Obama elefante nella cristalleria mediorientale
Il Giornale, 1 febbraio 2011
Il presidente americano Obama dovrebbe smetterla di pasticciare col Medio Oriente, di cambiare posizione due volte in due giorni sulla più grave delle situazioni sul tappeto della pace mondiale, il futuro dell’Egitto. Dovrebbe smetterla di mettersi in relazione con il bene assoluto invece che con quello della sua nazione e di tutto il mondo che, dietro agli Usa, crede nella libertà, nel libero mercato, nella monogamia, nei diritti delle donne. Che frivolezza è mai questa? Che razza di informazioni ha la signora Clinton quando ci dice che «Non importa chi detiene il potere (comunque, non si sa mai, magari Mubarak la sfanga, sembra sottintendere questa frase ndr), il punto è come risponderemo ai legittimi bisogni e alle lagnanze del popolo egiziano». Ottimo, ma Obama, che ha dato questa linea mollando il suo alleato di sempre, il suo punto di riferimento nel mondo arabo dopo parecchie ore di incertezza, lo sa che fra le “lagnanze”, le più dure (ormai comuni in piazza) oltre che contro Mubarak, inveiscono contro gli Usa e Israele, e contro il mondo occidentale in generale? Lo sa che questa grande rivoluzione di piazza, che nella nostra visione ha soprattutto connotati sociali, deve invece essere misurata su connotati culturali islamici completamente diversi? O dobbiamo seguitare a fingere che si parli solo di pane e di lavoro, elementi senz’altro rilevanti?
Ma ci richiama alla realtà il sito jihadista salafita Minbar Al Tawhid dove il prominente clerico Abu Mundhit Al Shinqiti raccomanda di partecipare alle manifestazioni spiegando: «Siamo sull’orlo di uno stadio storico per la nazione islamica, la caduta del regime egiziano sarà simile al terremoto dell’11 di settembre». L’11 di settembre, Presidente! Obama dovrebbe ascoltare il chiaro suggerimento di Al Shinqiti. Sa che in queste ore fra le varie forze in campo si gioca la trattativa per un governo in cui la Fratellanza Musulmana dovrebbe avere un ruolo preminente? Che l’abbiamo attraversata di già, con gli Hezbollah in Libano, questa fase “democratica”? Sa che gli slogan nelle piazze hanno un carattere sempre più antiamericano e antisraeliano, fino all’odio classico dei movimenti ideologici dei nostri tempi, sempre più grandi, sempre più sorretti da stati come l’Iran o la Siria? La piazza egiziana dice e scrive sui muri: «Gli Usa sostengono il regime, non il popolo»; per Mubarak hanno scritto sul ponte più grande del Cairo «Traditore, vattene in Israele»; e «Questa è la fine di tutti gli ebrei». Al Jazeera, presenta al pubblico “esperti” come l’ex membro del parlamento israeliano, il palestinese Azmi Bishara, fuggito dopo essere stato accusato di spionaggio a favore degli Hezbollah durante la guerra del 2006. Spiega che la lobby sionista Usa è quella che sorregge Mubarak.
Obama non vede quello che ha combinato in Medio Oriente con la sua piacioneria? Ha lasciato, fingendo di sostenere il governo libanese, che gli Hezbollah ne facessero una colonia iraniano-siriana; ha rafforzato il potere di Assad, un dittatore che adesso spiega che la Siria è stabile perché ha evitato ogni accordo di pace con Israele. Obama ha lasciato che la Turchia scegliesse la sponda islamista. Ha abbandonato Israele ai lupi, con varie sdolcinatezze su qualche appartamento a Gerusalemme est senza mai accorgersi che il Maghreb, l’Egitto, la Giordania stavano prendendo fuoco.
Magari le rivoluzioni democratiche fossero avvenute perché Obama, come George Bush, ha scelto la via dei dissidenti. Al contrario, quando i dissidenti erano là a centinaia di migliaia nelle piazze di Teheran, Obama li ha piantati in asso. Quali dissidenti adesso sta aiutando Obama con la sua presa di posizione anti leadeshisp egiziana? Non certo Saad Eddin Ibrahim, non Ayman Nur, disperati democratici spesso incarcerati. Obama non ha mai seriamente cercato di aiutarli di fronte allo strapotere di Mubarak. Oggi, inutile invocare la democrazia senza averne preparato le infrastrutture. La transizione non fa sconti; le elezioni, come è accaduto con Hamas, diventano sovente un’acuta arma contro il popolo stesso. Sarebbe un bel risultato per Obama, adesso, farfalleggiare con i diritti umani mentre va al potere un popolo che per il 59 per cento preferisce l’islamizzazione e per il 29 la modernizzazione; che per l’82 per cento è per la lapidazione a chi commette adulterio e per l’84 chiede la pena di morte per chi cambia religione. Obama le legge le famose “Pew poll”? Le legga, il presidente americano, e smetta di inchinarsi al re saudita come fece a Riad; di inchinarsi all’Islam come fece all’Università di Al Azhar al Cairo; allo status quo in Iran; e ai dimostranti egiziani, senza indagare il futuro.
Se gli salta la pace fra Egitto e Israele, come quasi tutti gli analisti israeliani temono, se salta l’unico pilastro della stabilità mediorientale contro lo strapotere iraniano, degli Hezbollah, di Hamas, dei Fratelli Mussulmani, Mr Obama, mentre l’Afghanistan trema, che cosa farà contro l’Islam estremo? Almeno, condottiero del mondo, ci dia qualche spunto per garantire che non avremo in regalo un Iran numero due da questa rivoluzione.
Obama: bull in the Mideast china shop
Il Giornale, 1 February 2011
US president Obama should stop making a mess in the Middle East and changing his position twice in two days around the most serious situation facing world peace—the future of Egypt. He should stop using Absolute Good as his point of reference, instead of the good of his country and of the rest of the world which, behind the US, believes in freedom, free market, monogamy and rights of women. What does he think he’s playing with? What kind of information has Mrs. Clinton when she tells us, “It doesn’t matter who's in power [however, who knows, maybe Mubarak will pull through, she seems to be hinting—ed.], the point is how we respond to the legitimate needs and complaints of the Egyptian people". Fine, but does Obama—who in offering this line after a number of hours of uncertainty, dumped his long-time ally, his point-of-reference in the Arab world —know that among the “complaints”, the toughest ones (commonly seen in the streets) are not only against Mubarak, but against the US and Israel, and the Western world in general? Does he know that this great revolution in the streets, that according to our cultural parameters has something to do above all with social issues, must instead be evaluated in terms of a completely different Islamic and Arab culture? Or must we continue to pretend that the crowd in the squares is only talking about bread and job?
Calling us back to reality is the Salaphite jihadist website Minbar Al Tawhid where prominent cleric Abu Mundhit Al Shinqiti recommends to participate in the demonstrations, explaining: “We are on the brink of an historic phase for the Islamic nation, the fall of the Egyptian regime will be similar to the earthquake of September 11th.”
9/11, President! Obama should listen to Al Shinqiti's clear hint. Does he know that now the various forces in play are jockeying in the negotiations for a government in which the Muslim Brotherhood should have a prominent role? That we have already experienced with Hezbollah in Lebanon the “democratic” phase that he reccomends now in Egypt? Does he know that the slogans on the street have an increasingly anti-American and anti-Israeli stamp, up to and including the classic hate of the ideological movements of our day, that continue to grow and be supported by states such as Iran and Syria? The Egyptians in the streets say and write on walls: “The US supports the regime, not the people”; for Mubarak, they wrote on Cairo’s largest bridge: “Traitor, go to Israel”; and “This is the end of all Jews”. Al Jazeera presents to its audiences “experts” such as the former member of the Israeli Parliament, Palestinian Azmi Bishara who fled after having been accused of spying for Hezbollah during the war in 2006. He explains that it is the Zionist Lobby in the US holding up Mubarak.
Can’t Obama see what his nice guy approach has caused in the Middle East? While pretending to support the Lebanese government, he has allowed Hezbollah to make of it an Iranian-Syrian colony; he has buttressed the power of Assad, a dictator who now explains that Syria is stable because it has avoided any kind of peace agreement with Israel. Obama allowed Turkey to choose the Islamist side. He has left Israel to the wolves, banally dealing with a handful of apartments in East Jerusalem, without ever noticing that the Maghreb, Egypt and Jordan were about to flare.
If only the democratic revolutions had taken place because Obama, like George Bush, chose the road of the dissidents... Quite the contrary. When hundreds of thousands dissidents were there in the streets of Teheran, Obama deserted them. What dissidents is Obama helping through his position against the Egyptian leadership? Certainly not Saad Eddin Ibrahim or Ayman Nur, committed democrats who often found themselves in the Egyptian jails. Obama has never seriously attempted to help them against Mubarak's abuse of power. Now, it is useless calling on democracy without having prepared the groundwork. Transitions don't make discounts. Elections, as happened with Hamas, often become a double-edged weapon against the people themselves. What a great result for Obama now to play around with human rights while 59% of the people coming to power prefer Islamization and only 29% modernization; 82% support stoning adulterers to death and 84% want death penalty for those who change religion. Has Obama read the famous "Pew poll"? The American president should read it and stop kowtowing before the Saudi king as he did in Riyadh, before Islam, as he did at Al Azhar University in Cairo, before the status quo in Iran, or Egyptian demonstrators, without a thought about the future.
If the peace agreement between Egypt and Israel falls apart, as virtually all Israeli experts fear, if the only pillar of stability in the Middle East against the extreme power of Iran, Hezbollah, Hamas and the Muslin Brotherhood collapses, and as Afghanistan trembles, what will Mr. Obama do against Muslim extremists? His job is just to give us some guarantees that the outcome of this revolution will not be a replay of Iran.
Come sempre un'accurato ed acuto esame della situazione mediorientale
bruno , pomezia
E' un Obama usa e getta.Chissà cosa ne pensa il Congresso.
loris , Bolzano
Carissima On. Nirenstein è da un pezzo che si è capito che Obama è il cavallo di Troia dell'Occidente ed è parte integrante della fratellanza musulmana. La signora Clinton con le sue azioni dimostra una assoluta incapacità politica ed analitica degli scenari mondiali ma Obama Hussein se la ride alla grande!!!!Obama Hussein personaggio sinistro della storia!
Eliyahu , Gerusalemme Israele
Obama sembra pazzo, he seems crazy. Le sue azioni sembrano pazze. His actions seem mad. Ma, come ha detto Shakespeare: Methinks there is a method to his madness. altrimenti detto, io penso che c'e` un fine nella sua follia. Lui e` discepolo di Zbigniew Brzezinski. Cio` che face Obama e` la teoria di Zbig. La porta a termine. Zbig voleva e vuole causare la salita del fondamentalismo, del fanaticismo islamico. Gia` lo ha fatto in Iran e in Afghanistan. E il mondo ne soffre. Una situazione molta pericolosa.
stefano , usa
Ancora una volta sono profondamente deluso da Obama e non lo votero` mai piu`.Questo presidente segue la lobby araba molto di piu` dei suoi predecessori. Il confronto con Carter e` scontato.Israele ha sempre piu` bisogno di noi e noi abbiamo sempre piu` bisogno di Israele!
Peter Rothberg , Israel POB 697
Gracias Carra FIAMA Obama will stop making a mess the world over only when he leaves the Office in 2012 .The flames of Egyption Islamic revolt was fanned from the sparks of Obama's defearist speech at Cairo University That what happens when the Free World doesn't have a Leader anymore and the Great American Nation doesn't have a President who represents its straregig interests .Peter Rothberg
dr.adriana katz , israel ashkelon sderot
cara fiamma,l'avevo dichiarato in passato,anche qui,provengo dalla sinistra,come quasi tutti gli intelletuali che negli anni settanta erano studenti,io lo ero a padova.arrivata in israele,nel sud,lavorando a sderot e confrontandomi con la realta incredibilmente dolorosa,umigliante e quasi senza speranza che la popolazione civile deve affrontare per piu di dieci anni,senza che la cosa disturbi troppo ne la ue, ne gli usa,sto chiedendo me e il mondo cos'altro deve ancora succedere per capire che la democrazia,purtroppo,non sta bene a tutti,lo vediamo in irak,iran,gaza e fra un po in tutto il medio oriente.non avrei mai pensato che un giorno potrei parlare cosi,eppure...e per la prima volta che sento veramente paura,paura di un mondo che,come allora,non capisce e non vuole capire,della demagogia degli antisemiti e sopratutto degli ebrei che hanno la mia stessa opinione di prima che venissi a vivere qui,che se israele non ci sara piu,non potrebbero forse,seguire a viverenei posti che ci vivono oggi,criticando e portare avanti un discorso che nuoce giorno per giorno all'esistenza stessa di questo posto cosi tormentato.
Bernice Dubois , Paris, France
Thank you for your lucidity and your firmness.If only there were more like you.Bon courage.
ing. Luigi Mancini , Roma
Obama non ha il coraggio di dire di 'no' a se stesso.
Dova Cahan , Tel Aviv
Obama come Carter portano in testa in Fondamentalismo IslamicoChiunque vede gli scritti sui muri al Cairo, vede che l'Egitto sta diventado Musulmana Fondamentalista proprio come l'Iran di Khomeini sotto Hitler. Khomeini e stato il primo Iraniano che ha guidato una sanguinosa rivoluzione islamica contro gli ebrei, Israele e l'America sin dal 1979 ..ed oggi tutte le nazioni democratichene ne risentonoi! La Rivoluzione Iraniana era contro lo Scià che aveva in realtà anche relazioni amichevoli sia con Israele e che con l' America. La Fratellanza Musulmana e` un pericolo eminente. Un'altra cosa simile è che, proprio come il Presidente Carter fece pressioni sullo Scià di consentire all'Islamico Khomeini Hitler di prendere il potere e costringere lo Scià di lasciare il trono, cosi Obama sta facendo oggi con Mubarak, lo incita adiabbandonare l'Egitto ...cosi avremo una nuova versione di Khomeini in Egitto...
Annalisa Robinson , Cambridge (UK)
Bravissima Fiamma,Ha dato espressione allo sgomento di tanti davanti alla mancanza di responsabilita' dimostrata dall'Amministrazione Obama rispetto al Medio Oriente. A parte le belle e democratiche parole, c'è un vuoto di contenuti concreti che si sta riempiendo di presenze inquietanti tutt'altro che belle e democratiche. A volte si ha veramente la sensazione che al Presidente USA non gliene importi molto, anzi che l'intera questione mediorientale sia quasi una seccatura.
marco marozzi , san josè Costa Rica
sembra che la politica di "HUSSEIN" Obama sia concordata con Teheran......purtroppo.Mi meraviglio che negli Stati Uniti nessuno cerchi di iniziare a fermare questa politica suicida per le libertà.M.M.