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Primavere arabe. Era meglio quando si stava peggio

mercoledì 19 settembre 2012 Il Giornale 2 commenti

Il Giornale, 19 settembre 2012

Si stava meglio quando si stava peggio. Già sentito dire? E allora perchè tutti si sono eccitati tanto quando le folle arabe, adornate di aura primaverile, hanno fatto le loro rivoluzioni? Ora la novità è che, a confermare le delusioni, i dati dicono che la forza dell’opinione pubblica, le libertà civili, lo stato di diritto, la corruzione e la trasparenza hanno fatto nei paesi rivoluzionari passi indietro o sono rimasti fermi rispetto ai bei tempi dei tiranni. Lo scrive il rapporto della Freedom House che di mestiere misura ogni anno il tasso di democrazia.

Non che la si debba prendere per oro colato, ma poichè gli tocca in questo caso dire il contrario di quello che probabilmente gli farebbe piacere (se la prende più volentieri con i paesi democratici), magari stavolta è credibile. La democrazia è misurata da parametri numerici. La perfezione nella “governance” democratica si raggiunge con 7 punti, la decenza con 5. Il mondo islamico è andato giù, la rivoluzione egiziana che si meritava sotto Mubarak 1,98 ora, nonostante le libere elezioni che danno un bel punteggio, raggiunge solo il 2,25. Siamo vicini al Baharein che nel 2004 aveva il 3,27 ed è piombato al 2,03, il livello della Siria quando è scoppiata la rivoluzione contro Assad. Dice però la Freedom House che la Tunisia dal 2,36 di Zine el Abidine Ben Ali è salita al 4,11. Davvero? Il dato fa piacere, ma sembra in contraddizione con le notizie: la nuova Costituzione contiene una clausola che invece di stabilire un criterio di parità descrive le donne come “complementari” alla figura maschile; un altro articolo definisce reato qualsiasi rapporto con Israele. E quanto a trasparenza non convincono proprio i giochetti per cui è svanito nel nulla, mentre la folla gridava “Obama Obama siamo tutti nuovi Osama” il capo dei “Partigiani della Sharia” Abu Iyad ricercato dalla polizia perchè aveva ispirato (o comandato?) gli attacchi legati al film su Maometto costati quattro morti innocenti. La polizia non ha potuto o non ha voluto arrestarlo benchè fosse a portata di mano.

In realtà, al di là dei conteggi, quello che deciderà il futuro è l’aria politica che spira: si capisce bene che andrà di male in peggio. Nel vento non soffia la parola democrazia. Mugghia invece un’onda alta che porta sempre più su l’islamismo jihadista e l’odio antioccidentale. I salafiti e Al Qaeda si organizzano chiedendo più Shaaria. Gli Hezbollah sciiti prendono la piazza subito dopo la partenza del Papa per predicare a immense folle l’odio e la guerra, proprio dove un minuto prima si predicava amore. Si vede il presidente egiziano Mursi che ci mette troppo tempo e troppo poco cuore a condannare gli assassinii di questi giorni. Fra un pò si dirà: si stava meglio anche quando si stava ancora peggio.  

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giuseppe casarini , binasco (MI)-Italia
 mercoledì 19 settembre 2012  16:31:25

Sante parole!shalom



shady , italia
 mercoledì 19 settembre 2012  13:23:49

Cara Fiamma, innanzitutto Shana Tovà. Ho letto il Tuo articolo e se posso vorrei esprimere un'opinione ottimista in questo generale clima di sfiducia generale. La passione con la quale abbiamo tutti guardato l'insperata Primavera Araba (chi se lo immaginava), in parte rispecchia una voglia in tutto il mondo di ribellione nei confronti dei sistemi in generale. Il fatto è che le popolazioni del mondo arabo non potevano restare per secoli sotto i dittatori e qualcuno o da soli si sono aiutati per ribellarsi. L'odio nei confronti di Israele, è presente anche in europa e va combattuto con i mezzi di conoscenza ed informazione. Nel mondo arabo invece i dittatori hanno insegnato già nei testi di scuola ad odiare Israele, laicamente sostituendo il diavolo con Israele. E' difficile cambiare questo odio con amore o indifferenza ma cambierà specie se Israele (come sono intimamente convinto) aiuterà queste popolazioni, poco alla volta. Il mondo Islamico mondiale è attraversato da una lotta intestina, e i fatti dell'11 settembre non possono che confermare la mia teoria: l'obbiettivo raggiunto distruggendo le torri era per fare vedere ai più deboli quale fosse la forza dell'islam intransigente. C'è l'altra parte dell'Islam, quella moderata e moderna, che comprende anche i nuovi governanti d'Egitto, che invece vuole vivere nel mondo moderno ed attuale e non può accettare dettami intransigenti. Dobbiamo, per amore nei confronti dell'umanità, desiderare il bene altrui senza necessariamente un torna conto nostro in occidente e considerare che non potevano queste popolazioni continuare a sottostare alla violenza soffocante degli apparati dei regimi dittatoriali. Un saluto e auguri nuovamente.



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