Non possiamo perdere tempo
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Il Giornale, 24 agosto 2021
Il tempo, quando si tratta di salvare vite e di reagire a un ulteriore tsunami terroristico che sta per rovesciarsi sulle vite di masse di persone innocenti, è un fattore essenziale. La gente che coi bambini si precipita all'aeroporto e li perde, o muore, le donne che ieri andavano al lavoro o a scuola e adesso in casa aspettano che arrivi la morte e abbia gli occhi dei Talebani, la immensa schiera lasciata indietro a vedersela con un destino insanguinato. È una sfida per tutti noi, e l'orologio ticchetta. Basta un giorno in più di tentennamenti, di illusioni, e l'ultimatum del 31 agosto si trasforma in strage. I tempi brevi e la minaccia di vendetta generale, corrispondono alla percezione vittoriosa dei talebani, alla loro sicurezza nello scenario mondiale: nessuno oserà sfidarli, pensano, il nemico è in ginocchio, Biden è a terra, il loro Islam ha il piede sul collo dell'Occidente. Secondo la loro cultura, più fuggiamo, più chiediamo di parlare, più infieriranno. Adesso tocca a noi agire in tempi brevissimi, e salvare vite umane e con esse il futuro del mondo. Sono insopportabili le chiacchiere sulla possibilità di trattare, di aspettare.
Tentare il dialogo è solo una mossa alla Chamberlain, una rovina per il futuro dei nostri figli. Occorre immediatamente, con gesti concreti, dimostrare che non abbandoneremo gli amici: questo secondo la cultura dei talebani è un gesto di viltà che segnala la sconfitta totale di Biden e invita a stravincere. Occorre, con coraggio, innanzitutto salvare chi fugge dall'Afganistan. Le regole fondamentali di questo momento devono essere: individuare bene e senza dubbi la situazione e definire il nemico. Siamo di fronte al possibile riassemblarsi dentro i confini sicuri di un grande Paese, di tutte le forze terroriste del mondo, da al Qaeda all'Isis a al Shabaab, col supporto molto lieto dell'Iran, degli hezbollah e quant'altro. L'uso cinico di questa situazione, dal Pakistan che si è congratulato con i talebani alla Cina che intende sfruttare l' immensa debolezza americana, è evidente. Dobbiamo pensare a un coordinamento democratico dei Paesi che trovano l'accordo sulla situazione d'emergenza, prima di tutto funzionale a salvare le persone in pericolo; ma anche a come sostenerlo militarmente, senza timidezze.
La risolutezza risparmierà lo spargimento di sangue. l'opposto, ne creerà a bizzeffe. Accanto a questo, la nostra politica mediorientale deve adesso sostenere di più tutti i Paesi moderati che si sentono disorientati e in pericolo per come gli USA sono spariti nel nulla lasciando nel cielo la mezzaluna talebana come il sorriso del malefico gatto di Alice: non c'è tempo, il terrorismo talebano userà morte e prepotenza per terrorizzare e deterrere, proseguendo nel suo scopo: la conquista del mondo. E noi quindi dobbiamo farci sotto, annunciare il ritorno in campo mentre lo organizziamo. Non abbiamo alternativa.
martedì 24 agosto 2021 11:10:06
In linea di massima, concordo. Penso alla fatica immane di convincere l'italiano medio. Con gratitudine, luigi migliori.