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Palestinesi increduli davanti al crollo delle loro speranze di riv alsa diario israeliano

venerdì 11 aprile 2003 La Stampa 0 commenti
MI ricordo che nel 1967 un giornalista egiziano, Ahmed Said, ripeteva alla radio che gli aerei israeliani cadevano come mosche mentre l’ esercito di Nasser era già a pezzi. Di nuovo siamo caduti prigionieri delle nostre stesse menzogne. Avevo detto ai miei figli di non guardare le stazioni arabe per sapere come stanno le cose, ma era troppo bello sognare la vittoria» . Così parla Abed al’ Zamel, un vecchio insegnante di Silwad, vicino a Ramallah. I palestinesi, così come il resto del mondo arabo, sono costernati. Per ore sono rimasti come ipnotizzati a fissare la tv che mandava in onda le loro peggiori fantasie: la statua del Raí ss con la bandiera americana sulla testa, il popolo della culla della civiltà mediorentale che, con le scarpe, in segno di massimo disprezzo, batte il volto dell’ ex sovrano assoluto. I palestinesi non sanno come prendere la sconfitta irachena: « Noi abbiamo combattuto 20 giorni a Jenin, cosa hanno combinato laggiù con tutti i loro soldati e le loro armi di distruzione di massa?» , si chiedono. E parlano di « tradimento» . Il giornale Al Hajat Al Jadida è uscito con una vignetta tragica dove tutta la Nazione araba piange su Baghdad; Al Ayyam è uscito listato a lutto. Un centro di raccolta di aiuti per gli iracheni è stato smantellato. I palestinesi non reagiscono diversamente dai siriani o dai sauditi. Si sperava che questa guerra aprisse la strada della riscossa per l’ orgoglio e la forza della Nazione araba spodestata e umiliata. Saddam era l’ eroe che si ergeva solo e forte contro gli americani e quindi, secondo i palestinesi, anche contro Israele. Di nuovo, come nell’ ultima Intifada, è accaduto ciò che a occhi occidentali sembra incomprensibile: Come ha potuto pensare Arafat di spezzare gli israeliani col terrorismo? Come immaginò Nasser nel ‘ 56 e nel ‘ 67 di distruggere Israele? Eppure gli arabi hanno sognato la vittoria, o almeno un lunga guerra onorevole. Invece la strada della forza si è rivelata deludente. Chissà che il processo di pace non torni di moda.

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