Obama e il Nobel: un regalo a chi vuole gli Usa più deboli
sabato 10 ottobre 2009 Il Giornale 6 commenti
Il Giornale, 10 ottobre 2009Fossi Barack Obama, mi si scusi l’azzardo, direi al comitato che mi ha assegnato il premio Nobel per la pace: «Gentilissimi signori, è meraviglioso quello che mi capita, e ve ne sono grato: ma fatemi un piacere tenetevi in un cassetto questo premio, assegnatelo magari a un’afghana, che in questo momento laggiù le donne ne hanno parecchio bisogno: conservatemelo per il prossimo anno. Se me lo sarò meritato, lo verrò a ritirare». Ma Barack è Barack, e si vede benissimo che il suo modo di vedere se stesso è quello di chi pensa che qualsiasi lode, qualsiasi onore, sia un po’ meno di quel che si merita. Che è la sua essenza, progressista e finalmente realizzatrice della riscossa di neri americani, che merita il Nobel: e non ci convincono le sue parole di modestia. Obama fin dal primo giorno è stato gratificato di aspettative gigantesche, che egli ha alimentato con toni messianici e palingenetici, ovvero suggerendo sempre che ora che era arrivato lui cambia tutto.
E la giuria del Nobel, ci crede. Perché è chiaro che questo premio gli viene dato non certamente per quel che ha fatto, ma per ciò che Obama è. Il povero Bill Clinton che ha lavorato anni e anni con le unghie e con i denti a cercare la pace in Medio Oriente e in Irlanda non ha avuto il premio. È vero che non ce l’ha fatta, ma almeno ha sudato parecchio. La sua intenzione era molto più chiara e anche più articolata, per esempio, di quella di Obama. Obama invece si è insediato solo due settimane prima della deadline delle nomination, il 2 di febbraio, eppure con intuizione profetica il comitato già sapeva con quale uomo di pace aveva a che fare. Per favore. Il premio a Obama deriva da una valutazione di immagine, valorizza la parte iconografica del personaggio. E il resto dei motivi è populista, e questo non fa bene né a Obama né alla pace. In inglese si chiama politically correct. In italiano, è basso senso comune. Non c’è nulla come la pace che faccia alzare gli occhi al cielo in un virtuoso sospiro di afflato universale.
Obama per questo ha preso il premio Nobel. Per una serie, per ora, di pie illusioni: ha predicato il multilateralismo mentre tutti quelli che avrebbero dovuto partecipare al suo progetto di pace universale continuano diritti sulla loro strada; ha fatto come se fosse aperta una porta per parlare con l’islamismo anche quello più estremo, e i terroristi non risulta davvero che abbiano cambiato idea. Perché si è stranamente semigenuflesso di fronte a un sovrano saudita; perché durante il discorso del Cairo si è immaginato che il sincretismo che è nella sua biografia fosse trasferibile al mondo intero, che bastasse dire io ho fatto del male a te tu a me, ma ora c’è Obama, vogliamoci bene; perché è sembrato molto sicuro di sé nell’azzardo di parlare con Ahmadinejad ottenendo tuttavia a Ginevra durante i colloqui dei risultati alquanto dubbi e anche pericolosi. Obama ha promesso di chiudere Guantanamo e poi non ce l’ha fatta, si dibatte nella morsa della guerra in Afghanistan ripercorrendo di fatto le orme di George Bush. All’incontro di Pittsburgh, dopo il discorsone universale dell’Onu, è stato costretto ad annunciare la centrale nucleare segreta iraniana di Qom.
Obama invece di una guerra preventiva non fa che promettere una pace preventiva: e fa specie che non si renda conto che se lo stallo della sua pace preventiva dovesse portare invece alla bomba atomica iraniana, questo creerebbe una quasi certa prospettiva di guerra. O che Israele infatti sarebbe costretta ad affrontare il problema da sola con un attacco cui seguirebbe una risposta balistica; o che gli Usa stessi, come suggerisce l’ordinazione di una micidiale bomba che distrugge i bunker annunciata dal Pentagono, deciderebbero di agire. Altrimenti, l’Iran potrebbe tentare delle azioni di disturbo che metterebbero a ferro e fuoco il Medio Oriente per misurare la sua nuova potenza. E comunque, l’atmosfera di paura indotta da questo nuovo clima di pace obamiana è tale che la corsa alle armi, anche atomiche, nei paesi arabi è cresciuta verticalmente.
Obama nella sua reazione al premio Nobel non ha potuto fare a meno di menzionare di nuovo la questione israelo-palestinese. Niente è più insicuro che puntare su una pace fra Netanyahu e Abu Mazen mentre Hamas è al potere a Gaza, niente è più fallace che creare un’opinione pubblica che si immagina che se Israele cederà territori allora cesseranno tutti gli scontri col mondo islamico, quelli talebani, quelli con Al Qaida, quelli con Hezbollah, e anche il terrore nelle città occidentali... La pace di Obama oltretutto è molto delimitata, non contempla quelle zone in cui la realpolitik ne potrebbe essere danneggiata, come per esempio la guerra del Darfur, o quella dei cinesi contro gli uiguri, o quella in Yemen... La sua idea di un mondo felice non si occupa molto di diritti umani: solo due giorni fa Obama non ha trovato il tempo che si ricevesse il Dalai Lama alla Casa Bianca, primo rifiuto in 18 anni; mai lo si è sentito davvero impegnato per salvaguardare i diritti dei perseguitati, uccisi, torturati, del regime iraniano, e ultimamente i fondi di alcune organizzazioni di dissidenti sono stati tagliati. Obama si prende il Nobel come un giornalista si prenderebbe un Pulitzer sul progetto di un’inchiesta, o di un libro. Buon per lui, peggio per i lettori.
martedì 13 ottobre 2009 10:04:38
La tua analisi conferma il bisogno che abbiamo di ripulire la nostra mente dai luoghi comuni e ipocriti, i luoghi dell'apparire, che imperversano in questo mondo e che vorrebbero continuamente farci confondere il bene con il male e viceversa. Non ho niente contro Obama ma di certo questa è stato un'ottima occasione per verificare quanto la sua immagine venga manipolata per continuare a dirigere la fede di tanti poveri ingenui ma anche altrettanti di ideologi accecati. Questo è di certo un tempo che richiede un maggior coinvolgimento da parte di tutti, con senso di responsabilità, impegno e una presa di posizione franca davanti alle menzogne dilaganti. Auguro buon lavoro a tutti, Silvia
Amo Fuchs , Israele
lunedì 12 ottobre 2009 14:38:53
Obama non ha ricevuto il Nobel per quello che e' stato fatto, come chiede il regolamento.Obama ha ricevuto il premio in procura per quello che e' stato fatto, dall'elettorato americano, che lo hanno votato quale "anti-Bussh".Una specie di "quality seal europeo" per gli amricani.Chi ha fatto piu' di ogni altro contro la guerra nel secolo scorso era Churchill.Che non era pacifista, percio' non pote' ricevere il premio della pace.Gli hanno dat il premio per la letteratura.Churchill padroneggiava a meraviglia l'ingle, ma il suo output letterario erano le suo memorie, e gli articoli da giovane giornalista, su campi di battaglia.Avrebbero potuto dargli il premio per la medicina, era il piu grande terapeuto del secolo scorso e dei suoi mali.
Stefano Cattaneo , Italy
lunedì 12 ottobre 2009 14:37:51
Analisi a dir poco perfetta.Stefano
mario cossu , roma it.
lunedì 12 ottobre 2009 13:16:23
Fra minacce e cedimenti,che non si arrivi infine a : Nuke them all: Dieu reconnaitra les siens !!!!
Dova Cahan , Tel Aviv
lunedì 12 ottobre 2009 08:34:29
Tutti i giornali ieri sono usciti in edicola conil grande titolo "Ma che cosa a fatto per il premio?". Questa domanda era rivolta certamente al nuovo presidente americano Ohama, al quale la giuria del Premio Nobel gli ha consegnato. Nessunoriesce a capire che cosa ha fatto il Presidente Barak Obama a ricevere gia ora questo prestigioso premio per la Pace.Nell' opinione mondiale lui non e ancorariuscito a fare nulla e nello stesso tempotutto il mondo si chiede, perche tutta questa fretta? Nel frattempo lui stessosolamente propone e un prende nessunadecisione. Il piu bello di tutto che lui stesso dopo avere appreso questa notizia e rimasto sorpresissimo ed nella sua prima intervista televisiva ha confermato davanti a tutto il mondo che"e rimasto sorpreso e lui stesso a dichiarato che non se lo merita...ma donera i soldi ad un istituto di beneficenza".Dare oggi il premio a chi non ha ancoraconseguito certi scopi precisi e solamentesu speculazioni future coinvolge il rischioche molto probabilmente queste metenon verranno neanche raggiunte. Anche ipiu saggi hanno confermato che non cisi puo assolutamente basare su attibenevoli basati su ipotesi future. Ma lagiuria norvegese non si basa su cio chei saggi dicono e con questo atto non hanno che determinato lo svalutare dicio che il premio richiede. L'inventoredella dinamite, Alfred Nobel ha stabilitoche solamente coloro che si trovano allafine di un raggiungimento nello scopostabilito e intitolato a ricevere questopremio. Il presidente americano bensivuole raggiungere ed ha lo scopo benpreciso di vedere il mondo disarmato di armi nucleari, ma fino ad ora non ha avuto nemmeno la capacita di disconnettere una sola centrifuga delprogetto nucleare iraniano. Inoltre Obama desidera anche portare al mondola pace tra i cattolici, ebrei e mussulmanie spera di raggiungere la pace nel MedioOriente, ma fino ad ora sul pia
cesare albanesi , roma
domenica 11 ottobre 2009 21:44:37
Nel mondo l'ipocrisia è sovrana.Come si fa ad assegnare un nobel per lace al Presidente Obama?Cosa ha fatto realmente per la pace, al dilà del discorsto tenuto, credo, aLCairo?Speriamo proprio che non giochi soltanto la simpatia per un Presidente nero-