Obama vede Rouhani. Speranza (vana) di un Iran democratico
venerdì 20 settembre 2013 Il Giornale 2 commenti
Il Giornale, 20 settembre 2013Dopo un misterioso scambio di lettere pare che Obama e Rouhani si incontreranno a New York all’ONU già martedì o mercoledì prossimo. Un incontro fatale, piace immaginare. Scoppierà la pace, come dice il Papa? L’Iran dimostrerà un’incredibile apertura nei confronti delle richieste di bloccare l’assemblaggio dell’atomica? Smantellerà le centrifughe? Smetterà di impiccare gli omosessuali? Libererà le donne dall’oppressione? Hassan Rouhani sembra maestro nel suk: si attrae il compratore con una tazza di tè alla menta, ci si siede rilassati, si sorride, la merce diventa così affascinante che non si oserà mai negare il prezzo richiesto. Se l’affare fallisce, è solo colpa tua, lui era così carino.
Negli ultimi giorni l’Iran ha dichiarato per bocca di Rouhani tutta la sua disponibilità a farsi togliere le sanzioni economiche. Ha anche funzionato da ponte con Assad, sembra: senza i suoi ordini Assad non avrebbe intrapreso la strada del compromesso, l’Iran lo arma fino ai denti. Ma sulle cose serie, non si sa se chiuderebbe le centrali, se consegnerebbe l’uranio arricchito, se rinuncerebbe alla bomba... Ieri in un’intervista all’NBC Rouhani ha detto che il suo Paese cerca “pace e amicizia”, ma ha aggiunto che Israele porta instabilità nel Medio Oriente perché è un “occupante”, non si sa con quali conseguenze per l’Iran voleva solo distruggerlo; non ha risposto alla domanda se neghi la Shoah come Ahmadinejad, perché lui “non è uno storico”.
Sui diritti civili ha detto che vuole che la sua gente sia “completamente libera”: aspettiamo specifiche sulle donne, il diritto di opinione, la libertà sessuale. Dunque, solo parole e anche quelle poco significative: ma ci piace sognare. Non sarebbe tanto difficile capire le intenzioni di Rouhani se non stessimo mangiandoci le unghie nella speranza che sia buono. Anche il supremo leader Khamenei l’ha spiegato: ha detto che ci vuole “eroica flessibilità” e poi ha aggiunto che tuttavia “non bisogna dimenticarsi chi è il nemico e qual è lo scopo principale”. Scusi, lo dice anche a noi?
venerdì 20 settembre 2013 21:41:57
Chi sa che cos'e' la takyia non ci casca, Obama non sa che cos'e'.
Anna Maria Mileti , Italia
venerdì 20 settembre 2013 09:29:57
Sognare che si ricominci a dialogare con se stessi e tra i Paesi è bello; sognare che si riconoscano l'esistenza di tutte le civiltà è bello; sognare di abbandonare le armi, con le loro ombre di sangue, di enorme sofferenza è bello; sognare che si concretizzino positivamente timidi segnali di apertura e di amicizia è bello; sognare la promozione dell'eguaglianza tra uomini e donne in ogni Stato, il superamento della strutture patriarcali e tribali in ogni Stato, l'abolizione della poligamia e di ogni violenza sulle donne in ogni Stato è bello. E' ora però di vedere realizzati ovunque questi sogni per essere degni di essere chiamati persone umane, Stati civili, fondatori di un futuro per i figli di tutti.