serious question: is the overwhelming memory of the Nazi horror a justification for refusing to treat a neo-Nazi, antisemitic, evil idiot, tatooed with a swastika? The answer, as we said, is so obvious as to be trite: sixty years have gone by, the patient is 36, and in any case, a doctor always treats a patient, no matter what, no matter who.

Now that we’ve said it again, however, let’s also try to understand the doctor: at 46 he, like almost all the Jews in Europe, could be a son or grandson of parents and grandparents gassed at Auschwitz, exterminated with boiling water (as they did at Sobibor), beating, or starvation. All in the sign of that symbol blazing darkly on his patient’s arm. Above all, if a person just glances at the newspapers or watches TV, he cannot fail to notice the assault of an entirely contemporary violence, that is not just about the past, but has to do with the present. The doctor, we could think, is not only angry about the past but alarmed about the present.

If we take Germany and look at the excellent indicator of the web network, we can see that neo-Nazi websites have increased from 800 last year to 1872 this year, and it’s not over yet. One fifteen-year-old out of every 20 belongs to a neo-Nazi group. The neo-Nazi messages broadcast to children and young rock music fans based on hatred for the Jews, also in Germany, have increased from 750 on the relative webs to 6000. This 46-year-old doctor has to pay very close attention to what his children read on Facebook or hear on Youtube. In East Germany, neo-Nazis are even organizing ideological kindergartens under their own management. The neo-Nazi rap that incites listeners to kill Jews and blacks is hugely popular, as are the messages that claim the Holocaust is a Jewish invention to justify their crimes or the illegal existence of the State of Israel, which has now become the focus of their attacks.

This doctor who refused to operate the neo-Nazi could be very worried, or angry, because he has had experience with the thousands of antisemitic attacks that are sweeping Europe, especially since immigration has brought a great influx of political Islamism into our countries, ready to join a common front with the neo-Nazis when it comes to antisemitism, even when the far right is xenophobic. All the studies confirm, and the German police have made it a basic premise, that the neo-Nazi and Jihadist groups work together in the antisemitic field, with exponential results. One Jewish cemetery a week is vandalized, and grafitti and violence have increased from 36 to 183; synagogues are attacked; recently, in Hanover, at the international Fest in which everyone sang, from Afghans to Turks, a Jewish chorus barely escaped the mob’s murderous rage.

I don’t know if the doctor knows, though he may, that antisemitic incidents in the world in 2009 reached the highest number since World War II: in 2009 there were 1129 violent attacks compared with 78 in 1989; that there is a genocidal antisemitism in the world right now exactly like that enacted by Hitler; that Ahmadinejad swears to destroy the Jewish State; or about the Hamas declaration that explains how it is essential to kill Jews everywhere in the world. Young Ilan Halimi was killed after 24 days of torture to the rhythm of the Qoran readings, merely because he was Jewish, and this happened in the civilized Paris. Even there, it is not a good idea to wear a star of David on a chain around your neck. In Amsterdam you risk being stabbed, and many Jewish families have already moved out of Malmo, in Sweden; neo-Nazism is increasing in the Ukraine. Our doctor is right to feel nervous when he sees a swastika. Too many people like it.

Recently more than 50 parliaments, including our own, sent their representatives to Ottawa to the second Interparliamentary Conference on Combating Antisemitism. It is a sign that some countries are starting to get organized. The conference issued a protocol defining and indicating ways to contrast the phenomenon.

But a Jewish doctor, a lonely man of this world, who lives in present-day Germany, face to face with a patient to whom he owes the utmost solidarity, sees a swastika tattoed on the patient’s arm, and suddenly feels alone and disoriented. Can we blame him?

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Paola Villa , Italia
 giovedì 25 novembre 2010  15:03:30

In linea di principio e' facile dire che doveva operarlo, ma come si fa a farlo serenamente quando magari si hanno i nonni bruciati ad Aushwitz? Chi siamo noi per giudicare?



Dr.Adriana Katz , ISRAEL
 lunedì 22 novembre 2010  13:35:19

Gentile Fiamma,Di solito saluto le sue opinioni e le sono tanto grata per l'eccezionale apporto alla comprensione di tutto quello che riguarda Israele e la sua raggione di essere.Nel caso specifico del medico ebreo tedesco,mi permetto di contraddirla,in qualita di medico,le vorrei far presente che non si puo separare il sentimento dal lavoro prattico di un medico,motivo per il quale non e d'uso che un chirurgo operi un membro della sua famiglia,ovviamente per una serie di sentimenti,legame stretto etc.Anche nel caso contrario,la cosa e piu che sensata,non si puo curare qualcuno che si odia,per paura di non essere influenzato.Penso che nel caso specifico,il medico si e comportato in sintonia con l'etica medicale,non ha abbandonato il paziene,lo ha solo transferito a un collega.Avrei fatto sicuramente la stessa precisa cosa.



Carla Pozzi , Italia
 giovedì 18 novembre 2010  17:45:06

Sono rimasta seriamente impressionata dai numeri che ha presentato nell'articolo relativo al chirurgo che non ha operato quel ragazzo nazista. Io forse avrei fatto la stessa cosa. Mi domando come sia possibile, dopo quello che abbiamo saputo e vissuto che ci siano persone al mondo così ossessionate dall'idea di cancellare Israele e gli ebrei dalla terra.Io mi definisco cristiana, più che cattolica, ho fin dalla giovinezza sposato la causa di Israele ed in famiglia, per solidarietà e per non dimenticare, portiamo tutti una stella di Davide al collo. Le porgo i miei saluti uniti alla grande ammirazione per le battaglie che conduce.Carla Pozzi



vanni , italia
 giovedì 18 novembre 2010  12:35:53

I casi limite pongono interrogativi difficili da sciogliere, talvolta insolubili per la coscienza. I cristiani e i cristianacci ritengono che la responsabilità è individuale e sanno che come tale sarà giudicata almeno una volta. E sanno che anche nel peccatore va cercata la persona (per chiarezza dico che in questo caso ambedue gli attori sono designati con l'epiteto di peccatore). Mi piace pensare che questo medico abbia detto al collega accanto:” Per me è troppo dura, fallo tu per piacere” ma che avrebbe agito diversamente in circostanze che non offrissero scelta. Qualora chi amo fosse vittima di nefandezze irrimediabili, non so che cosa potrei fare io ai responsabili.



Aurora Martel , USA
 giovedì 18 novembre 2010  03:11:35

Fiamma I am a fan of yours, I respect you very much, and I hope you'll continue to do your great work for a long, long time. I read about this doctor, my first reaction was: why is this in the news?It should not be in the newspapers and it shouldn't be discussed.He did what his conscience told him to do. I have also read that in the Israelis' hospitals the doctors don't differentiate between palestinians and jewish patients, they all get treated the same. Thats good enough for me.The reason of this post is another, the part where you write about a rising antisemitism, and you connect the two with the growing population of muslims in Europe.I knew it to be so, and raised that point with others. My feelings are that it needs to stop, and it needs to be brought to everybody's attention. Please make it one of your priorities. We can't continue heading towards are own destruction.Regards, Aurora



Silvana Origlia , Austria
 mercoledì 17 novembre 2010  10:40:50

Cara Fiamma, ora più che mai prima, in Germania non c'è più quasi nulla di vietato in materia di neo-nazismo. I "neo" stanno marciando ovunque, quasi indisturbatamente, amucchiandone anche armi, e non credo che sia un gioco da ragazzini, ma il mondo continua ad ammirare i poteri - certo non tanto femminili - del(l'ex) "donna più potente" del mondo, quale la signora Merkel. E allora, che si vuol fare... ! Silvana



Lorenzo Zanoni , Roma,Italia
 martedì 16 novembre 2010  16:20:46

Capisco bene il dottore,ha fatto la cosa migliore a tirarsi indietro e lasciare che se ne occupasse un suo collega . Personalmente l'avrei fatto anche io pur non essendo un ebreo.



Sergio Hadar Tezza , Malmö, Sverige
 martedì 16 novembre 2010  02:32:08

I completely dissent from the reasoning and its motivations. From a professional point of view, the doctor was absolutely correct to disqualify himself, just as a judge MUST do when he has personal interests or conflicts in a case, or a prejudicial position towards the accused. If the Jewish doctor had proceeded with the surgery, and if anything had happened, he could have been accused of not having done everything possible for the Nazi patient because he is Jewish, thus exposing himself to possible judicial challenges. Since he had a substitute, no one can even accuse him of abandoning a patient.From a Jewish point of view, besides the fact that the Hyppocratic Oath has no value since it is done to foreign gods and it is a completely pagan oath, Our Torah COMMANDS US TO REMEBRE WHAT AMALEQ HAS DONE TO US and TO ERASE THE MEMORY OF AMALEQ FROM UNDER THE HEAVENS.Hence, as a Jew, he should have even made sure that the Nazi died.Evil is to be fought and eliminated. At 35 (the age of the Nazi patient) one is not an innocent child...he certainly went through some obstacles to have that tattoo, which is illegal in Germany, and most of the worst Nazi criminals were much younger during W.W. II .Evil should not be appeased because appeasament allows evil to survive and murder, just as Chamberlain and Daladier did in 1938 appeasing Nazi Germany. Evil must be fought and eliminated.



Ing. Luigi Mancini , Roma
 lunedì 15 novembre 2010  15:29:09

Condivido il parere del dottore in lista. Un medico deve operare con coscienza nell'interesse della vita del paziente, chiunque esso sia. E se non puo' farlo serenamente e' doveroso che si astenga anche in caso di emergenza: potrebbe infatti diventarne non il salvatore ma il carnefice. Fermo restando il fatto che di Salvatore ce n'è uno solo...



Sergio Hadar Tezza , Malmö, Sverige
 lunedì 15 novembre 2010  14:14:09

Dissento completamente dal ragionamento E dalle motivazioni.Da un punto di vista professionale, il medico ha fatto benissimo a squalificarsi, cosí come DEVE fare un giudice che ha interessi personali in un caso o pregiudiziali nei confronti di un imputato.Se l'avesse operato e fosse successo qualcosa, avrebbe potuto essere accusato di non aver fatto tutto il possibile in quanto è ebreo e il paziente nazista, sottoponendosi cosí a problemi di carattere giudiziario. Avendo un sostituto, neanche l'accusa di abbandono di paziente non può essere sostenuta.Dal punto di vista ebraico, poi, è ancora più chiaro: la Toràh IMPONE di RICORDARSI CHE COSA CI HA FATTO AMALEQ, e di CANCELLARE IL RICORDO DI AMALEQ. Quindi, al massimo in quanto ebreo avrebbe potuto assicurarsi che il nazista morisse.Il male si combatte e si e limina, non si pacifica per concessioni (vedi Chamberlain e Daladier nel 1938) né si salva!



Mara Marantonio Bernardini , Bologna
 domenica 14 novembre 2010  18:42:35

Cara Fiamma, ho apprezzato molto il Tuo articolo per la sua lucida argomentazione.Capisco però molto bene il medico ebreo.Che cosa avrei fatto, io non ebrea, al suo posto, se fossi un medico?Ad essere sinceri, mi sarei rifiutata di operare; salvo che la mia assenza avesse costituito un pericolo per quel paziente; rischio che, da quanto ho capito, non si è mai presentato. Troppo odio contro gli Ebrei e contro Israele, un odio globalizzato e ben diretto.Un odio che ha radici lontane, ma che nel presente è più che mai vivo; odio troppo forte, attuale, potente e ricco.



stefano valabrega , roma
 domenica 14 novembre 2010  17:59:29

In condizioni di emergenza , senza altri chirughi a disposizione , lo avrei operato MA IN ELEZIONE ( INTERVENTO PROGRAMMATO) assolutamente No.Avrei mancato di lucidita' , professionalita' , non avrei dato il mio meglio .Parere di chirurgo attivo.



luca , venezia
 domenica 14 novembre 2010  17:11:31

In tutta sincerità devo dire che mi sento di giustificare il medico che non ha operatoil paziente nazi .Oltre al fatto che il pazientenon era in pericolo di vita e che ci sarebbero stati altri medici disposti ad operarlo non dobbiamo dimenticarci che il medico è, prima di essere medico, un uomoche dispone di una sua emotività e che quindi, in determinate situazioni, come ad esempio quella di un padre medico che opera il figlio,che a mio avviso ,come situazione a livello di turbamento è pari a quella che potrebbe subire un medico ebreo che si trovi ad operare un fan di coloro che gli hanno sterminato i parenti ,possa, anzi debba astenersi dall'operare , ovviamente sempre tenendo conto che non stiamo parlando di un paziente in pericolo di vita.Il medico ha avuto il coraggio di agire in maniera etica e coerente.



Cinzia , Milano
 domenica 14 novembre 2010  16:52:32

condivido l'operato del Medico:nel 2010 non è ammissibile ammantarsi nuovamente di incivile intolleranza,è dolorosamente anacronistico



michele lascaro , matera
 domenica 14 novembre 2010  08:15:14

Sono medico e non posso che disapprovare il comportamento del chirurgo, che si è rifiutato di operare il paziente con la svastica. Il medico ha il dovere di curare anche il proprio nemico, senza tener conto delle sue convinzioni religiose o politiche, nei casi acuti o quando non esista una corrispondente possibilità del paziente, in stati identici di prestazioni e competenza del medico, di farsi curare da altri medici, nel caso di rifiuto del primo; in pratica quest'ultima condizione può avvenire quando non ci sia nessun pericolo di vita o il ritardo nel consulto non pregiudichi la vita stessa del paziente. Il comportamento del chirurgo è ancor più da condannare in quanto l'iter dell'intervento era già iniziato e, di per sé , l'anestesia è già una condizione di grande rischio. In questi casi ci dovrebbe essere la radiazione del medico dall'albo professionale. Non so quale sia la legge tedesca, nè come andrà a finire questa faccenda. Cordiali saluti.



Ilaria Arri , Rivoli (To), Italy
 domenica 14 novembre 2010  08:12:10

No, non vogliamo condannarlo, e sono molto contenta che Lei, signora Nirenstein, rispetti la vita umana.Credo che la Vostra religione sia molto bella, e civilissima!!Complimenti, Ilaria.



Jacobo Pejsachowicz , Torino
 domenica 14 novembre 2010  00:31:10

Cara Fiamma, non pensi che le tue rispetabili considerazioni meritino una sede migliore che Il Giornale "della famiglia"?



Enrico Richetti , Vicenza
 sabato 13 novembre 2010  19:05:34

Un medico per operare una persona deve essere sereno e distaccato. Non può operare un proprio familiare in pericolo di vita perchè l'emozione rischierebbe di tradirlo, non può operare una persina per cui prova odio e disprezzo per lo stesso motivo. In entrambi i casi deve cercare un sostitutoper salvare la vita alla persona che ama o che disprezza



Marina Petrozzi , torino Italia
 sabato 13 novembre 2010  18:21:12

Cara Fiamma è sempre un piacere leggerti!! Che dire del medico ebreo che si è rifiutato di operare un paziente con svastica incorporata? Ha fatto benissimo! E non capisco il perché di tanto chiasso.Un medico cattolico può fare obbiezione di coscienza e rifiutarsi di procurare un aborto. La signora che vuole abortire passerà sotto le mani di un chirurgo non obbiettore. E non credo che un fatto del genere susciti scandalo o scalpore e tanto meno sorpresa. Non è che al di là della reale motivazione, questo caso ha suscitato sdegno semplicemente perchè il medico che "obbiettava" era ebreo??Mi sa di sì!Marina



Stefano Ebert , Vicenza, Italia
 sabato 13 novembre 2010  18:11:17

Brava Fiamma Nirenstein.Bell'articolo, chiaro, preciso, puntuale, di giusta denuncia e di umana solidarietà.Leggo sempre i suoi articoli sul "Giornale".



alfonso margani , Firenze /Italia
 sabato 13 novembre 2010  17:40:36

Sono d'accordo con lei,Fiamma, quel medico ha sbagliato. tantopiù che il suo atteggiamento ora verrá subito sfruttato dagli antisemiti che lo additeranno al pubblico disprezzo dicendo che non ha rispettato il giuramento di Ippocrate. certo, è comprensibile, ma,come lei fa appunto notare, la vita biene perfino prima dello Shabbat.Cordiali saluti e auguri, e spero che le segnalazioni che Le mando ogni tanto Le possano essere utili.



claudia piperno , martinica
 sabato 13 novembre 2010  17:38:43

anche se concordo con l'analisi, Io non l'avrei operato. Avrei invocato un'emozione intensa che mi faceva tremare le mani, ma non l'avrei operato.



Daniele Scalise , Roma
 sabato 13 novembre 2010  17:21:45

Cara Fiamma,una volta tanto dissento (un poco) da quel che dici. Se ho capito bene quel che è successo, in questione non era la vita di un essere umano (nazi o no, poco conta). Il medico ebreo, infatti, non ha lasciato morire un paziente, ha solo detto che no, proprio non ce la faceva a operarlo. Io non so cosa avrei fatto al suo posto, so solo che non riesco a non essere dalla sua parte, a capire quale tempesta orrenda debba essersi scatenata nella sua anima, quali dubbi, quali ricordi paralizzanti. No, non me la sento. Conterà poco o nulla ma io provo per quel medico non solo comprensione ma anche amicizia lontana e anonima, ma pur sempre amicizia. Un abbraccio con l'affetto di sempre Daniele



Maurizio , Genova
 sabato 13 novembre 2010  17:00:24

Bravissima Fiamma... ben detto. Mi trovi completamente favorevole....



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