PARLA IL MASSIMO ESPERTO ISRAELIANO DI TERRORISMO « L’ operazione sc udo di Sharon per noi è stata un successo» Boaz Ganor: « Gli attentati pro seguono, tuttavia la capacità militare dei gruppi suicidi è stata rido ta e la prevenzione adesso funziona»
lunedì 27 maggio 2002 La Stampa 0 commenti
                
IN pochi giorni, dalla fine dell'operazione « scudo di difesa» , in 
Israele 
si sono susseguiti otto attentati terroristi suicidi, due dei quali a 
Rishon 
Le Tzion, dove le vittime sono state, donne, vecchi e ragazzini che 
giocavano a carte o a scacchi, in una sala e in un giardino pubblico, 
sulle 
scacchiere e i tavoli di pietra per i pensionati delle notti estive. 
Anche 
Natania, che aveva subito il tragico attentato di Pasqua, è stata 
colpita 
ancora una volta. C'è stato anche un tentativo di terrorismo 
catastrofico 
contro i depositi di benzina di Glilot. In seguito, l'esercito 
israeliano è 
rientrato a Tulkarem, dove ha perso un soldato di 23 anni, e a 
Betlemme, 
dove ha arrestato un sospetto terrorista e scoperto alcune fabbriche 
di armi 
pesanti. Sabato infine, una macchina era stata fermata con cinque 
uomini 
dentro: uno, era un ragazzo di sedici anni con una cintura esplosiva 
addosso, pronto a morire e a uccidere, salvato dalla polizia 
israeliana e 
arrestato. 
Dunque l'attacco militare non è servito? Lo chiediamo a colui che è 
forse 
oggi il più richiesto esperto di terrorismo, consulente dell’ attuale 
primo 
ministro e anche dei primi ministri precedenti, non importa se di 
destra o 
di sinistra, il dottor Boaz Ganor, direttore del Centro 
Internazionale per 
la Politica Antiterrorista di Hertzlya, a due passi dall'edificio del 
Mossad. 
Dottor Ganor, molti ripetono che la forza militare contro il terrore 
non 
serve. E' davvero così ? 
« Nel terrorismo ci sono due fattori determinanti. La motivazione e la 
possibilità di perpetrare attacchi. Arafat non ha combattuto le 
infrastrutture: la capacità è cresciuta. Fino all'Intifada, quanto a 
possibilità , le strutture sono state così forti da poter fare due, 
tre 
attentati al giorno. Ma, salvo per periodi delimitati come durante le 
elezioni che portarono a sostituire Peres con Netanyahu, la fragilità 
delle 
motivazioni ha tenuto il volume relativamente basso. Poi è venuto il 
via di 
Arafat, di nuovo il terrore ha rovesciato un primo ministro (di nuovo 
di 
sinistra!) Ehud Barak; la motivazione si è alzata moltissimo e le 
strutture 
erano intatte, e fino a oggi non sono state toccate dalla leadership 
attuale. Ma il governo ha cambiato linea: invece di seguitare a 
cercare di 
cambiare le motivazioni con una serie di concessioni che non 
portavano a 
nulla, di fronte al bagno di sangue che abbiamo subito si è deciso ad 
agire 
per abbassare le possibilità di commettere attentati suicidi. E 
l'operazione 
contro le strutture, ovvero la capacità operativa, è riuscita» . 
Con otto attentati gravi in poche settimane? 
« Ma gli attentati che non hanno funzionato, che sono stati fermati 
per 
strada, sono stati la bellezza di 37. Dunque ricapitoliamo: abbiamo 
colpito 
molto bene quanto a infrastrutture, fabbriche d'armi, depositi di 
munizioni; 
abbiamo arrestato molti terroristi, abbiamo scoperto molti aspetti 
amministrativi del terrore che indicano da dove viene il denaro, 
ovvero in 
buona parte dalle casse dell'Autonomia stessa, da dove vengono le 
armi, e 
anche quali sono i rapporti internazionali che finanziano il 
terrorismo. 
Questo consente di prevenire tanti attentati. Ma soprattutto la 
nostra 
grande acquisizione è stata quella di inestimabili fonti di 
intelligence, 
che aiutano sopra ogni altra cosa perché permettono di prevenire» . 
Se lei è soddisfatto, questo vuol dire che siete tragicamente 
destinati a un 
tasso di terrorismo sempre presente.. 
« Non la metterei così : direi però che lo scopo dell'attuale impresa 
militare 
era ridurre il livello degli attentati, e questo è avvenuto. Per chi 
li 
soffre, un attentato la settimana invece di tre al giorno è già 
qualcosa. 
Bisogna capire che è intatta la motivazione: Arafat seguita in cuor 
suo a 
pensare che col terrorismo otterrà una situazione così grave, che il 
mondo 
sarà costretto a intervenire e lui potrà ottenere tutto quello che 
vuole, 
compreso il ritorno dei profughi. Quindi, non importa quello che può 
dire 
occasionalmente quando poi invita al “ martirio", vuole essere lui 
stesso un 
“ martire" e i giornali esaltano i suicidi senza eccezioni. La tv 
palestinese 
manda in onda senza sosta una scena in cui una ragazza viene uccisa a 
sangue 
freddo da un soldato israeliano, e, bellissima, sale in paradiso dove 
la 
raggiunge il fidanzato che fra canti e nuvole di gloria, a sua volta 
è 
divenuto martire per aver voluto vendicare la ragazza con un 
attentato. 
Finché il fattore motivazione non viene combattuto dalla leadership, 
e 
Arafat a meno di cambiamenti radicali non sembra essere intenzionato, 
dobbiamo limitarci a cercare di difenderci al meglio» . 
Ma la pace, la trattativa sui territori non potrebbero essere il vero 
deterrente? Non è in vista il summit indetto dagli Usa e i sauditi? 
« Spero di sì . Anche per me la trattativa è altamente desiderabile, 
anzi 
indispensabile. Ma non abbiamo un interlocutore, finché i ragazzi 
saltano 
per aria negli autobus, i bambini muoiono mangiando una pizza, le 
madri 
mentre comprano il cibo al supermarket. Quale stato tratterebbe con 
fiducia 
con chi ne falcia premeditatamente i civili? Da sette anni, noi 
proponiamo 
pace e ci si risponde col terrorismo» . 
Cosa pensa dell'accoglienza e anche dei tentennamenti dell'Europa 
circa i 
palestinesi della Chiesa della Natività ? 
« Capisco che l'Europa abbia molte preoccupazioni, e che l'Italia le 
condivida. Penso che i tredici sono personaggi che hanno compiuto 
atti molto 
sanguinosi, di cui abbiamo le prove. Dunque, perché non trovare il 
nodo 
giuridico che ne consenta un processo, ovunque debba avvenire? Il 
terrorismo 
è un crimine contro l'umanità che il mondo intero riconosce» . 
            