Prove di (vera) tregua Israele-Hamas
Il Giornale, 27 agosto 2014
Forse sono finiti o almeno sospesi i cinquanta giorni di guerra senza respiro fra Israele e Hamas, la peggiore delle tre che Israele ha dovuto combattere. E' stata proclamata una tregua senza termine, a partire dalle otto di ieri sera, ora israeliana. Nel primo pomeriggio dal Cairo hanno cominciato a pervenire le notizie sia da Abu Mazen e dal capo politico di Hamas dentro Gaza, Ismail Hanjeh, che da parte dei mediatori egiziani. Solo verso le sette Israele ha annunciato una riluttante adesione: anche la migliore speranza di pace non può ignorare la pioggia di più di cento missili che ieri poco prima dell'inizio della tregua ha ucciso il cittadino di un kibbutz e ne ha feriti gravemente tre e che durante la mattinata ha fatto a pezzi un giardino di infanzia a Ashdod ferendo 68 persone fra cui sei bambini dai due agli otto anni.
Ma alla fine Israele, che dall'inizio della guerra ha mirato a ottenere, secondo la formula di Netanyahu, "pace in cambio di pace" e ha accettato tutte le tregue, ha accettato anche questa. Abu Mazen l'ha annunciata alla tv presentandosi come colui che è riuscito a fermare "l'aggressività di Netanyahu". A Gaza Sami Abu Zukri, il portavoce di Gaza in mezzo a un paradossale tripudio carico di grida di "Allah hu Akbar", "Allah è grande" e di spari che hanno fatto alcuni morti, annunciava quella che chiamava "la vittoria di Hamas" a fronte di un Netanyahu che "ha fallito". L'accordo tratta la questione dei valichi sia con l'Egitto che con Israele, garantendo un più largo passaggio di persone e di beni che aiutino Gaza nella ricostruzione. I passaggi di Kerem Shalom e di Rafah saranno controllati, non si sa quali siano le modalità del controllo per impedire a Hamas di incamerare armi, di favorire il passaggio di terroristi, di assicurare che la malta per gli edifici non ricostituisca le strutture delle 32 gallerie che Israele ha distrutto per impedire il passaggio di terroristi. Certamente oltre all'Egitto il ruolo principe spetta ad Abu Mazen, che con il suo viaggio in Qatar qualche giorno fa ha probabilmente garantito a Hamas condizioni gradite.
Anche l'UE e l'ONU si sono fatti avanti per controllare i passaggi, ma soprattutto gli USA si sono fatti vivi di nuovo con una loro proposta. Fra un mese, dice l'accordo, le parti si incontreranno di nuovo al Cairo per discutere la richiesta di Hamas di un porto e di un aeroporto. E' evidente la difficoltà di questa richiesta da parte di un'organizzazione terrorista che ha importato e esportato soprattutto missili e terroristi suicidi, ma un mese è lungo e forse il mondo adesso è più pronto a capire che Hamas non rappresenta il popolo palestinese, ma un pericolo religioso jihadista per tutti. Netanyahu già in queste ore è accusato perchè accetta la tregua: ma questo è la guerra asimmetrica. Hamas ha usato i suoi cittadini come scudi umani mentre spara sulla popolazione civile del nemico che è costretto dalla necessità di fermare il tirassegno sulla sua gente a mirare ai lanciamissili nascosti fra la gente, accusato spesso di distruzioni e uccisioni compiute da Hamas stessa.
Israele nonostante abbia fra gli eserciti più forti del mondo, ha combattuto con le mani legate. Questa è stata la sua scelta: non distruggere Hamas anche se avrebbe potuto farlo. Negli ultimi giorni l'attacco mirato a 4 capi militari ha piegato la determinazione di Hamas. Si può solo sperare che chi festeggiava ieri per le strade di Gaza, almeno in parte sperasse nella pace senza Hamas.
Cara Fiamma, se ricordo bene, c'è l'espressione ebraica "lehai", "alla vita" (scuserai l'imprecisione) come augurio scambiato fra amici, commensali, o in un brindisi, che non mi sembra sia usata da altri popoli, e sintetizza quanto scrivi nell'articolo riguardo allo spirito che anima il popolo di Israele.---- Spirito che ha consentito di sopravvivere nel corso dei secoli, attraverso grandi difficoltà, ed è quindi VINCENTE.------ Noi cristiani parliamo di SPERANZA, speranza vitale (e trascendente), che è la stessa cosa ed è una virtù vivificante, che dona grande forza.----- Non è un caso che, come ti ho scritto in un commento, le nostre radici siano lì: facciamo parte dello stesso SUO DISEGNO (con buona pace dei non credenti....).----- Anche noi abbiamo perciò conosciuto e stiamo conoscendo persecuzioni e sofferenze, ma cerchiamo di "tenere duro" e seguire la SUA strada.------ Penso che dovremmo sempre fare riferimento al "Libro di Giobbe" per sopportare l'insopportabile e riuscire a vedere la luce in fondo al tunnel.------- Quelli che non riescono a capire queste cose, i "cultori della morte", saranno sempre perdenti, malgrado violenze e terrorismo.
talmud , italia
Grande Fiamma! Lucidità e concretezza.
Vito Cartolano , Italia
Non sapevo dell'attacco mirato a 4 capi militari di Hamas.Non s'era detto che loro "bramano la morte"?Non è che comiciano anche loro ad aver paura di morire come quegli stupidi (e inutili) occidentali?
Silvio Riva , MILANO - ITALIA
Cara Fiamma, naturalmente fa piacere che non muoiano persone e non ci siano distruzioni, ma finché non sarà riconosciuto lo Stato di Israele da TUTTI i Paesi confinanti (Palestina CON Gaza compresa) ci si può aspettare solo una tregua più o meno lunga.----- Hamas continua nelle sue richieste che permettano il rifornimento di materiali (ma senza un controllo ANCHE da parte di Israele, non sembra di potersi fidare per quanto riguarda la possibile introduzione di armi).----- Abu Mazen vanta la "limitazione della aggressività di Nethanyau" ma, ovviamente, non dice una parola su quella di Hamas (che, come sempre, canta vittoria anche quando le busca).--- Così i palestinesi continuano ad essere sospesi, come gli israeliani, in questa situazione senza sbocchi certi.------ Inoltre, se non viene smantellata Hamas, continueranno ad esserci due Palestine confinanti con Israele (semprechè Hamas, coi suoi metodi terroristici, non elimini al Fatah ed estenda il suo potere a tutto il territorio, magari sopprimendo avversari con l'accusa di essere traditori e spie, come sta facendo).