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PER I SONDAGGI AVRA’ 16 SEGGI MA POTREBBE ARRIVARE A 20, UNO IN PIU’ DELLA SINISTRA Israele, un terzo uomo tra Sharon e Mitzna Il leader del par tito Shinui, campione del laicismo, vuole sorpassare i laburisti

domenica 26 gennaio 2003 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME LE elezioni israeliane che avranno luogo martedì mostrano uno spettacolo inconsueto: un voto decisamente spostato a destra mentre gli elettori, compresi quelli che votano Likud (il partito di Sharon), sono ormai per la maggioranza convinti, secondo tutti i sondaggi, della necessità di uno Stato palestinese e di decisive concessioni territoriali. Ma la sinistra, che sotto la guida dell'inesperto Amram Mitzna, ex sindaco di Haifa e novellino della grande politica si è presentato con la piattaforma dell'accordo di Oslo, non ha convinto, dato il fallimento del passato; e Sharon, anche se su di lui pesano accuse ( non formalizzate) di corruzione, si avvantaggia dell'aver promesso uno Stato palestinese nella sua campagna elettorale pur restando il generale forte e il padre che promette protezione. Per ora i sondaggi gli danno più o meno 30 deputati, mentre i laburisti calerebbero al minimo storico di 19. Mitzna ha giurato di non entrare in un governo di coalizione, mentre il vecchio primo ministro rinnova profferte di collaborazione. Ma c'è chi aspetta dietro l'angolo, chi è certo di giocare il ruolo dell'asso pigliatutto, e che spera di diventare il segretario del secondo partito di Israele. Si chiama Tommy Lapid, è il leader dello Shinui, « cambiamento» , quello che ha fatto della laicità e dell’ assoluta divisione fra politica e Stato la sua bandiera: i sondaggi gli danno 16 seggi contro i sei attuali, ma c'è chi dice che Tommy potrebbe arrivare tranquillamente a 20, e fornire così a Sharon l'asse di un governo di coalizione laico che con la sua forza costringerebbe anche i laburisti a ripensarci. Una coalizione di Likud, laburisti e Shinui avrebbe 120 seggi, e rappresenterebbe la prima coalizione interamente laica della storia di Israele. Lapid ha 71 anni, è nato a Tomislav Lampel, una parte della Jugoslavia controllata spesso, nella storia, dall'Ungheria; suo padre, un famoso avvocato e giornalista, morì a Mauthausen; Lapid e sua madre sono sopravvissuti nel ghetto di Budapest quasi morendo di fame e sfuggendo per un soffio ai nazisti. Lapid ha ereditato da questa esperienza l'idea che gli ebrei non debbano mai più ridursi a una situazione imbelle, è un deciso sionista convinto della necessità di un Israele forte. Dal ‘ 48 vive nello Stato ebraico dove è diventato un famoso giornalista, ha diretto la tv di Stato e nel ‘ 99 ha fondato Shinui. E' di destra? I suoi nemici di sinistra, che sono molti, dicono decisamente di sì : lo ritengono antifemminista, antiomosessuale, anti-ebrei di origine sefardita, cioè provenienti dai Paesi arabi, antipalestinese, addittura razzista. Lapid nega di esserlo, spiega che la sua intenzione è solo quella di ridurre i religiosi a essere normali cittadini, e spiega che dall'idea di un grande Israele è passato alla convinzione che si debba tornare più o meno ai confini del '67. E' di sinistra? Lo sostengono soprattutto i religiosi che lo odiano per il suo laicismo senza frontiere, e che lo ritengono anche un nuovo tipo di antisemita. Tommy dice di loro: « Non sono loro i veri ebrei, quelli che non vanno nell'esercito e non pagano le tasse; non sono quelli con i riccioli laterali e l'abito nero. Io sono il vero ebreo moderno, l'occidentale secolare ricco della sua tradizione culturale, che crede nella democrazia e non fa eccezioni per nessuno mentre difende il suo Paese» . Ma il rabbino Jonathan Rosenblum parlando di lui lo accusa: « Lapid traffica senza vergogna con gli stessi stereotipi sugli ebrei religiosi che gli antisemiti impiegavano una volta contro gli ebrei» . In realtà tutte le parti hanno paura di Tommy Lapid, che può prendere voti da destra, dal centro e da sinistra. Da destra, perché c'è chi si è stancato, in tempi di Intifada, della renitenza alla leva dei religiosi e perché la corruzione del Likud ha disgustato molti. Dal centro, perché là si assiepa la classe media secolare, i cittadini di Tel Aviv liberi professionisti e intellettuali, e anche perché Lapid è uno di loro, un professionista, una persona decisamente pulita; pungente e aspro com'è , ha l'aria comunque di punire i politicanti tradizionali. Da sinistra, perché i votanti di quella parte sono comunque in cerca di un approdo antireligioso, e in mancanza di una prospettiva di pace, chi è di sinistra può scegliere, per consolarsi, con Shinui una prospettiva di laicismo. I religiosi però hanno le loro carte: proprio nel fine settimana un gruppo di rabbini di Yesha, l'organizzazione che riunisce gli insediamenti, ha incontrato Sharon e gli ha chiesto, per poter seguitare a sostenerlo come ai tempi della passata elezione, di riaprire agli ebrei la Spianata delle Moschee, che, come si sa, è anche quella del Tempio di Salomone e poi del Secondo tempio. Sarebbe certo una mossa molto azzardata, ma Sharon ha detto che come ai tempi della fatidica passeggiata prima dell'Intifada, è sempre convinto che gli ebrei debbano avere accesso alla Spianata. Quello che è certo è che la comunità religiosa di destra è ancora molto potente: senza la tradizione religiosa è possibile che Sharon si senta nudo.

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