Processo di pace e unilateralismo palestinese: On. Nirenstein, presentata risoluzione in Commissione Esteri
giovedì 15 settembre 2011 Attivita parlamentari 0 commenti
Risoluzione in Commissione EsteriLa III Commissione,
premesso che:
in vista della discussione presso l’Assemblea generale dell’ONU di una risoluzione per la dichiarazione unilaterale dello Stato palestinese, appare necessario riaffermare con forza l’impegno italiano, europeo ed internazionale per una risoluzione pacifica e negoziata del conflitto tra israeliani e palestinesi, fondata sul principio di due Stati per due popoli che convivano l’uno accanto all’altro in pace e sicurezza;
come evidenziato dal Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, nel suo discorso del 19 maggio 2011 al Dipartimento di Stato, una pace giusta e duratura è possibile solo attraverso un negoziato che implichi concessioni reciproche per cui: “Le azioni simboliche per isolare Israele alle Nazioni Unite il prossimo settembre non creeranno nessuno Stato indipendente”.
lo stesso principio è stato ribadito anche durante il G8 del 27 maggio 2011 ed è stato ripreso, durante una conferenza stampa del 15 giugno 2011 a Ramallah, anche dal Presidente del Parlamento Europeo, Jerzy Buzek, il quale ha dichiarato che il riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese sarebbe “pericoloso”.
l’unilateralismo metterebbe a repentaglio tutti gli sforzi internazionali per la pace affermati nelle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza 242, 338 e 1850, nella Road Map per la pace e in numerose prese di posizione del Quartetto; in ognuno di questi documenti si invoca infatti una soluzione negoziata e accettata da entrambe le parti, rifiutando la via dell’unilateralismo, in quanto, come evidenziato dal Quartetto nel febbraio 2011: “…azioni unilaterali da entrambe parti non possono pregiudicare il risultato dei negoziati e non saranno riconosciute dalla comunità internazionale”;
una dichiarazione unilaterale metterebbe in mora gli accordi già esistenti tra israeliani e palestinesi, tra cui gli Accordi di Oslo II in cui si afferma che: “Nessuna parte può prendere iniziative che cambino lo status della Cisgiordania e della Striscia di Gaza in attesa del risultato dei Negoziati Permanenti” (articolo 31);
l'Accordo ad Interim tra israeliani e palestinesi, siglato da Israele e dall’OLP, è garantito dalle stesse Nazioni Unite, dall’Unione europea, dalla Federazione Russa, dagli Stati Uniti (ovvero il Quartetto), dall’Egitto e dalla Norvegia. Sarebbe quindi altamente inappropriato per tali garanti avallare una risoluzione delle Nazioni Unite che misconosca questo accordo, minando così le risoluzioni stesse del Consiglio di Sicurezza e le posizioni del Quartetto;
l'approvazione di una dichiarazione unilaterale di indipendenza dello Stato palestinese all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite legittimerebbe il ruolo di Hamas, oggi parte dell’esecutivo palestinese e tuttavia organizzazione terroristica fuorilegge nell’Unione europea, Stati Uniti e Canada. Tutto ciò mentre Hamas continua a opporsi ai principi base stabiliti dalla comunità internazionale: il riconoscimento del diritto di Israele a esistere, la rinuncia al terrorismo e il rispetto dei precedenti accordi internazionali;
una prematura dichiarazione unilaterale non solo minerebbe il processo di pace, ma costituirebbe un affronto permanente all’integrità delle Nazioni Unite, dei trattati esistenti e del diritto internazionale, in quanto l’unilateralismo viola la legalità internazionale e mette in discussione il principio delle trattative tra i popoli;
impegna il Governo
a porre in essere ogni iniziativa diplomatica utile e necessaria per un immediato ritorno di Israeliani e Palestinesi al tavolo dei negoziati, basato sul principio del reciproco riconoscimento tra i popoli e sul rispetto degli accordi passati;
a contribuire a far sì che l’Unione europea tenga una posizione comune, proseguendo nell’opera di dissuasione e contrasto in ordine alla presentazione della dichiarazione di riconoscimento unilaterale dello Stato Palestinese nella prossima sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
15 settembre 2011