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Oz, pacifista contestato La destra insorge per il "Premio Israele"

martedì 10 marzo 1998 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME ALLA fine, come tutto ciò che ha fatto nella vita, anche la brutta avventura di ieri brillerà come una medaglia sul suo petto di grande scrittore israeliano e di carrista abbronzato, sempre, da giovane, nelle unità combattenti dell'esercito; e tuttavia sempre il padre fondatore di "Pace Adesso". Amos Oz sarebbe stato insignito a settimane del Premio Israele per la letteratura e probabilmente lo sarà comunque: nessuno può negare il più alto riconoscimento letterario a un autore, paragonato a Dostoevskij dalla critica di tutto il mondo e nello stesso tempo talmente israeliano nel cuore e nei tratti, quanto Oz. Ma Zvi Hendel, deputato del Mafdal, il partito nazionalista religioso, ha provato a impugnare il Premio - quest'anno particolarmente importante dati i 50 anni dello Stato d'Israele - presentando all'Alta Corte di giustizia uno scritto pubblicato da Oz dieci anni fa: vi si attaccano duramente i coloni, ma specialmente il movimento razzista del defunto rabbino Kahana. È facile leggere nel gesto del deputato eletto dai coloni, che quasi certamente resterà senza effetto, e che subito ha suscitato una levata di scudi dei difensori della libertà d'espressione, una vendetta del nuovo establishment di destra, contro quello che è sempre stato ritenuto anche dai suoi amici il cocco della classe dirigente di sinistra. Oz ha 58 anni e vive, come dettano i principi del sionismo puro e socialista di David Ben Gurion, nel deserto del Negev dove l'aria è pura e c'è posto per tutti, ebrei, beduini, palestinesi. Negli Anni 60 ha fondato "Pace Adesso" con altri scrittori (Yehoshua, Grossman) capace di porgere al mondo la normalità sofferente controversa d'Israele più che il suo mito e il suo eroismo. Quando criticava con parole asperrime Begin per la guerra del Libano, il primo ministro di destra lo invitava a casa, e ci discuteva per ore. Ora, l'accanimento della lotta con una classe dirigente che vuole conquistare anche l'intoccabile montagna della cultura non può altro che aiutarlo ad aver più fama letteraria, e certamente più rispetto politico. Fiamma Nirenstein

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